A Napoli, in prossimità di Piazza dei Martiri, l'indiscusso salotto buono della città, c'è il ristorante Classico, in attività da otto anni. Belle e confortevoli le due sale interne; di recente il patron Gianpiero Arria, siciliano di origine e napoletano di adozione, ha scoperto che il dehors, ubicato nel cortile dell'ex convento di Santa Maria a Cappella Vecchia, è vocato a divenire il luogo dell'aperitivo, il luogo della somministrazione avveduta e sapiente di mixology. In cucina, il giovane (trentenne) talentuoso chef Dilip Lakmal Roche originario dello Sri Lanka. La sua peculiare bravura gli consente di rendere virtuose le contaminazioni di materie prime appartenenti al suo Paese di origine con le preparazioni e i sapori della vera tradizione napoletana.
Lo chef Dilip Lakmal Roche con Gianpiero Arria, patron di Classico
I nuovi menu di Classico
In costante empito creativo, in assenza del quale tutti i ristoranti diverrebbero “melanconiche mense” il prode patron, ben consapevole di quanto valido è il supporto che gli arreca il valente chef, propone per la stagione autunnale due intriganti novità: “Menu Young” e “Mangiando con l'arte”. Menu Young, attenzione, assolutamente da non confondere con i famigerati “menu bambini” che sovente consistono in quanto di peggio si possa somministrare a pargoli innocenti! Qui per Young si intende quella finestra temporale di osmosi tra Millennials e Generazione Z. Giovani twenty-five and over con buona capacità di spesa e, soprattutto, con tanta voglia di spensierata convivialità a tavola mangiando e bevendo più che bene. Tre portate (antipasto, primo e dessert) con l'aggiunta di entrée e pre-dessert verranno servite al prezzo di 50 euro (servizio incluso).
La sala del ristorante Classico
L'altra novità autunnale è “Mangiando con l'arte”. Per il percorso degustazione “Mangiando con l'Arte”, lo chef Dilip Lakmal Roche: si è ispirato alle opere di due artisti contemporanei: Paolo Ceribelli e Lou Duca. Queste loro opere sono esposte sulle pareti e intorno ai tavoli all'interno del ristorante. Il menu “Mangiando con l'Arte”, avente a tema i “Contrasti”, consiste di quattro portate principali dall'antipasto al dessert a cui vanno aggiunti entrée e pre-dessert.
Come si mangia da Classico
Alla memoria, ancor prima che agli appunti, ricorrendo, raccontiamo di squisito pranzo di metà novembre. Complice un sole di ottobre, tavolo nel grazioso dehors. Intrigante e saporito il trittico di entrée: Panella siciliana, mato leggermente piccante e polvere di alghe; Crostino di pane cafone, rapa rossa, gamberi e ketchup di rapa rossa; Polpetta di friarielli, crema di pecorino e passion fruit.
Carpaccio di manzo, alici alla scapece, coulis di pomodoro e nocciole del ristorante Classico
In abbinamento, con primo sorso che ha validamente funto da brindisi augurale, la Lugana Doc brut metodo classico millesimato 2020 fatto dalla Famiglia Olivini, ottenuto da uve di Trebbiano di Lugana spumantizzato con metodo classico. Quanta gradevolezza in quel gusto fresco e sapido ma al contempo cremoso. Sontuoso l'antipasto: Carpaccio di manzo, alici alla scapece, coulis di pomodoro e nocciole. La Lugana egregiamente permane in abbinamento: ci sta proprio bene! Si prosegue con un primo che è davvero un piccolo capolavoro: Cappellacci ripieno di Taleggio Dop, crema di cavolfiore, carbone di verza e gel di melograno. Nel calice adesso, sublime l'abbinamento, ci troviamo l'Aegidius Greco di Tufo Docg 2020 fatto da Donna Elvira, ottenuto da sole uve greco. Un grande vino davvero; intrigante quanto piacevole il connotante finale sapido.
Cappellacci ripieno di Taleggio Dop, crema di cavolfiore, carbone di verza e gel di melograno del ristorante Classico
Giunge in tavola un delizioso secondo: Ricciola arrosto con salsa di latte di cocco, riduzione di pescato, anacardi e olio alla menta. Il sommelier patron Gianpiero Arria compie lodevole ardimento: il rosso con il pesce, ma si può? Ma sì che si può, anzi osiamo dire “si deve”, quando la saporita ricciola è cucinata arrosto e si lascia accarezzare dalla salsa di latte di cocco e quando il vino è il rampollo gioviale e non necessariamente austero dell'Aglianico: Irpinia Campi Taurasini Doc 2020 fatto da Cantina Di Prisco con sole uve aglianico.
Siamo al dessert che non può non essere preceduto dal pre-dessert. Il pre-dessert è Gianduiotto con gel di limone; il dessert è Zabaglione, amarena e crumble salato. Su entrambi, abbinamento pressoché perfetto, il Le Petit 2019 Bio fatto da Manincor da sole uve Petit Manseng. Seducenti, quei riflessi verdi a contornare la lieta luminosità del giallo chiaro. Ragguardevole la freschezza.
L'aperitivo di Classico
Classico tende anche al servizio “all day long” dacché propone l'aperitivo che può essere consumato dalle 18 alle 20:30 e, nei giorni in cui il locale è aperto a pranzo, dalle 12 alle 14. La formula aperitivo consiste di tre assaggi a scelta dello chef che ripropongono in versione finger abbinamenti presenti in carta. Oltre a ciò, il drink o il calice di vino, accompagnato da focaccia, scrocchiarelle e mandorle.
Particolare del ristorante Classico
Insomma, Classico di nome e nel garbo del servizio, e virtuosamente innovativo nelle emergenti proposte volte ad ampliare gli slot di fruizione e i target di una già folta e competente clientela.
Ristorante Classico
Vicolo Santa Maria Cappella Vecchia 46 - 80121 Napoli
Tel 081 2451144