Pare felicemente archiviata l'epoca dei ristoranti nei musei come rifugi di emergenza, dove il turista affamato si rifugiava per un boccone veloce, con l'ansia perenne di beccare la cosiddetta "sola". Oggi, vivaddio, pinacoteche, emeroteche, cineteche e tutto ciò che ruota attorno alla filiera della cultura, si stanno trasformando in veri e propri poli di attrazione e, i locali ristorativi che in essi sono ospitati possono in questo modo continuare il racconto, iniziato nei corridoi delle esposizioni, ai tavoli, dove arte e cibo diventano un tutt'uno.
Gli indirizzi dei ristoranti nei musei:
Cultura “prêt-à-manger”: dalla mostra alla tavola in un unico percorso
La disseminazione culturale, un tempo confinata nelle sale espositive, ora si spande nei piatti e nei bicchieri. Qui, le narrazioni artistiche e storiche si intrecciano con sapori e aromi, in un'incredibile simbiosi che arricchisce l'esperienza museale. In questi spazi, la cultura non è più un concetto astratto da ammirare da lontano, ma diventa un'esperienza tangibile, che coinvolge tutti i sensi. Che "con la cultura non si mangi" è un falso mito, sfatato già diversi anni orsono, ma, oggi, i musei italiani dimostrano che, in realtà, si può mangiare assieme alla cultura, e in modo squisito. I visitatori non sono più semplici spettatori, ma partecipanti attivi in un viaggio gastronomico che unisce storia, arte e cucina. In questo nuovo scenario, i ristoranti museali offrono non solo un momento di pausa, ma l'opportunità di approfondire e vivere la cultura in un modo completamente nuovo e avvincente.
I musei italiani dimostrano che si può mangiare assieme alla cultura
I musei nuovi poli attrattivi: dal ristorante alle gallerie, il percorso è inverso
In realtà, è sempre più comune che la visita al museo inizi dal ristorante. Molti, attratti dalla qualità dei menu offerti, decidono di accompagnare il loro pranzo con una passeggiata tra le opere d'arte. Questo fenomeno inaspettato sta cambiando il modo in cui le persone interagiscono con i musei: ci si avvicina all'arte quasi per caso, sedotti dai profumi della cucina. Non è raro incontrare visitatori che, venuti inizialmente per pranzo, finiscono per perdersi ammirati tra i corridoi del museo.
Questo nuovo trend sta creando un tipo diverso di esperienza culturale. I musei, tradizionalmente visti come luoghi di apprendimento o destinazioni turistiche, si stanno trasformando in centri di esperienza “totale”. La presenza di ristoranti di qualità all'interno dei musei non solo arricchisce la visita, ma attira anche un pubblico che magari non aveva inizialmente in programma una giornata all'insegna dell'arte. Ma quali sono gli indirizzi da tenere bene a mente per godere di un'esperienza culturale completa?
I ristoranti nei musei come nuove mete culinarie: alcuni indirizzi
Enrico Bartolini al Mudec - Milano
Non si può parlare di questo particolare segmento di ristoranti senza menzionare Enrico Bartolini, l'unico chef in Italia a guadagnarsi tre stelle Michelin all'interno di un museo. Il suo ristorante, situato al Mudec - Museo delle culture di Milano, è un punto di riferimento nel panorama gastronomico internazionale.
Il ristorante di Enrico Bartolini al Mudec
Il ristorante offre due menu principali: "Best of", con cinque portate a 300 euro e la possibilità di aggiungere un abbinamento vini per 220 euro, e "Mudec Experience", una selezione più ampia a 375 euro, con vini abbinati per altri 290 euro. Bartolini, con alle spalle le sue tredici stelle Michelin, ha trasformato questo spazio in un incontro tra alta cucina e arte, offrendo ai visitatori del museo un'esperienza culinaria di livello mondiale.
Andrea Aprea - Milano
Il ristorante di Andrea Aprea, appena premiato con due stelle Michelin, si trova all'ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati, un edificio storico nel cuore di Milano che ospita anche il Museo d'arte etrusca. Con una grande vetrata che offre una vista invidiabile su Porta Venezia e su tutto lo skyline milanese, il ristorante è un luogo dove si può godere di un pasto eccezionale mentre si è circondati da storia e cultura. Al centro dell'esperienza culinaria c'è la cucina a vista, dove Aprea e la sua squadra trasformano ingredienti di alta qualità in piatti di livello eccellente.
Il ristorante di Andrea Aprea all'ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati
I visitatori possono scegliere tra tre percorsi degustazione: il "Contemporaneità", proposto a 170 euro, che offre quattro portate che giocano sull'equilibrio tra passato e presente; il "Partenope", proposto a 190 euro, è composto da sei portate che esplorano le radici campane dello chef; e il "Signature", proposto a 210 euro: un viaggio in otto portate che cattura l'essenza della filosofia culinaria di Aprea.
Senso Mart di Alfio Ghezzi - Rovereto (Tn)
All'interno del Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, c'è un angolo dove la sera prende vita un'esperienza gastronomica di assoluto pregio: parliamo di Senso Mart, il ristorante 1 stella Michelin dello chef Alfio Ghezzi. Qui, i visitatori possono scegliere tra tre menu degustazione: "La Cucina del Senso", che offre sette portate per 130 euro, "Antologia Cinque Portate", un viaggio attraverso cinque momenti del gusto a 110 euro, e "Antologia Tre Portate", una sintesi di sapori in tre piatti a 90 euro, bevande escluse.
Il Senso Mart di Alfio Ghezzi
Senso Mart si distingue per il suo ambiente, che fonde arte e design italiano contemporaneo. Il layout del ristorante è il risultato di una collaborazione con l'architetto Mario Botta e lo studio Baldessari e Baldessari. Le sedute e le luci sono opera dei più noti designer italiani e si accompagnano a riproduzioni di opere di Gillo Dorfles, creando un ambiente che rispecchia e dialoga con le collezioni d'arte del museo.
IO di Luigi Taglienti - Piacenza
Quello di Luigi Taglienti è un volto noto della scena gastronomica nazionale. Dal 2022 lo chef è a Piacenza dove, con il suo nuovo progetto ristorativo IO, ha voluto portare la sua visione culinaria all'interno della galleria Volumnia, un hub dedicato al design storico italiano. Curata da Enrica De Micheli, la galleria non è solo un'esposizione di pezzi da collezione, ma anche uno spazio vivo di mostre ed eventi, che ora include un'esperienza gastronomica all'altezza delle sue opere.
Il ristorante IO di Luigi Taglienti
Nel ristorante IO, collocato nel suggestivo cortile di una chiesa sconsacrata appartenente a un antico monastero, Taglienti propone un menu degustazione da 68 euro, bevande escluse, che invita i visitatori in un viaggio attraverso i sapori del territorio visti da una nuova prospettiva.
Luminist di Giuseppe Iannotti - Napoli
A Napoli, chef Giuseppe Iannotti, due stelle Michelin con il suo Kresios a Telese Terme, ha portato una ventata di freschezza all'interno delle Gallerie d'Italia con il suo progetto Luminist. Con un accogliente ingresso da via Toledo, Luminist si presenta come una caffetteria e bistrot di 50 coperti, dove il pesce è protagonista, servito in molteplici varianti e affiancato da ricette che rispecchiano l'anima di Napoli. La proposta del piano terra è un omaggio alla varietà e alla ricchezza del mare, interpretato attraverso la lente creativa dello chef.
Il Luminist di Giuseppe Iannotti (credits: Donatella Bernabò Silorata)
L'esperienza si eleva all'ultimo piano, dove una terrazza panoramica offre una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli e sulla Certosa di San Martino. Qui si trova un ristorante fine dining con un lounge bar, luogo ideale per chi cerca un'esperienza più esclusiva. Con un menu degustazione dal costo di 60 euro, Iannotti invita i suoi ospiti a un percorso culinario che è sia un viaggio attraverso i sapori del territorio sia una scoperta di abbinamenti inediti e sorprendenti.