Siamo a Capri. Mozzarella, pomodoro, basilico, olio: è l’insalata caprese che mutua il nome dall’isola, sebbene non sia propriamente nata qua. Se volete assaggiare qualcosa di veramente locale orientatevi piuttosto su dei ravioli ripieni di formaggio (principalmente caciotta) e maggiorana, serviti con sugo e basilico, oppure su un buon pesce all’acqua pazza, la cui preparazione prevede la cottura con pomodorini e aglio. Le specie ittiche maggiormente utilizzate sono saraghi, dentici, totani e pezzogne.

Cucina mediterranea con vista mare
Prima tappa: da Tonino
Due opzioni radicalmente diverse per testare le peculiarità di questa cucina isolana. Da Tonino. Mettete in conto una mezz’oretta abbondante dalla mitica Piazzetta per raggiungere questo ristorantino di semplice atmosfera dove accomodarsi nelle giornate più miti. La cucina calca il solco della tradizione locale con i primi piatti (vedasi i sublimi Ravioli Capresi con salsa di datterini) tra i must have. Ricca scelta fra i tre menu degustazione “Vegetariano” Contrasti” e “Materia”. Ottima anche la selezione enoica. Abbiamo degustato per l’occasione un ottimo Rosato. Il 2021 Igp Paestum San Salvatore 1998. Da uve Aglianico in purezza proveniente dal Comune di Paestum nel Cilento. Affina per 6 mesi in vasche d’acciaio e si presenta di una veste rosa chiaretto esprimendo delicati aromi di frutta fresca e note salmastre di iodio e mare.
Seconda fermata: Gennaro Amitrano
Altra tappa da segnalare Gennaro Amitrano. Con il trasferimento nel nuovo luminoso locale con vista sui Faraglioni Gennaro Amitrano sembra aver raggiunto la sua maturità professionale anche in virtù di una solida tecnica che poggia su passate importanti esperienze. In questa direzione spicca in particolare la superlativa “pazza” Zuppa fredda di fagioli borlotti, sashimi di ombrina bocca d’oro, fagiolini, fondo di ombrina bocca d’oro e tartufo nero. Nel bicchiere il Katà Catalenesca del Monte Somma Cantine Olivella 2020. Da uve Catalanesca in purezza. Giallo denso e saturo. Spigliato nei profumi di melone e pesca nettarina, con suadenti sensazioni di zucchero a velo e fiori d’arancio. Sorso accogliente e materico. Si fa notare la presenza dell’alcolicità ben legata alle durezze. Finale sapido e durevole.

Da Amitrano
Gambrinus, un caffè per assaporare Napoli
Da Capri a Napoli dove la tazza “e café celebrata dalla canzone napoletana viene raccontata dai monologhi d Eduardo De Filippo con un preciso disciplinare per gustarla al meglio sul quale non possiamo dilungarci. Il benvenuto in città è quello del Gran Caffè Gambrinus
La cucina della città
Andiamo al sodo. Carne e pesce per una cucina moderna e di chiara comprensione che gioca su colori e contrasti, ma senza eccessi alla Casa a Tre Pizzi. I due fratelli titolari ci orientano verso il menu degustazione adattissimo per una prima volta. Una giostra dove sali e non vorresti scendere più. Da non perdere il giro della Pasta mista in brodo di patate, polvere di pomodoro, sedano a acqua di provola. Vale il viaggio. Da una carta dei vini in progress scelgo il Fiano di Avellino 2020 di Guido Marsella. Fiano pulito, fresco, di un giallo paglierino consistente. Note al naso di fieno, frutta a polpa gialla e biancospino. Sentori che ritornano al palato con una chiusura marcatamente sapida. Obbligatoria non lasciare la bella Napoli senza godere del conforto di una buona pizza.

Tre Pizzi
Tanto caos, ma ne vale la pena
Dai Tre Pizzi ai Tre Santi, A Concettina si perdona facilmente il caos nel meccanismo delle prenotazioni e la coda disordinata. L’attesa è ampiamente ripagata sia che si assaggi una semplice “Marinara" a base di Pomodoro San Marzano Dop, Aglio bianco di Napoli, Origano selvatico di Salina. Olio evo o che ci si lasci avvolgere letteralmente nel percorso degustazione, un vero e proprio viaggio tra le tante ricette napoletane applicate sulla base pizza.
Un vino curioso, Il Fric 2020 dell’Azienda Agricola Casebianche di Elisabetta Luorio asseconda il percorso gustativo alla perfezione. Vino ottenuto con uve 100% di Aglianico del Cilento trattate con il metodo ancestrale. Questo spumante non va incontro a sboccatura ma viene proposto integro sui propri lieviti. Si presenta di un colore rosa vivo. Al naso compaiono aromi di frutta a bacca rossa, ribes, linee speziate e di frutta secca. Compatta la schiuma e chiusura su toni minerali. Una sorpresa. Da Napoli è tutto.