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Borgo Petroro, un castello vittorioso grazie alla cucina di Oliver Glowig

Lo chef è approdato in Umbria per guidare il ristorante del relais, Locanda Petreja, e i clienti hanno subito apprezzato. Una cucina di territorio con qualche piatto storico dal suo repertorio stellato

di Alberto Lupini
direttore
 
15 novembre 2021 | 18:24

Borgo Petroro, un castello vittorioso grazie alla cucina di Oliver Glowig

Lo chef è approdato in Umbria per guidare il ristorante del relais, Locanda Petreja, e i clienti hanno subito apprezzato. Una cucina di territorio con qualche piatto storico dal suo repertorio stellato

di Alberto Lupini
direttore
15 novembre 2021 | 18:24
 

Riscoprire l'eccellenza della cucina del territorio interpretata da Oliver Glowig e lasciarsi trasportare dalle coccole di una spa d'eccezione. Questo è quello che possono scoprire i clienti che soggiornano a Borgo Petroro (a Todi, Pg), nel cuore “verde” d’Italia. Il castello trasformato in relais, di proprietà di Alessandro D’Alimonte, è un indirizzo ideale per ritemprare spirito e mente. Il maniero risalente al XIII secolo è pieno di fascino ed è rinato come oasi di pace dell’hospitality dove privacy e riservatezza hanno il sapore di un luogo autentico immerso tra gli argentei uliveti delle colline umbre.

Il borgo è anche una meta ideale in cui rifugiarsi per gli appassionati di turismo enogastronomico. È qui che regna Oliver Glowig, già due stelle Michelin: è lui a guidare, infatti, il ristorante nel castello, la Locanda Petreja, chiamata così in omaggio alla Gens Petreja che nell’Antica Roma abitò nel Castrum che sorgeva in questo territorio.

Oliver Glowig A Borgo Petroro colpisce subito la cucina di Oliver Glowig

Oliver Glowig

Il rilancio di Glowig

Dopo l’estate della spensieratezza, è arrivato l’autunno della maturità per il resident chef Oliver Glowig, nuovamente ispirato da un territorio che è capace di regalargli ancora meraviglia, un poetico stupore che riecheggia nei piatti del nuovo menu, concepito come la summa della sua esperienza, espressa attraverso tre diversi percorsi degustazione, con dei piatti rappresentativi, specialità della Locanda, nati dalla costante connessione dello chef con il territorio, in un sfida continua grazie alla quale si riportano in auge prodotti ormai dimenticati. Non mancano, infine, piatti esclusivamente vegetariani, apprezzati anche da chi solitamente a tavola apprezza anche cinghiale o pollame.

 

Dove Glowing ha ritrovato l'amore per stare in cucina

«Il progetto - spiega lo chef a Italia a Tavola - è nato quasi per caso, ma io mi sono subito innamorato del posto, dell’Umbria e delle sue materie prime. Ho ritrovato l'amore per il mio lavoro, mi diverto, abbiamo una bella clientela nonostante siamo aperti solo dal 3 maggio e siamo contenti. Non mi aspettavo che potessimo lavorare così tanto sin da subito, c’è clientela che ritorna e sono grandi soddisfazioni».

Il dehor A Borgo Petroro colpisce subito la cucina di Oliver Glowig

Il dehor

Un passaggio delicato per Glowig che ha portato in Umbria il meglio del suo repertorio ma ha dovuto anche adeguarsi ad un posto così particolare come un borgo medievale nel cuore dell'Italia: «Come materie prime - ha osservato - uso quelle della zona, che offre davvero tanto. La mia cucina è sempre quella dove la materia prima è l’ingrediente principale. Ho lasciato qualche vecchio piatto come le Eliche cacio&pepe con i ricci di mare, i clienti me lo chiedevano sin dall’inizio e le ho messe in carta. Ci sono anche piatti nuovi nati qui, come: Bottoni con ortica, ricotta, lumache e salsa al Grechetto di Todi. C’è un piccione, che amo, e qui viene allevato a 5 km dal nostro castello: è di ottima qualità ed è uno dei piatti più richiesti».

Il piccione è diventato una sfida per tanti cuochi, tra bassa temperatura, cottura tradizionale, forno: interessante capire come lo propone Glowig: «Sono due petti che vengono uniti - spiega - al centro c’è una farcia fatta con le cosce, frutta secca caramellata, olive essicate: c’è questo contrasto tra dolce e salato e lo servo con una crema di cipolla di Cannara, umbra, molto dolce e inserisco anche panna acida per dare un po’ di freschezza». E il risultato è un piatto straordinario che da solo vale una stella Michelin che non potrà non arrivare...

Indimenticabile e richiestissimo anche il suo uovo fritto: «Anche questo è in carta - dice lo chef - l’ho avuto in estate con zucchine, fiori di zucca (tutto raccolto nel nostro orto) e ora la versione invernale con funghi, tartufo e cotechino». Un altro must della cucina di Glowig che non si può certo perdere.

Glowig ha lo spessore e l'esperienza anche per "uscire" un po' dalla sua cucina e dare un parere su quello che sta accadendo nei ristoranti italiani in quest'epoca così complessa, ma ricca di spunti e possibilità: «Io credo che ognuno dovrebbe trovare il suo stile - dice - e seguire meno mode e tendenze, questa è la mia filosofia, la mia cucina è questa e difficilmente la cambio. Bisogna ancora riconoscere la materia prima, usare pochi ingredienti, io dico sempre: abbinare i prodotti, ma non coprirli».

Nella carta dei dessert fa il suo ingresso la Mela a sonagli, così chiamata per il caratteristico suono che riproduce durante il suo scuotimento, frutto che lo chef ha scoperto durante le sue spedizioni sul territorio. Spiega Glowig: «Stavo a Passo della Palomba, il frantoio dove prendiamo l’olio Evo e la proprietà mi raccontava che un tempo qui c’erano tutti meleti. Così mi ha iniziato a parlare della Mela a sonagli, un’antica varietà che neanche gli umbri conoscono. Un professore dell’Istituto Agrario di Todi mi ha indicato uno degli ultimi coraggiosi produttori: sono andato di persona a Casa del Diavolo e ho preso l’intero raccolto, 150 chilogrammi di mele per realizzare un dolce in diverse consistenze». Alla base, c’è un biscotto che sostiene tutte le espressioni della mela nelle fattezze di sorbetto, in versione sciroppata, sotto forma di ganache e come gelatina di aceto di mele.

 

Tavola e relax, un connubbio perfetto

L’esperienza multisensoriale a Borgo Petroro si completa con la programmazione di coinvolgenti attività che uniscono i piaceri della tavola al benessere psicofisico. Le mille e una notte è il pacchetto di un soggiorno di coppia appassionata di cibo e alla ricerca del relax. Nell’offerta sono inclusi: la camera Royal Delax con area spa privata e bottiglia di Champagne di benvenuto; un aperitivo con prodotti locali; una cena gourmand presso Locanda Petreja dove si avrà la possibilità di scegliere tre portate dall’intero menu; un massaggio di coppia da 50 minuti “Total Body Relax” nell’area spa; late check out alle ore 14 (costo totale per due persone, euro 620).

Borgo Petroro A Borgo Petroro colpisce subito la cucina di Oliver Glowig

Borgo Petroro

L’Enogastronomia di lusso promette, invece a “wine lovers” e buongustai, una full immersion di un long weekend con due notti di permanenza in una camera Classica. Sono compresi: una degustazione di vino (quattro varietà diverse con tagliere) nella affascinante cantina di Borgo, ricavata nella antica cappella medievale; una cena degustazione da sette portate a cura dello chef; l’uso esclusivo per un’ora della spa con calici di prosecco e tagliere; aperitivo e cena gourmand di tre portate sempre a Locanda Petreja (il prezzo totale del pacchetto è di 650 euro).

Gli appassionati di cucina, inoltre, potranno partecipare a delle interessanti coking class autunnali della durata di tre ore con un antipasto, un primo e un dolce, in compagnia di chef Oliver Glowig e della sua brigata, pronti a dispensare consigli e a condividere segreti su ricette e prodotti. I corsi sono ideati per singole persone, per le coppie o per un momento da condividere con gli amici, e prevedono su richiesta anche le spiegazioni in lingua inglese e tedesca.

Al termine delle lezioni, i partecipanti si fermeranno a cena, per testare subito i piatti da loro preparati! Infine, per nutrire anche lo spirito, dal Borgo, salendo in sella a delle ebike con pedalata assistita, affittabili presso il relais per quattro ore a 25 euro o anche con degli scarponcini da trekking ai piedi, si può partire per immergersi tra i caldi colori della natura autunnale, affrontando panoramici sentieri che tagliano fitti boschi e fiancheggiano filari di vigneti già accesi di rosso e arancione. A pochi chilometri, invece, torreggia una delle località più visitate dell’Umbria: Todi, gioiello medievale ricco di fascino e storia.

 

Borgo Petroro
Vocabolo Castello Località, 06059 Todi (Pg)
Tel. 075 997 8543
www.borgopetroro.it

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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