Appennino Appetibile e Appetitoso, uno slogan vincente a intendere cosa è e cosa si accinge a divenire nel breve tempo la nostra cordigliera montuosa che vogliamo definire la Montagna del Mediterraneo. La rassegna di eventi serali proposti da Vincenzo e Daniela Naschi, titolari del Relais Borgo Campello, ha avuto suo fulgido preludio nell’ultima settimana di luglio e sta entrando nel vivo con il dovizioso e pregevole cartellone del mese di agosto.
Mozzarella di Bufala Dop e Prosecco si incontrano sull'Appennino
Prosecco e Mozzarella di Bufala Dop si incontrano sull'Appennino
È plenilunio: la luna piena è propensa a donare a chi merita un sontuoso scialle di lana di colore bianco. Poi non vorrà intrigarsi e sapere come, dove e perché verrà indossato. Le è sufficiente sapere che la persona che lo indossa è felice. Omaggio all’astro d’argento nelle notti del plenilunio di luglio (24 e 25) con la Mozzarella di Bufala Campana Dop degustata tal quale come aperitivo, a essa abbinando in appropriati calici l’eccellente Prosecco Rosè Doc fatto da Villa Sandi. L’abbinamento ha incontrato il pieno gradimento degli ospiti. Leggere quanto sapienti lavorazioni di cucina hanno reso la Mozzarella di Bufala Campana Dop la ghiotta pietanza di cena sontuosa.
Vincenzo e Daniela Naschi, titolari del Relais Borgo Campello
Senete Falanghina, abbinamento da gustare al chiaro di luna
Nell’appropriato calice, a rinnovare l’intesa con la magia del plenilunio, la Senete Falanghina fatta da La Guardiense, di cui è enologo Marco Giulioli. Da sole uve Falanghina, da viti la cui età media è 15 anni. La fermentazione è interamente svolta in acciaio a temperatura tra i 12 e i 15° C per circa 20 giorni. L’affinamento è in bottiglia. L’imbottigliamento avviene nella primavera dell’anno successivo alla vendemmia. Ammalia, da janara qual è, quel suo colore giallo paglierino brillante. Di pericolosa piacevolezza il tocco agrumato al naso. Sentore agrumato che, ammaliante ancora, si ripresenta in bocca. Questa Falanghina è nuovamente nei calici, rivelandosi abbinamento felice quanto intrigante, nella cena dedicata alla Colatura di Alici di Cetara.
Gli ingredienti della cena
Spaghetto alla colatura di alici? Basta scegliere le materie prime giuste
Cetara è borgo di pescatori e qui da sempre la pesca prevalente è quella delle alici. Quelle belle e saporite alici di questa zona del Tirreno. Belle davvero per quanto, a incontrarle in branchi nel mare, il loro guizzare e nuotare appare un dolce scuotere scialle di argento. Tale la generosità del mare che da millenni si è trovato il modo di differire il consumo delle alici rispetto al momento del pescato, imparando sagge e ben funzionali tecniche di conservazione: sott’olio e sotto sale le due più comuni. E il garum fu il nome dato dai Romani, qualche millennio fa, a una salsa di pesce ottenuta dalla lavorazione delle alici. Parente alla lontana del mitico garum, a cui i Romani attribuivano anche poteri afrodisiaci, è la Colatura di Alici.
Spaghetti alla Colatura di Alici di Cetara, quindi! Sì, ma quali spaghetti? Lo spaghettoro di Verrigni. E quale Colatura di Alici di Cetara? Quella di Iasa. Utilizzando il tonno di Iasa, la brigata di cucina fa arrivare in tavola, garbato e professionale il servizio, uno squisito vitello tonnato. Agosto è alle porte e l’Appennino Appetibile e Appetitoso è pronto a disvelarsi ancora.