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Pasqua a Roma? Ecco alcuni ristoranti dove mangiare

Tradizionale, innovativo o fuori dagli schemi: nella Capitale per le feste pasquali ognuno trova quello che cerca, seduti su una terrazza panoramica o all’interno di un ambiente storico

 
10 aprile 2022 | 10:30

Pasqua a Roma? Ecco alcuni ristoranti dove mangiare

Tradizionale, innovativo o fuori dagli schemi: nella Capitale per le feste pasquali ognuno trova quello che cerca, seduti su una terrazza panoramica o all’interno di un ambiente storico

10 aprile 2022 | 10:30
 

Da sempre Roma è una delle mete più ambite per trascorrere le festività pasquali. Italiani e turisti internazionali oltre a visitare i luoghi più iconici della capitale, dai tesori storico - artistici alle vie dello shopping, suggellano questa ricorrenza concedendosi un pranzo fuori casa. Gourmet o della tradizione, seduti su una terrazza panoramica o all’interno di un ambiente storico, l’offerta gastronomica romana è in grado di sedurre i palati più esigenti.

Dove mangiare a Roma per Pasqua Pasqua a Roma? Ecco i migliori ristoranti dove mangiare

Dove mangiare a Roma per Pasqua


Hotel Eden, menu tra tradizione e salute

La Terrazza, il regno del cuoco stellato Fabio Ciervo  Pasqua a Roma? Ecco i migliori ristoranti dove mangiare

La Terrazza, il regno del cuoco stellato Fabio Ciervo

Un viaggio che non può non partire dall’Hotel Eden, il lussuoso albergo della Dorchester Collection con vista mozzafiato sui tetti di Roma, a due passi da Villa Borghese, il regno del cuoco stellato Fabio Ciervo che ha per l’occasione preparato un menu tra tradizione e salute: «Anche per Pasqua non si può rinunciare alla stagionalità degli ingredienti e ogni piatto di questa ricorrenza segue rigorosamente i dettami della mia filosofia culinaria. Cinque pilastri, Innovazione, Benessere, Ingrediente, Gusto e Arte. Senza queste linee guida non vi sarebbe la mia cucina. I nostri ospiti potranno gustare nel ristorante Il Giardino come antipasto una crema di piselli, burrata e gobbetti, un piatto fresco e piacevolmente primaverile, per poi passare a dei tortelli con stracotto d’agnello. Quest’anno ho voluto cambiare e l’agnello, simbolo per eccellenza della Pasqua, quasi sempre proposto come seconda portata, arriva in realtà come ripieno di una classica pasta fresca. Una inversione di rotta che segue anche nei piatti successivi dove il commensale può scegliere tra un merluzzo su crema di cannellini, un pesce troppo spesso sottovalutato ma dalla grande versatilità che ha un sapore poco invasivo o uno stinco di vitello cotto sottovuoto. Non possono poi mancare come contorni le verdure e i legumi di cui la primavera ci offre un paniere straordinario e dulcis in fundo un uovo di cioccolata monoporzione abbinato ad una mousse di vaniglia, marmellata di mela verde e un infuso di fiori di sambuco. Un tripudio di gusti e profumi. Il tutto all’insegna di eccellenti materie prime, esaltate dalle giuste tecniche di cottura e dall’innovazione. Grazie a uno studio continuo e alla costante attenzione nei confronti delle tecnologie di cottura riusciamo ad esprimere al massimo le proprietà dei nostri ingredienti e allo stesso tempo riusciamo a soddisfare in modo salutare il fabbisogno nutrizionale. Mangiar bene e con gusto vuol dire soprattutto star bene. Ovviamente bere anche bene e per questo menu consiglio di scegliere una ottima bottiglia di Franciacorta e vini del territorio laziale, bianco per il pesce e rosso più strutturato per la carne. Per chi lo desidera abbiamo in alternativa un brunch alla carta servito che si traduce in una panoramica del meglio che possa offrire la cucina regionale italiana. Dai classici taglieri di salumi misti, ad una succulenta focaccia con burrata, melanzane e pesto, passando per una zuppa di piselli e menta con petto di quaglia o tortelli al nero di seppia, salmone e zucchine romane, risotto con fave e pecorino. E per gli amanti del pesce un filetto di tonno con agretti».


Hassler Bistrot, tradizione come fil rouge

Hassler Bistrot, una stupenda e celebre location nel cuore di Roma Pasqua a Roma? Ecco i migliori ristoranti dove mangiare

Hassler Bistrot, una stupenda e celebre location nel cuore di Roma

Sempre la tradizione è il fil rouge di Marcello Romano cuoco dell’Hassler Bistrot, una stupenda e celebre location nel cuore di Roma a fianco dell’iconica scalinata di Trinità dei Monti: «Solitamente ci concentriamo sul pranzo della domenica ma quest’anno ho voluto cambiare. A partire dal giovedì santo, ogni giorno presenteremo un piatto che racconterà una storia del nostro passato, recuperando gusto e tradizione. Alla giornata che agiograficamente è caratterizzata dal rito della lavanda dei piedi è dedicata una zuppa di cozze piccanti con pomodorini e crostoni di pane duro. Torniamo indietro al tempo dei Borbone con Ferdinando I, monarca molto goloso che redarguito da padre Gregorio a non eccedere con i peccati di gola durante la settimana santa, escogitò questa leccornia dove le cozze erano mimetizzate nella zuppa. Il venerdì santo, giorno di magro per eccellenza, spazio a un piatto vegetariano con protagonista un carciofo violetto, della varietà tardiva di Castellamare di Stabia, arrostito sui carboni e condito con prezzemolo, olio, sale, pepe ed aglio. Sabato va in scena una pastiera di pasta salata condita con uova e formaggio che fa da preludio al principe della tavola pasquale. Domenica è il momento del capretto cotto al forno con le patate. La cottura è quella classica partenopea del “o ruoto o furno” ovvero all’interno di una teglia che viene mossa spessa all’interno di un forno a legna per avere una distribuzione più uniforme del calore. Lunedì, sua maestà il casatiello che traduce visivamente la ricorrenza pasquale. Il cerchio simboleggia la corona di spine e il ciclo continuo della vita, mentre le uova e le fettucce incrociate sopra le stesse ricordano il calvario, la crocifissione e la rinascita. Il Casatiello poi lo riproponiamo in versione dolce con una glassa di zucchero e guarnita da confettini colorati al retrogusto di anice e canditi. Un menu che anche in questa occasione è la cartina di tornasole della mia cucina, allegra, gustosa e improntata alla riconoscibilità. Che parte dal rispetto della materia prima e da chi ci ha preceduto. Bisogna imparare a lavorare anche con i prodotti della cosiddetta cucina povera, fino ad ora un po’ sottovalutata. Tanti ingredienti hanno un potenziale ancora inespresso».


Taki Off, Pasqua fuori dagli schemi

Taki Off, una finestra aperta dall’Oriente all’Occidente Pasqua a Roma? Ecco i migliori ristoranti dove mangiare

Taki Off, una finestra aperta dall’Oriente all’Occidente

Chi vuole vivere invece una esperienza sui generis, sganciandosi dai cliché e luoghi comuni della Pasqua ha nella capitale un nome indiscusso, Taki Off. Una finestra aperta dall’Oriente all’Occidente con proposte che esulano dal concetto classico di ristorazione gourmet, utilizzando e combinando ingredienti della tradizione gastronomica italiana senza banalizzazioni fusion di sorta. Varcando la soglia del ristorante, immersi in un tappeto sonoro unico, tra new wave, industrial, indie e alternative rock, il geniale cuoco Massimo Viglietti, conduce l’ospite in un seducente viaggio tra i classici della sua cucina creativa. Si va da Pesce marinato, tapenade di olive, cioccolato bianco, uovo strapazzato e peperoni confit alla Crema di zucca, scagliette di cioccolato amaro, emulsione di prezzemolo, robiola, anguilla affumicata al the, passando per cappasanta, foie-gras fresco d’anatra, riduzione di coca cola, purè di mela, scoppiettino I menu sono rigorosamente degustazione ma non seguono i tradizionali canoni occidentali di divisione a seconda delle portate. Sono dei veri e propri percorsi di viaggio. «Il mio cliente deve venire al buio, senza avere delle aspettative che magari sarebbero disattese. Voglio che esca da Taki Off frastornato, cioè non sappia di essere a Roma piuttosto che a Milano, che abbia quasi preso un cazzotto che lo disorienti. Deve uscire soddisfatto e divertito, aver trascorso una bella serata e aver fatto divertire anche noi. Secondo me tutto ruota attorno al concetto di anarchia. Non c’è filo logico o meglio questo è rappresentato da come intendi fare la serata. Le cene da noi lavorano sul carattere, sull’esperienza, sull’umorale, sul quanto è bello e diverso andare a mangiare fuori. Io sono contro gli schemi. Il cliente è ad oggi ancorato a delle comfort zone che lo rassicurano. Bisogna smuoverlo da queste aree. In cucina ha un valore soprattutto la passione e la voglia di fare questo lavoro. Voglia e passione, sacrificio e spirito di squadra. Conta essere umili e tranquilli. I punti sono sempre di partenza. Vivo il presente proprio perché è un regalo, cerco di non avere remore e rammarichi so di aver dato il massimo. A chi entra nel mio locale propongo tre percorsi diversi, da 5, 7 e 9 portate. Il divertimento è che sono tre tragitti distinti dove il primo, quello più breve serve al pubblico che magari deve andare al cinema, a teatro o a ballare, e gli altri due riservati alla clientela più gourmet, che ti permettono di cogliere meglio la mia mano e la mia filosofia. La materia non devi guardarla in quanto tale, oggi quello che è più importante è il corollario, tutto quello che c’è attorno. Penso a lavorare un pomodoro, una melanzana in maniera diversa, che esca dai classici canoni, ma che è intrigante e al tempo stesso è una palestra nuova per il palato. Se tu ne hai uno abituato sempre e solo ad una prospettiva a 180 gradi perdi gli altri 180, e non è giusto. Bisogna vivere l’intera giornata, non essere solamente una creatura o diurna o notturna. È necessario cercare di capire che tutto quanto va messo in discussione e regala emozioni».


Giulia, tra tradizione e innovazione

Giulia, un salotto del gusto che si affaccia sul Tevere Pasqua a Roma? Ecco i migliori ristoranti dove mangiare

Giulia, un salotto del gusto che si affaccia sul Tevere

Tra i nomi da segnare nel carnet, occhio al talentuoso Alessandro Borgo, cuoco del ristorante Giulia, un salotto del gusto che si affaccia sul Tevere. Piatti essenziali che esaltano la tradizione con creatività e menu dinamici legati alla stagionalità. «A Pasqua partiremo con il casatiello, ripieno con ciccioli, salame, uova, proseguendo poi con l’agnello alle mandorle, un must irrinunciabile. Rappresentano al meglio i concetti di tradizione e innovazione secondo lo stile di Giulia. Ovvero piatti classici trasformati con tecniche più di avanguardia. Imperdibile la Polpetta al sugo presentata in una variante insolita. Avrà la consistenza della carne cruda ma il sapore sarà quello classico e confortevole di una polpetta al sugo golosissima. Non mancherà il carciofo, cucinato in ogni variante. Fritto, alla giudia e in sottaceto. Per me insieme all’agnello, alle puntarelle e alla vignarola sono l’emblema di questa ricorrenza che va bagnata con vini biologici e bollicine italiane. Rispettare anche a Pasqua la stagionalità, sia per un livello di costo che di bontà, vuol dire essere sostenibili. E questo concetto ormai deve essere il nostro stile di vita. Ricercare ingredienti e materie prime eccellenti che grazie a tecniche moderne, rievocano al meglio i sapori della nostra infanzia che magari, avevamo perduto o rischiato di perdere».


E chi vuole esplorare il mondo di Borgo, Da Giulia Restaurant può optare anche per un menu degustazione che è il raffinato estratto di una carta variegata, dominata da sostanza, materia prima, territorialità e qualche felice incursione d’Oriente. L’offerta spazia dai piatti di mare come il Crudo di pesce, ostrica, limone e prezzemolo, a quelli di carne come l’Animella con broccoli, alghe e champonzu o il Carciofo alla Carbonara, disponibile però anche in versione vegan friendly. O un interessantissimo risotto che invece viene proposto affumicato, arricchito con anguilla e borragine ma è disponibile anche in versione vegana.


Aventina, carne protagonista

Aventina, la bottega-macelleria-ristorante Pasqua a Roma? Ecco i migliori ristoranti dove mangiare

Aventina, la bottega-macelleria-ristorante

Un modo insolito, ma sempre all’insegna dell’eccellenza, per trascorrere la Pasqua è Aventina, la bottega-macelleria-ristorante regno del cuoco Matteo Militello. Un tempio per gli amanti della carne ma non solo, dove sbizzarrirsi con i migliori tagli e frollature da tutto il mondo tra pregiatissime bistecche italiane, sashi finlandesi, wagyu e rubia gallega o vagare in un prezioso giacimento caseario che ripercorre tutte le regioni del Belpaese. Un menu ricco di spunti interessanti. «Importante su tutto stagionalità, freschezza e qualità, dalla verdura alla carne. Tecnica e qualità naturalmente al 50%. Posso essere bravo a fare il ragù quanto voglio ma se non impiego una carne di altissima qualità il risultato finale non raggiungerà il top. E per far questo non transigo appunto sulla carne. Personalmente mi accerto che provenga da allevamenti che non impiegano Ogm o antibiotici, puntando su piccole fattorie che esaltano il rapporto tra allevatori e animali riducendo al minimo lo stress per questi ultimi. Aventina ha inoltre un plus, tutto che quello che è comodamente servito al tavolo, è disponibile da asporto per essere cucinato a casa. Comprese le carni bianche da cortile, che sono al centro di alcune preparazioni che mi ricordano molto la mia infanzia. Nel menu, infatti, tra i cavalli di battagli, maggiormente apprezzati dalla clientela vi sono i pici al ragù bianco di cortile o il coniglio alla cacciatora, senza tralasciare la selvaggina. Un mondo che amo e che fa parte del mio percorso professionale da sempre. Selvaggina rigorosamente di origine dell’appennino tosco - emiliano».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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