Mergellina. Un tempo la stazione ferroviaria chic di Napoli, e il molo degli aliscafi per le isole. Chioschi, bar, ristoranti. Oggi, la stazione è una normale fermata di metropolitana e il molo è per il diporto e non le rotte di linea. Però è sempre affollata questa pittoresca zona di Napoli: napoletani e turisti. E sono sia i napoletani sia i turisti che frequentano la pizzeria 50 Kalò, componente Dinner del D&B 50 Kalò, di cui è titolare il famoso Ciro Salvo, pizzaiolo tra i più bravi al mondo. 50 Suite, la componente Bed del D&B 50 Kalò, non è nello stesso palazzo al cui piano terra c’è la pizzeria, in piazza Sannazzaro, bensì, proprio di fianco al maestoso palazzo del Consolato USA di Napoli. Al limitare dell’area di Mergellina con un’altra area di Napoli, popolare e vivace, la Torretta. A ogni modo, circa 700 metri di distanza tra Dinner e Bed.
50 Kalò, la pizzeria di Ciro Salvo
Alla componente Bed, al primo piano di un palazzo fastoso con affaccio sul lungomare, ci arriviamo di pomeriggio. Domotica spinta, a intendere che non necessariamente vi è un human touch all’accoglienza. Sei belle camere: 50 Kalò, 50 Da Mare, 50 Suite, 50 London, 50 Panino, 50 Roma. Perché questo numero 50 così ricorrente? E perché Kalò a dare il nome alla pizzeria e con essa a tutto il D&B? Qui subentra la figura del prode Ciro Salvo, pizzaiolo da tre generazioni. Ciro ha sia memoria individuale e sia memoria storica tramandata dal padre di quale fosse la gergalità volutamente criptica mediante la quale i pizzaioli al lavoro tra banco e forno si trasmettessero quelle che chiameremmo le informazioni di servizio. 50 è il numero della Cabala per intendere il pane, quindi in accezione estesa, l’impasto da cui si ricava il panetto che poi, abilmente ammaccato dal pizzaiolo diviene il disco su cui poggiare topping e quindi infornare. Kalò, parola greca e non dimentichiamo che Napoli è città greca, ad indicare “buono”. Ecco, per dire che tutto procedeva bene, ci si dava la voce tra banco e forno semplicemente esclamando “50 kalò”.
La Margherita di Ciro Salvo
Dalle camere alla pizzeria, si è detto, sono circa 700 metri. Due le strade: il lungomare oppure il bel viale interno Gramsci. Adesso il lungomare, con i colori del tramonto e al rientro il viale parallelo al lungomare. Belle le sale, graziosa la mise en place. Forno a vista e Ciro all’opera. I quattro fritti, per iniziare e per ingannare golosamente l’attesa delle pizze, sono un must e sono una vera prima delizia per vista, olfatto e palato. Crocchè di patate (ma perché non tornare al nome vero di “panzarotto”?), con ripieno di provola e salame Napoli; Frittatina di bucatini con besciamella, provola, macinato di manzo con piselli al sugo di pomodoro bio; Supplì rosso (quando si diceva “palla di riso”!) con riso Arborio al sugo di pomodoro bio, salsicce e provola; Supplì alla crema di parmigiano, con riso Arborio, crema di Parmigiano Reggiano Dop 24 mesi, provola. Soddisfazione piena, atteso che, e deve essere chiaro, si comanda un pezzo a testa e lo si divide in due. Altrimenti, non che non vada bene, tutt’altro, ma a quel punto si chiede il conto e si va via!
Ciro Salvo
Adesso i tempi di attesa della pizza sono davvero brevi. Trasparenti le informazioni sulla tovaglietta che funge da menu. I grani da cui si ricavano le farine utilizzate per l’impasto sono del sud Italia e l’olio evo viene aggiunto ad uscita forno della pizza. Offering saggiamente non sterminato, e comunque sempre di una doppia dozzina di proposte stiamo parlando. Si opta per degustare più pizze, ovviamente porzionandole in maniera tale che alla fine il totale faccia una pizza; va bene, dài, anche una e mezza.
E allora si comincia con il classico dei classici: la Margherita. Pomodoro bio di Casa Marrazzo, fior di latte, Parmigiano Reggiano Dop 24 mesi, olio evo Idra Fattoria Ambrosio, basilico. Che dire!? Semplicemente un piccolo capolavoro. Cosa stiamo bevendo? La carta dei vini approntata da Ciro Salvo non sfigurerebbe in ristoranti di alto livello. Prevalenza di vini campani ma anche competente selezione di bollicine italiane e di champagne. Noi scegliamo il Vetere Aglianico rosato Paestum Igp 2021 fatto da San Salvatore 1988 con sole uve Aglianico. Vino elegante e preciso l’abbinamento. La pizza successiva, dopo la pausa in cui si apprezza ancor più il Vetere nel calice, è la Del monaco Dop. Pomodoro bio di Casa Marrazzo, fior di latte, salame irpino, Provolone del Monaco Dop, olio evo Dop Colline Salernitane Diesis Torretta. Sapori decisi, tra loro in armonia.
Staremmo più che bene così, ma è Ciro che ci consiglia una delle sue pizze vegetali: Spinaci, burro e pecorino. Ci intriga la presenza del burro a topping di pizza. Sì, ma è burro di bufala in abbraccio con mozzarella di bufala, spinaci e Pecorino Romano Dop. Si va a salutare il prode Ciro al banco e si lascia il locale. Si percorre viale Gramsci per andare in camera e ci si imbatte in un altro locale di Ciro: 50 Panino. Avendo comunque schedulato due giorni a Napoli, che sono ancora oggettivamente pochi per visitare la città, si resta subito d’intesa che la cena dell’indomani sarà proprio qui. E si prenota all’istante.
Una delle camere del 50 Suite
La bella camera che ci è stata assegnata è la 50 Panino. Notte tranquilla, rumori in una città che non va mai a dormire efficacemente affievoliti e resi innocui al fine del sonno, da un perfetto isolamento acustico dei balconi e delle finestre. Risveglio con la prima colazione servita in camera. Colazione doviziosa: caffè, latte, spremuta di arancia, cornetti a volontà, pizzette. Lieti di lasciare la camera per il dì, sapendo di ritornare, si va sul lungomare per dare il buongiorno alla città. Città già sveglia, posto che, come si diceva, sia andata a dormire! Tutto il lungomare fino a Castel dell’Ovo. Poi Santa Lucia, piazza del Plebiscito, via Toledo, Spaccanapoli... Ebrezza, gioia che si espande. A farla breve, si fa ora di cena.
50 Panino, Friarielli Burger
Da 50 Panino. Saggia la scelta di porzionare il panino in due metà, onde degustarne più d’uno. E il primo che giunge in tavola, servizio veloce e cordiale, è il Friarielli Burger: Hamburger di Manzetta Prussiana, provola, friarielli, maionese alla ‘nduja. Cosa beviamo? Ieri sera vino, stasera birra. Grazie anche a un competente suggerimento, scopriamo una pregevole birra italiana, la Almond Hibernum. Una Tripel con volume alcolico 9% che però, nonostante questo elevato tasso alcolico risulta piacevole e facile da bere. Appaga la vista quel suo bel colore oro carico. Fine e cremosa la schiuma. E dopo inebrianti sorsi, opportuna la pausa, ecco il secondo panino: Mortadella Crunch. Pollo croccante impanato e fritto, provola impanata e fritta, mortadella, pesto di pistacchi. Considerazione ex-post: due ottimi panini, differenti tra loro, per entrambi lodevole l’esecuzione.
E dal locale 50 Panino si va alla camera 50 Panino. Graditissima la prima colazione in camera al risveglio. Un attimo sul lungomare per il saluto al nuovo giorno. E poi si va via da Napoli. Dettaglio di non poco conto: è Napoli che non va via da noi!
Questo testo è un estratto dal libro "Italian D&B" di Vincenzo D'Antonio, 320 pagine, pubblicato da Cinquesensi editore, che descrive 100 destinazioni in Italia dove si può abbinare un'ottima cena ad una camera di charme per dormire.
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50 Kalò
piazza Sannazzaro 201/C - Napoli
Tel 081 19204667