A metà tra un’osteria contemporanea, che poggia i suoi valori su accurata selezione di materie prime (gran parte di produzione propria, soprattutto carni e verdure) genuinità e la giusta dose di informalità, e un ristorante “fine dining” per la cura e l’attenzione al dettaglio. Il tutto in un’atmosfera che sin dalle prime battute riesce a mettere a proprio agio. E facendo sembrare anche il cliente che per la prima volta arriva qui come un ospite abituale, sempre ben voluto, per certi versi atteso.
Piccione alla brace. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
È ciò che ispira il ristorante Degli Angeli, sono le vibes di un locale capace di diventare quasi un’istituzione nel piccolo borgo reatino di Magliano Sabina, comune al confine tra Lazio e Umbria “toccato” anche dall’uscita autostradale dell’A1. Un locale oggi garanzia di ben e buon mangiare, ben e buon bere, che oltre cibo e vino da tempo (leggasi, circa 40 anni) continua a fare un gran lavoro sulla selezione e comunicazione di oli extravergine di qualità. Alimento di cui negli ultimi anni si è cominciato a parlare un po’ più approfonditamente ma che necessita sicuramente di maggiore attenzione, consapevolezza nei clienti ma anche di racconto da parte di chi opera nel settore (tanto agricolo quanto ristorativo).
La sala del ristorante Degli Angeli a Magliano Sabina. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Ristorante Degli Angeli: una storia di oltre un secolo
Degli Angeli, dal nome della località del comune, e i Marciani. Un legame indissolubile che sposa il ristorante e la famiglia che da ormai circa 120 anni qui opera e qui ha dato vita a un indirizzo segnalato nelle principali guide gastronomiche (in Michelin la menzione “regge” da almeno 4 decenni). I Marciani: oggi Laura e Mauro soprattutto, all’inizio i loro bisnonni che qui in una zona di transito di commercianti avviò quel che fu una sorta di embrione di ciò che è oggi Degli Angeli. E allora ci si sente un po’ come a casa, perché Laura e Mauro vi accolgono letteralmente a casa loro. Il ristorante Degli Angeli oggi è il risultato di una lenta ma graduale trasformazione che lo ha visto crescere, formarsi, affermarsi, nel corso di oltre 100 anni.
La chef del ristorante Degli Angeli, Laura Marciani. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Nel luogo in cui dove oggi scorre una strada provinciale un tempo avveniva il passaggio di commercianti, poco più un secolo fa i bisnonni di Laura e Mauro avevano aperto un emporio, uno “scambio merci”, al quale poi fu aggiunto il servizio del vino e di pasti: in un primo momento carni e insaccati di produzione propria e locale, poi sempre più piatti caldi (paste, soprattutto) fino a quando la naturalezza delle cose non ha portato i Marciani ad avviare un vero e proprio ristorante nella prima metà degli anni ’50 del 1900. Un ristorante che, di fatto, ha visto crescere la zona ed è cresciuto assieme a lei, e capace nel tempo di affermarsi come sosta “obbligata” per chiunque passasse da queste parti.
Laura e Mauro Marciani. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Uno step in più per quanto riguarda i servizi offerti è stata l’implementazione delle camere (8 totali, sopra al ristorante), decisa proprio da Laura e Mauro, fratelli-proprietari che a Degli Angeli si sono divisi le mansioni. La prima in cucina e il secondo in sala, oltre a essere addetto alla selezione dei vini e degli oli extravergine di oliva (davvero tante le referenze disponibili, non solo del territorio ma di tutto lo Stivale), assieme a un team che oggi conta circa 15 persone divisi tra ristorante, camere e un negozio di alimentari attiguo. Una tipica botteguccia di paese ricca di carni di propria produzione e lavorazione (accanto, infatti, c’è anche il mattatoio) che, in qualche modo, ricorda le primissime origini di una realtà che oggi è un’autentica istituzione di buon mangiare, veracità, genuinità e accoglienza. Punto di ritrovo non solo di passanti che transitano per la vicina A1 (l’uscita Magliano Sabina è distante appena 15 min), ma anche di clienti che qui ci arrivano appositamente dalle zone limitrofe.
Mauro Marciani, sommelier e responsabile di sala. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Abbiamo parlato di Laura e Mauro, fratelli rappresentanti della quinta generazione di Marciani, ma in sala c’è anche il figlio di Mauro, cameriere ed esperto di vini, a dare quel senso di continuità famigliare che dura ormai da 120 anni.
Laura Marciani, la cuoca storica del ristorante Degli Angeli
Per Laura in cucina non sembra andarle a pennello il termine di chef. Laura è una Cuoca (azzardiamo la maiuscola) a tutti gli effetti, un’autentica cuciniera, ma non solamente. Laura è come se, per quell’ora e mezza in cui i clienti si siedono ai suoi tavoli, diventasse in qualche modo la mamma di ognuno di loro. Cucinando tanto, cucinando bene, in un ambiente in cui l’elenganza si mixa con la familiarità. In cui in un contesto curato, in una sala bella e con una vista che si perde tra le vallate che circondano il Tevere tra confine tra Lazio e Umbria, arrivano ai tavoli piatti abbondanti, in cui lo stile compatibilmente col posto rispecchia l’atmosfera famigliare, informale, che diventa fin da subito confidenziale tra sala/cucina e clientela.
Polpetta di erbette spontanee. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Genuinità e veracità sono forse i concetti chiave della cucina di Laura Marciani. La cuciniera, dicevamo, la cuoca che per il tempo del servizio si trasforma idealmente nella mamma di tutti i suoi clienti, indipendentemente dalla loro età. E, inevitabilmente, quasi per osmosi a Degli Angeli ci si sente sin da subito a casa, per il pranzo della domenica in famiglia, tra paste tirate a mano, carni alla brace, ragù che cuociono lentamente, scarpette a tirare su i sughi con consistenti molliche di pane a pulire il piatto. Il successo del ristorante forse si nasconde anche in questi particolari, in una cucina tradizionale, immediata e riconoscibile, ingentilita nella forma ma non nella sostanza.
Al ristorante Degli Angeli anche una ricca cantina. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Ma cosa si mangia da Gli Angeli? Non usiamo francesismi poco coerenti e inadatti allo spirito del locale, quindi al termine entreè preferiamo antipasti come, in sequenza, una zuppetta di lenticchie di Castelluccio di Norcia e delle deliziose polpettine di erbe fresche raccolte nei campi che si distendono al di sotto del ristorante. Si prosegue con una battuta di fassona con parmigiano 36 mesi, sottile tartufo e nocciole di un produttore poco distante. La tradizione contadina, già espressa con la zuppa di lenticchie, torna prepotente con la coratella di agnello. Piatto forte, deciso, sicuramente per gli amanti del genere (come chi scrive) e che chiama un’inevitabile prima quanto sostanziosa scarpetta.
Battuta di fassona con nocciole. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
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Gnocchi alla malva con ragù di lepre. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
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Tagliolini con guanciale di maiale nero. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
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La coratella di agnello. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
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Il turno delle prime portate: tra quelle assaggiate gli gnocchi alla malva con ragù di lepre (anch’esso onorato con una degna scarpetta) e pecorino vince il confronto rispetto ai tagliolini (fatti a mano) con guanciale di maialino nero. Il secondo è un trionfo di tradizione contadina riportata ai giorni nostri, una composizione d’altri tempi per una portata con protagonista il piccione. Non presentato come molti ristoranti (più o meno fine dining fanno, con il petto e la coscia già sporzionati e pronti per essere “comodamente” mangiati) ma cotto alla brace, presentato nelle sue due intere metà e da mangiarsi, rigorosamente, con le mani. E da “scoticare”, come si dice da queste parti, togliendo con i denti più carne possibile di quella rimasta attaccata alle ossa. Un finger food, di fatto, di ruspante veracità. In accompagnamento a tutto ciò una particolare salsiccia di fegato aromatizzata da scorze di arancio (la ‘mazzafegato, un omaggio al nonno di Laura e Mauro che fu tra i primi a produrla). Per sgrassare, si fa per dire, un’insalata sempre delle erbe raccolte qui vicino. Si chiude con due deliziosi dolci, uno alle mele e uno alle castagne, dessert storico di Laura ideato quasi 30 anni fa ormai e fisso nella sua carta.
Il dessert alle castagne. Foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Si va via felici più che di aver scoperto un nuovo posto, di aver scoperto un nuovo posto così. Un indirizzo in cui tradizione, famiglia, storia si fondono con canoni di ristorazione contemporanei e moderni, in un mix indissolubile che fa, anzi ha fatto, Degli Angeli una destinazione che non può mancare negli itinerari degli appassionati del buon magiare della zona. Un indirizzo nel quale, una volta usciti, già non si vede l’ora di tornare.
Ristorante Degli Angeli
Località Madonna degli Angeli - 02046 Magliano Sabina (Ri)
Tel 0744 91377