Lo diremmo che buona parte del merito, e del merito di cosa lo diremo appresso, è del Sorèl? Sorèl è il vento che in Valchiavenna, quasi come un soffio di aria, nell’attraversare i crotti, le rocce di queste montagne, li mantiene a temperatura e umidità costanti tutto l’anno. Insomma, il crotto fungeva da frigorifero naturale, da grotta di stagionatura dei salumi e dei formaggi lavorati artigianalmente. Nonna Maria e nonno Mamete Prevostini, siamo a poco meno di cento anni fa (1928) avviarono un’attività che oggi definiremmo di ristorazione, dando da mangiare i prodotti stagionati nel crotto ai viaggiatori che si recavano in Svizzera. Poi la seconda generazione e adesso anche la terza con Michela Prevostini, titolare del D&B Crotasc a Mese, sul lato occidentale della Val Chiavenna, sul versante delle Alpi Lepontine.
Il Crotasc
La componente Bed consta di tre camere matrimoniali mansardate, costruite secondo il protocollo di certificazione CasaClima, nell’ottica di ridurre al minimo l’impatto energetico e nel rispetto dell’ambiente naturale in cui è immersa tutta la struttura. I nomi delle tre camere sono ispirati alle tre donne che hanno fatto la storia della famiglia dedicando la loro vita al Crotasc: Maria, Rosetta e Rita.
Una delle camere del Crotasc
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Una delle camere del Crotasc
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Stile sobrio ed al contempo elegante (la vera eleganza!), tre colori differenti per ciascuna delle tre camere: amaranto (Maria), tortora (Rosetta), verde salvia (Rita). Tanto legno a dare calore e a riverberare una luminosità naturale. Ci viene assegnata la camera Maria. Ci sentiamo ben riposati, avvolti in una sensazione di dolce quiete.
La cena al Crotasc
Appetito ve n’è. Giù per le antiche scale scavate nella roccia all’ombra dei castagni secolari, raggiungiamo la sala ristorante. Il tavolo per noi è nella sala più antica del ristorante, la Cascina. Sul pavimento in sasso è scolpita la data di edificazione: 1767. Siamo nella storia. Una seconda sala, più raccolta e avvolta nel legno delle pareti, è arredata secondo lo stile e il design italiano. Al calore del camino in inverno, all’ombra dei castagni secolari in estate.
Come si potrebbe non accogliere tra gli antipasti l’invitante proposta del Violino di Capra della Valchiavenna? E difatti... violino sia e, ovviamente, stagionato nei crotti! Il Violino di Capra è un salume artigianale tipico della zona. Si ottiene dalla coscia e dalla spalla della capra e deriva il proprio nome dalla sua particolare forma che richiama quella di un violino. Per affettarlo, lo si appoggia sulla spalla e il coltello bene affilato è la bacchetta del violino! Fettine piccole, per assaporare al meglio gli aromi naturali e le spezie. L’happy problem del primo è dato dalla successione.
Gnocchetti bianchi di Mese
Sì, in quanto senza esitazione alcuna di due assaggi (assaggi?! due mezze porzioni abbondanti, diciamo così!) trattasi: Gnocchetti bianchi di Mese con farina bianca e mollica di pane, burro versato e salvia; Pizzoccheri della Valtellina di farina di grano saraceno, verze e patate. E sia, degustati in quest’ordine. Gnocchetti e a seguire i Pizzoccheri. Squisiti entrambi, davvero non si poteva fare torto ad uno dei due, escludendolo dalla tavola.
Pizzoccheri della Valtellina
Tutti invitanti i secondi, e però... attenzione, c’è anche una proposta alla quale aderiamo entusiasti: Verticale di Bitto Dop della Val Gerola. In approccio "LIFO Last In First Out", ovvero a partire dal più giovane, le annate sono 2021, 2020, 2019. D’intorno, a concorrere a fare netting di palato, composte di frutta e miele di tiglio. Il Bitto, che prende il nome dal torrente Bitto, affluente dell’Adda, era già rinomato nel XVI secolo. Il suo luogo d’elezione è il comprensorio alpino delle valli del Bitto di Gerola e Albaredo. Il Bitto Dop è un formaggio stagionato a pasta semidura prodotto con latte vaccino intero e con eventuale aggiunta di latte caprino crudo in misura non superiore al 10%. La sua maturazione inizia nelle casere d’alpe e si conclude in appositi locali a fondovalle, sfruttando il naturale andamento climatico della zona di produzione. Per amore di verità, per dovere di cronaca... assaggi di tre ottime annate; sì, ma vogliamo mettere la 2019 con le altre?! E, sorta di scommessa che però è, a seconda dei punti di vista, minaccia/ promessa: torniamo tra un anno e però, c’è mica ancora la 2018!? Così la verticale diventa 2018, 2019, 2020. Va bene così! E nel calice?! La carta dei vini è espressione della passione del fratello di Michela, Mamete Prevostini, noto produttore di Nebbiolo delle Alpi, in Valtellina. Oltre alla linea completa dei suoi vini, con una discreta scelta di annate vecchie, sono presenti molti altri produttori valtellinesi e un’ampia selezione di vini italiani, con un’interessante divagazione tra le bollicine internazionali.
Crotasc, l'esterno
La cantina è il crotto, dove Mamete conserva le annate migliori dei suoi vini. L’imponente roccia in fondo al crotto affiora al piano di sopra ed è visibile nella sala del camino del ristorante. La nostra scelta che accompagna tutta la cena cade sul formato magnum del Sassella San Lorenzo 2017 Valtellina Superiore Docg fatto da Mamete Prevostini con sole uve Nebbiolo. Forte la sensazione di essere al cospetto di un vino di grande struttura, finezza e longevità. Il dolce momento della scelta del dolce. Chiediamo consiglio e ad esso ci atteniamo: Cannolo croccante con morbido alle castagne e marroni glassati.
Consiglio conseguente per l'abbinamento. Fatto dal prode Mamete Prevostini, il Vertemate Alpi Retiche Igt Passito 2018 ottenuto da uve Traminer aromatico (60%) e Riesling (40%). Seducente con quel suo colore ambrato intenso, ha aroma elegante di confettura di albicocca. In bocca è morbido e piacevolmente fresco. Un altro bicchierino e poi... su per le antiche scale.
La camera Maria concilia buoni sentimenti e buoni propositi. Al risveglio del mattino, la vetta del Pizzun, le cui rocce sono illuminate dal sole che ci dà il benvenuto al nuovo giorno. La confidenza acquisita con i crott ci induce a farci una bella passeggiata percorrendo il sentiero La Via dei Crotti. E se ci va di metterci in auto e sconfinare?! Meno di un paio di ore e siamo in Svizzera, nell’Alta Engadina e visitiamo St. Moritz.
Questo testo è un estratto dal libro "Italian D&B" di Vincenzo D'Antonio, 320 pagine, pubblicato da Cinquesensi editore, che descrive 100 destinazioni in Italia dove si può abbinare un'ottima cena ad una camera di charme per dormire.
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Crotasc
via Don Primo Lucchinetti 63 - Mese (So)
Tel 0343 41003