Il mondo moderno ha molte criticità, ma anche tanti pregi. Uno di questi è senza dubbio quello di aver contribuito ad abbattere una serie di barriere legate al viaggio. In passato, infatti, era molto più complesso viaggiare per il mondo. Volare era un lusso che soltanto in pochi si potevano concedere e alcuni Paesi, per la loro distanza o per la scarsità di connessioni erano destinazioni quasi impossibili da raggiungere. Oggi, in un Pianeta iperconnesso, sono pochissime le destinazioni inaccessibili e, con un po' di fantasia e molta pazienza, è possibile raggiungere destinazioni anche distanti con costi accessibili a tutti o quasi i portafogli. Di contro, però, il mondo moderno, che tante barriere è riuscito ad abbattere, altrettante ne ha costruite. Ci sono, così, luoghi che risultano ancora oggi inaccessibili, non per la loro distanza o per i costi, ma per le guerre e le tensioni di vario genere che li tormentano. L'ultimo esempio in ordine temporale riguarda Israele e Palestina, con il conflitto esploso che ha modificato ancora una volta le mappe del turismo mondiale e ha reso, di fatto, inaccessibili i due Paesi. Certo, di fronte alla morte e al dolore, si tratta di una questione di entità infinitamente minore. Allo stesso tempo, l'impossibilità di viaggiare, l'impossibilità di accogliere, l'impossibilità di scoprire e di far scoprire rappresentano a loro modo una forma di violenza e di limitazione della libertà. Viaggiare è libertà.
Quali sono, quindi, i Paesi considerati off limits dal nostro ministero degli Esteri? Quali sono le città che sarebbe meglio non visitare?
Guerre e tensioni: i Paesi off limits nel mondo per i turisti
La lista dei Paesi considerati pericolosi per chi viaggia è, purtroppo, parecchio lunga e coinvolge, in un modo o nell'altro, tutti i continenti. A far riflettere, poi, è il fatto che questa lista difficilmente si riduca, ma anzi tenda di volta in volta ad ampliarsi. Ci sono, infatti, Paesi in cui da tempo ormai la Farnesina sconsiglia viaggi per qualsiasi ragione. Haiti, per esempio, paradiso caraibico diventato ormai inferno. Tensioni politiche e sociali e disastri naturali hanno lasciato un Paese in ginocchio in cui il ministero degli Esteri sconsiglia viaggi per qualsiasi ragione. E ancora, Yemen, Afghanistan e Siria, ma anche il vicino Iraq. Per tutti e tre i Paesi la definizione della Farnesina è più che mai emblematica: "non può essere considerato una meta per il turismo". Alla lista si è recentemente aggiunto anche l'Iran, per le crescenti tensioni interne che non lo rendono più una meta sicura. Tutte possibili destinazioni turistiche, ricche di fascino e storia, che non possono però essere visitate per nessun motivo. L'esplosione del conflitto tra Israele e Palestina, poi, potrebbe avere conseguenze ancora peggiori. Non soltanto per Israele, che negli ultimi anni ha investito moltissimo per diventare destinazione turistica, ma per tutto il Medio Oriente. Una guerra potrebbe, infatti, danneggiare il turismo di Egitto e Giordania. Due destinazioni, soprattutto la Giordania, molto forti.
Baghdad
In Africa la situazione, in contro tendenza rispetto al resto del mondo, è migliorata molto in alcuni Stati, ma l'elenco delle destinazioni off limits o particolarmente limitate è ancora molto ampio. Figura, per esempio, il Madagascar, che è un'importante meta anche per il turismo proveniente dall'Europa, ma che deve fare i conti con tensioni e banditismo nel Sud del Paese, che ne limitano sviluppo turistico e aumentano i rischi per chi viaggia. Vietati i viaggi in Mali, dove nel 2023 si sono ulteriormente acuite le tensioni e gli scontri armati in diverse zone del Paese, e in Burkina Faso. Inaccessibili, ormai da diversia anni, anche la Libia e la Somalia. Una menzione particolare la merita, poi, il Sud Africa. Un Paese per certi versi moderno, ben servito da numerose compagnia aeree, ma considerato molto pericoloso, soprattutto nelle sue aree urbane. Pretoria, Johannesburg, Durban e Città del Capo sono in preda alla criminalità che le rende di fatto inaccessibili nelle ore notturne. Una situazione che, per forza di cose, ha effetti catastrofici sul turismo. Situazioni critiche anche in Sudan, Sud Sudan, Repubblica Centro Africana, Etiopia, Chad e Mauritania.
Johannesburg
In Sud America, invece, la situazione più calda riguarda un Paese che del turismo potrebbe farne una risorsa, ma deve fare i conti con una strutturale instabilità politica e sociale. Stiamo parlando del Venezuela, meta verso la quale la Farnesina sconsiglia espressamente di partire e che è oggi caratterizzata da episodi di criminalità di vario genere. Nell'elenco dei "bollini rossi" figura, però, anche un'altra destinazione, meno nota: l'Ecuador. Il ministero degli Esteri consiglia la massima attenzione, sia per la crescente criminalità nelle aree urbane sia per le tensioni politiche degli ultimi mesi.
Le preoccupazioni dell'Europa per chi viaggia per turismo
Africa, Medio Oriente, Sud America... e l'Europa? La guerra tra Russia e Ucraina ci ha mostrato, qualora ce ne fosse bisogno, come nemmeno il Vecchio Continente sia immune a tensioni e conflitti e di come questi possano riflettersi sul turismo. L'Italia, infatti, ha dovuto fare i conti con l'assenza del turismo russo e, allo stesso tempo, gli italiani hanno dovuto rinunciare a viaggi verso la Russia e verso l'Ucraina. E dire che quest'ultima, nel periodo precedente allo scoppio della guerra, aveva visto aumentare sensibilmente i voli provenienti dal Belpaese e poteva immaginare un futuro da meta turistica per gli italiani. Tutto congelato e rimandato a un futuro che ora più che mai appare particolarmente lontano. Discorso a parte, invece, per la Russia. Se è vero che il turismo europeo era limitato in molti casi a Mosca e San Pietroburgo è altrettanto vero che, conflitto con l'Ucraina a parte, molte aree della Federazione erano già di difficile accesso. Impossibile o quasi è, infatti, viaggiare in Cecenia o in Daghestan, solo per fare due esempi.
Quello tra Russia e Ucraina non è, comunque, l'unico conflitto a lambire l'Europa. Recentemente si sono riaccese le tensioni tra Azerbaijan e Armenia, due Paesi uniti all'Italia da voli diretti spesso molto economici. E, ancora, anche il Kosovo è una polveriera, tanto che la Farnesina indica di prestare massima attenzione, soprattutto nelle aree di confine con la Serbia. Al momento, nulla ancora vieta di visitare i gioielli kosovari, come la bella Prizren, ma il futuro appare incerto.
Prizren
Le città in cui non andare
Fino ad ora abbiamo parlato di Paesi nella loro totalità. Ci sono, però, anche diverse città che, per le più disparate ragioni, risultano comparire in quelle sconsigliate dal ministero degli Esteri italiano o in cui, comunque, prestare la massima attenzione. In questo caso l'elenco rischia di essere infinito ed è in costante aggiornamento. Noi ne abbiamo selezionate otto, le più interessanti:
- Tunisi: la Farnesina sconsiglia di recarsi nella capitale tunisina e nello specifico nelle zone di Etthadamen ed El Intilaka. L'intero Paese sta attraversando un momento di grande tensione e sono frequenti manifestazioni popolari che possono sfociare in episodi violenti, con rischi per la sicurezza pubblica.
- Lima: la capitale del Perù è una meta turistica e gastronomica a livello mondiale, ma deve fare i conti con un'ondata di criminalità che si concentra particolarmente proprio in aree turistiche come il centro storico o la zona portuale del Callao.
- Acapulco: nell'ultimo periodo in tutto lo stato di Guerrero si sono registrati episodi violenti, sia nelle città sia nelle zone rurali. Il ministero degli Esteri sconsiglia viaggi nella zona e, nel caso in cui si decidesse comunque di andarci, l'invito è quello di non muoversi via terra, ma di scegliere voli interni.
- Luanda: la capitale dell'Angola non è soltanto una delle città più care al mondo, ma anche una delle più pericolose. Tutti i quartieri, compresi quelli più centrali, sono soggetti a criminalità e violenza.
- Port Moresby: la capitale di Papua-Nuova Guinea è il simbolo dell'intero Paese. Una città in cui sono molto frequenti gli episodi violenti soprattutto nei mercati e il tasso di criminalità è particolarmente elevato. La situazione della sicurezza è, in generale, molto complicata.
- Rio de Janeiro: meta turistica mondiale, come molte altre città brasiliane deve fare i conti con una delinquenza diffusa nelle aree di maggiore presenza turistica. Scippi e furti di vario genere sono all'ordine del giorno e conviene prestare la massima attenzione.
- Città del Guatemala: in questo caso ci affidiamo alle parole della Farnesina, emblematiche sulla sicurezza cittadina. "Nella Capitale si consiglia vivamente di evitare le zone 3, 5, 6, 7, 8,11,12, 13, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24 nonchè le zone di Mixco e Villanueva. Una vigilanza rinforzata è raccomandata anche nelle zone 1 (centro storico), 9, 13, 15 e 16 dove si consiglia comunque di limitare al minimo i movimenti nello ore notturne. Anche nei principali quartieri residenziali 10 e 14 dove sono ubicati i principali alberghi e locali frequentati da stranieri, si raccomanda di tenere un comportamento particolarmente prudente soprattutto nelle ore notturne". Fate voi...
E l'ottava? L'ultima città del nostro elenco merita un discorso a parte perché è, sicuramente, la più sorprendente. Tra le città in cui il ministero degli Esteri italiano dice di prestare maggiore attenzione figura anche Copenaghen, capitale della Danimarca. Lo avreste mai detto? La Polizia danese ha diramato indicazioni sulle aree della Capitale e del Paese nelle quali è raccomandata particolare cautela, specialmente nelle ore notturne, in ragione dei fenomeni di microcriminalità e della recrudescenza di scontri, anche a mano armata, tra bande. Tra queste si segnalano, nella Copenaghen, le aree di Norrebro, Husum, Bispeparken e Tingbjerg/Utterslevhuse, ed alcuni quartieri nelle città di Odense e Aarhus.
E Parigi chiude ai visitatori il Louvre e Versailles
Manca per ora una città che in Europa ha alzato più di tuttei livelli di sicurezza per timori di attentati, Parigi, che in queste ore ha chiuso ad esempio il Louvre e la reggia di Versailles proprio per timore di attentati. Non è escluso che in caso di un peggioramento della situazione possa essere inserita nell'elenco della Farnesina delle cittá pericolose.