Continuano in Giordania gli interventi per sviluppare nuovi itinerari e migliorare i servizi turistici in vista della piena ripresa del turismo: il Jordan Tourism Board lancia una serie di percorsi esperienziali per scoprire la biblica Madaba e annuncia la risistemazione del sito di Petra, liberato dalle attività commerciali abusive.
Wadi Rum
Dati alla mano, l’Italia si trova al vertice degli arrivi mondiali in Giordania nel mese di novembre, con un rallentamento delle prenotazioni molto inferiore a quanto preventivato all’inizio del conflitto israelo-palestinese.
Mentre, nell’ultimo mese, sono stati 6000 gli arrivi dall’Italia, per un totale di 125mila italiani che hanno visitato la Giordania da gennaio a novembre 2023, stabilendo un nuovo record storico per il Bel Paese.
I nuovi itinerari per scoprire il sito biblico di Madaba
I nuovi itinerari permettono di assaporare le tradizioni giordane e vivere esperienze a contatto con i locals.
In centro si passeggia lungo la Tourism Street, lungo la quale sorgono negozi di souvenir, laboratori di artigianato (come quello dei tappeti Maavah, di proprietà di uno degli ultimi tessitori tradizionali di Madaba), caffetterie e ristoranti come il Jaw Zaman, ricavato da una casa di inizio Novecento.
Madaba
È possibile gustare (e preparare) i piatti della cucina tradizionale giordana alla Carob House, la quale utilizza prodotti a km zero, e alla libreria-caffetteria Kawon che, oltre alla vendita di libri rarità, propone bar, ristorante, laboratori di cucina, incontri culturali e spattacoli di artisti locali in un edificio degli anni ‘30 con un delizioso giardino.
Il punto di riferimento a Madaba, oltre al Visitors Centre (ospitato in un edificio storico), è la Beit Al Beiruti, una casa di fine XIX secolo dove si possono fare esperienze legate al patrimonio culturale e all’artigianato come realizzare un mosaico, provare a tessere, vestire abiti tradizionali e imparare a cucinare piatti tipici.
Madaba Tourism Street
I laboratori di mosaico si tengono anche al Madaba Institute of Mosaic Art and Restoration (MIMA), fondato nel 2007 grazie a un progetto internazionale al quale ha partecipato anche il governo italiano.
Qualche cenno storico su Madaba
Su quello che fu uno degli insediamenti delle dodici tribù di Israele durante l’Esodo, verso l'850 a.C. il re moabita Mesha fece erigere la città per commemorare la sua vittoria sugli Israeliti: Madaba, sita a circa 35 km a sud ovest di Amman.
Conquistata dai Greci di Alessandro Magno, durante il governo dei Seleucidi passò sotto il dominio degli Ammoniti, poi degli Israeliti e infine dei Nabatei, fino all’arrivo dei Romani.
Il sito archeologico di Jerash Jerash
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Le rovine di una chiesa cristiana a Gadara in Giordania
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La chiesa San Giovanni Battista a Madaba
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La chiesa di San Giorgio a Madaba
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Il periodo più prospero per Madaba fu però sotto i Bizantini, i quali eressero edifici adornati di mosaici dallo stile distintivo e ricercato che le hanno valso il nome di Città dei mosaici. Il mosaico più visitato in assoluto è quello della mappa della Terra Santa, un’opera d’arte del VI secolo di inestimabile valore storico e artistico custodita nella Chiesa di San Giorgio.
L’edificio fa parte del Parco Archeologico, diviso in due aree che comprendono le chiese bizantine, i resti della strada romana, il Palazzo Bruciato e la Chiesa dei Santi Martiri, che oltre a un impressionante mosaico con scene di caccia conserva colonne e capitelli di epoca romana.
Il sito di Petra libero dal commercio abusivo
Il ridotto afflusso turistico ha permesso all’Autorità Regionale per lo Sviluppo e il Turismo di Petra di lanciare, in collaborazione con tutte le autorità governative, una campagna per controllare e rimuovere le violazioni all’interno dell’area archeologica.
Il sito archeologico di Petra
L’intervento, attuato nei primi giorni di dicembre 2023, fa parte dell'impegno a lungo termine a far rispettare la legge sulle antichità pubbliche e preservare l'integrità e l'unicità di Petra, garantendo servizi turistici di qualità e la sicurezza dei visitatori.