Venezia, sicuramente uno dei gioielli artistici e culturali del nostro paese. Una città, una storia che ha attraversato importanti momenti politici, sociali e commerciali, basta pensare che il leone alato, simbolo di Venezia e della potenza, spesso è presente in angoli di molte città del centro-nord. La bellezza architettonica della città, circondata dai canali, ne fa un’attrazione turistica davanti alla quale non si riesce a non essere commossi e stupiti. Oggi, Venezia insieme ad altri siti e città d’arte, subisce e, in molti casi, soccombe dinanzi a un turismo di massa, che ha sollecitato l’amministrazione della città a cercare soluzioni per limitare questo fenomeno di overtourism come affermano gli esperti, con anche l’idea di un biglietto d’ingresso in città.
La terrazza del ristorante Algiubagiò
Venezia, un laboratorio gastronomico
Ma la città è anche un laboratorio gastronomico. Sicuramente i vecchi e storici bacari, quelli che oggi in altre città potremmo chiamare winebar, mantengono a fatica la loro identità: luoghi per antonomasia dedicati ai cicchetti e all’ombra, cioè al calice di vino, nati per soddisfare velocemente gondolieri e pescatori e che oggi sfamano migliaia di turisti con assaggi di baccalà mantecato, sarde in saor e altro (non sempre riconducibili alla tradizione veneziana).
Ma non c’è ombra di dubbio che una ristorazione di qualità vive ed è molto dinamica, abbiamo ultimamente recensito e visitato una nuova apertura di qualità, cioè il Ristorante Gheni, alle fondamenta di Savorgnan, di fronte a Cannareggio, non lontanissimo dalla stazione. La città comunque registra la presenza di diversi ristoranti stellati tra cui il Glam di Enrico Bartolini, e non ultimo anche la presenza di Alessandro Borghese, ma ora aggiungiamo anche un’altra scoperta, un ristorante al Fondamenta Nuove, fuori dal circuito pedonale del flusso dei turisti, dinanzi all’isola di San Michele.
Il ristorante Algiubagiò, piacevole scoperta veneziana
Il Ristorante Algiubagiò è un antico locale risalente agli inizi del 1900 che risiede in un luogo storico. Il 14 ottobre 1609 il doge Leonardo Donà acquistò un terreno alle Fondamenta Nuove, all'angolo con il Rio dei Gesuiti, da Giacomo Nani, genero di suo fratello Nicolò, per farvi costruire il palazzo di famiglia. Tale scelta fu causa di continue discussioni con il fratello Nicolò che riteneva le Fondamente Nuove troppo periferiche e avrebbe preferito un palazzo nel più prestigioso Canal Grande.
La sala del ristorante Algiubagiò
La storia del ristorante Algiubagiò
Inizialmente, nel 1920, era solo una piccola osteria dove i veneziani si ritrovavano per bere "un'ombra de vin" e per fare due chiacchiere con gli amici fumandosi tranquillamente una sigaretta. A quel tempo, nel locale, si potevano comprare anche il sale e le sigarette a numero. Anche oggi comunque il ristorante è frequentato principalmente da residenti della città. Nel 1970 il ristorante perde l'aspetto rustico da osteria e acquista le caratteristiche di un semplice bar. Lo chiamano il “bar dei buranelli” perché gli abitanti di Burano, quando smontano dal "battello" alle Fondamenta Nuove, prima di avventurarsi per Venezia, si fermano tutti in questo locale a fare "do ciacoe" (due chiacchiere).
Nel 1992 il locale subisce degli importanti lavori di ristrutturazione che ne modificano notevolmente l'aspetto. La nuova struttura e l'originale arredamento interno offrono uno splendido mix tra il moderno e la conservazione della struttura del 1600. Nel 1997 cambia la propria destinazione d'uso e ritorna agli antichi splendori con l’apertura di una sala ristorante. Inoltre, amplia la propria capacità facendo costruire una suggestiva terrazza che si affaccia sulla Laguna nord. Da qui, comodamente seduti, si possono assaporare splendidi piatti o un calice di vino ammirando il silenzioso e tranquillo panorama che si apre davanti e poi si può decidere di prendere il vaporetto che ci porta a Murano, a Burano, a Sant'Erasmo o a Torcello.
Particolare della sala del ristorante Algiubagiò
Algiubagiò, dove forse è nato lo spritz
Suggestivo, romantico e raffinato ristorante, il cui nome è l’acronimo dei nomi degli attuali tre soci. Anzi, il racconto romantico e appassionato di uno dei soci, Antonello Giulio, che oggi si occupa della sala, nonché figlio di uno dei fondatori, racconta che forse la nascita dello spritz sia proprio opera di suo padre. Il Prosecco dei vicini trevigiani cominciava a fare capolino e il nascituro Select, mescolati insieme, era già proposto ed amato dai pescatori come bevanda anche alle prime ore dell’alba. Quindi un ristorante che oltre alla storicità delle mura, racchiude e conserva una memoria familiare di uomini, di fatica e di passione. Un ristorante ricco di opere d’arte, tra cui quadri di Carmelo Pluchino o i lampadari di Fornasier e Andromeda. Gli attuali tre soci, Giulio, Alberto e Paolo, si occupano della gestione del ristorante, insieme alla figlia di Giulio, Anna. Da piccola osteria dove fin dagli esordi i Veneziani si ritrovavano per bere "un'ombra de vin" a ristorante suggestivo e romantico dall’ambiente elegante e raffinato, la cura dei minimi dettagli è un "must", come l’atmosfera calda e intima.
Cosa si mangia e beve da Algiubagiò
Un’offerta di cocktail e numerosi vini al calice, insieme a tramezzini e altre specialità realizzate dalla cucina, accolgono appassionati e turisti, con uno splendido assortimento di pani e focacce prodotti in proprio. Una fornitissima cantina di vini nazionali e internazionali, curata dal socio Modolo Paolo e dal maître Andrea Soppelsa, fanno da cornice a una cucina curata e gestita da un cuoco di grande esperienza, Daniele Zennaro, che annovera tra le varie esperienze, come capo chef al mitico veneziano Vecjo Fritolin di Irina Freguia, oggi da 4 anni al Giubagiò.
Crudo di mare del ristorante Algiubagiò
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Cardoncelli arrosti, finferli trifolati e tartufo nero estivo del ristorante Algiubagiò
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Mezzi rigatoni La Molisana con fagioli dell’occhio e zolfini,cerema di borlotti, tartare di tonno e polvere di alloro del ristorante Algiubagiò
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Fusilli freschi alla barbabietola, crema di ricotta al limone, alici marinate e aglio nerodel ristorante Algiubagiò
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In cucina il cuoco Daniele Zennaro
Daniele ha una profonda filosofia di cucina aiutato, incredibilmente, da un territorio agricolo che potremmo definire magico, oltre naturalmente al pesce proveniente dal mercato di Chioggia; verdure locali che, racconta Daniele, hanno qualcosa di particolare. La sapidità dei terreni, ovviamente dovuta all’infiltrazione delle acque marine, permette di utilizzare e ottenere piatti con sapori unici. Daniele, cuoco curioso, utilizza molti ingredienti del vicino mare, alghe e, tra cui una scoperta notevole; la presenza dell’assenzio marittimo con cui la pasticcera realizza un sorbetto dal sapore quasi mistico.
Daniele Zennaro, cuoco del ristorante Algiubagiò
La filosofia di cucina di Algiubagiò
Responsabilità e coerenza sono alla base della filosofia nella gestione del ristorante: il cliente è un ospite da non tradire, soprattutto in una città come Venezia dove i menu turistici in molti casi sono una trappola gastronomica. Ecco quindi che i bigoli sono cotti in un brodo affumicato con germogli di finocchio marino e uova di aringa, o un baccalà mantecato raccolto in due cialde di wafer, o sarde in saor tradizionali con una salsa di pinoli. Particolare l’utilizzo del granchio blu, alla cronaca per i danni ambientali che procura, elevato gastronomicamente parlando, in ricetta a Taiyaki con uova di trota. Non mancano le ostriche rosa del delta del Po', il carciofo violetto di Sant’ Erasmo e il radicchio di Chioggia: sostenibilità, tradizione e territorio sono i temi su cui la cucina e la sala giocano le loro carte.
Il tiramisù alla Banksy del ristorante Algiubagiò
Una nota di merito a un dessert, il Tiramisù versione speciale dedicato a un cliente speciale, impiattato in maniera speciale, quasi un quadro; lo chef si è ispirato ad alcune opere dello stesso cliente/artista, in particolare una bambina che rincorre e gioca con dei palloncini, quasi a volare con loro per raggiungere il cielo. Un dessert ormai amato da molti clienti. Banksy è l’artista famoso writer britannico, considerato uno dei maggiori esponenti della street art, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta. Le sue opere, spesso di sfondo satirico, affrontano temi come la politica, la cultura e l'etica. Bansky colpì a Venezia durante l'inaugurazione della 58ª Biennale d'arte e la notte dell'8 maggio 2019 quando realizzo il murale Naufrago bambino a sostegno dei migranti diventando in tale occasione cliente del ristorante.
“N’ombra de vin” da Algiubagiò
Venezia è un’esperienza gastronomica ma anche culturale da riscoprire. Cosa vuol dire il detto veneziano “n’ombra de vin”? Sono tante le storie a cui questa frase è riferita, quasi ogni bar può averne una di spiegazione. Secondo una di queste storie "l'ombra de vin" sarebbe nientemeno che l'ombra del campanile di San Marco proiettata sulla piazza: il detto andrebbe visto come la ricerca dell'ombra necessaria a godersi un bicchiere di vino con gli amici.
Algiubagiò
Fondamente Nove 5039 - 30121 Venezia
Tel 041 523 6084