St. Moritz d'inverno è un luogo che sembra rimanere eternamente sospeso nel tempo, specie quando nel pomeriggio il sole inizia a calare e il blu e l'arancione si riflettono sul bianco della neve. Un angolo di Svizzera che resta indifferente alle mode che cambiano, riuscendo così a conservare intatto il suo fascino ineguagliabile. Non a caso la perla dell'Engadina ospita alcune tra le insegne più importanti del mondo della gastronomia. E tra queste, non a caso, c'è anche Langosteria, sbarcata a St. Moritz a inizio 2023.
Langosteria St. Moritz
Langosteria a St. Moritz, la ricetta del successo
La creatura di Enrico Buonocore è diventata a tutti gli effetti un caso di studio, per il successo avuto dal punto di vista economico, ma anche e forse soprattutto per un modo unico di fare cucina di un certo livello. Nata nel 2007 sotto forma di un ristorante in via Savona, a Milano, oggi rappresenta un'eccellenza italiana nel mondo. I locali sono sette, ma diventeranno presto otto con l'apertura di Londra, prevista nel 2024, e nove con lo sbarco negli Stati Uniti, a Miami, previsto invece per il 2026. Quello di St. Moritz è, però, a suo modo un ristorante unico per Langosteria. Si tratta infatti del primo locale ad alta quota e il contesto è da lasciare senza fiato.
La sala interna di Langosteria a St. Moritz
Siamo a Chesa Chantarella, una baita di montagna che affaccia su una terrazza con vista strepitosa e con ingresso diretto sulle piste da sci del comprensorio del Corviglia. Non potrebbe essere altrimenti per un gruppo che ha fatto della bellezza uno dei suoi tratti distintivi. Mangiare la Langosteria a St. Moritz è uno spettacolo per gli occhi, ancor prima che per il palato. Spazi diversi tra loro, tra la terrazza esterna protetta dalle vetrate e con vista sulle montagne circostanti e la sala interna, più intima e calda, senza dimenticare l'area esterna, affacciata sulle piste, che strizza l'occhio a una probabile apertura estiva (attualmente il locale apre soltanto per la stagione invernale). A fare da filo conduttore una grande attenzione ai dettagli e la costante sensazione di essere avvolti in un abbraccio, aspetto non da poco per un ristorante dal respiro internazionale.
Nel menu tutto il buono di Langosteria
Le sensazioni che regala la location sono importanti, ma non sono nulla se l'esperienza si ferma lì. Nel caso di Langosteria, l'esperienza prosegue anche una volta iniziato il pasto e si declina in due direzioni. Da un lato il servizio, che è coerente con l'anima del locale: presente, attento, ma mai particolarmente formale. Dall'altro, la proposta gastronomica, che si muove nella stessa direzione di ogni Langosteria: alta qualità della materia prima, preparazioni semplici, ma sorprendenti.
Tonno rosso, pomodoro, melanzane e basilico
Il risultato? Un percorso netto, in cui il gusto non di distrae mai, ma viene anzi continuamente incuriosito. Nella proposta non mancano i classici di Langosteria: si va da crudi alla pappa al pomodoro, dai paccheri con il branzino al King crab alla catalana fino alle capesante in Paradiso. A noi sono rimasti impressi due piatti, che incarnano perfettamente la visione del locale. La polenta e frutti di mare, capace di portare in tavola non soltanto il gusto, ma anche il profumo del mare, e il carpaccio di tonno rosso, pomodoro, melanzane e basilico, un altro signature di Langosteria, in cui tutti gli ingredienti si incastrano in un puzzle perfetto.
L'importanza della coerenza dietro al successo di Langosteria
Insomma, Langosteria si conferma al top anche ad alta quota e lo fa non uscendo nemmeno per un secondo dalla linea che ha tracciato fin dal primo giorno. Il ristorante di St. Moritz è un progetto vincente perché è due volte coerente. È coerente con il contesto in cui si trova, offrendo a una clientela internazionale un'esperienza unica, perché frutto del mix tra una proposta gastronomica di altissimo livello e un ambiente elegante, ma informale, senza sovrastrutture. È coerente con la storia di Langosteria, che ha tra le basi del suo successo la riproducibilità della sua idea di cucina e di ristorazione in generale. Una riproducibilità che ha portato anche in Svizzera, senza snaturarsi. D'altronde proprio Buonocore non lo ha mai nascosto. «L’azienda è cambiata moltissimo, cresciuta e organizzata in maniera manageriale rispetto al 2007 per far fronte a sfide sempre più complesse in mercati anche molto differenti - ci aveva spiegato in un'intervista - Quello che è rimasto uguale è lo spirito con cui affrontiamo ogni servizio, mettendo sempre il cliente al centro della nostra attenzione e portando a tavola solo il meglio, frutto di ricerca continua ed incessante nonché di un’esecuzione sempre attenta e coerente. Fare avanguardia significa rimanere fedeli a se stessi». Missione compiuta, anche questa volta.