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Torino, all’antico San Giors pronto il menu di primavera

Ristorante e hotel, è uno dei più longevi del capoluogo piemontese, insieme al Del Cambio e il Dogana Vecchia. In cucina, il giovane chef Paolo Ribotto.

di Piera Genta
 
09 marzo 2020 | 12:50

Torino, all’antico San Giors pronto il menu di primavera

Ristorante e hotel, è uno dei più longevi del capoluogo piemontese, insieme al Del Cambio e il Dogana Vecchia. In cucina, il giovane chef Paolo Ribotto.

di Piera Genta
09 marzo 2020 | 12:50
 

Il quartiere Borgo Dora è un microcosmo unico dove convivono botteghe antiquarie, semplici rigattieri, vecchie e nuove osterie, fuori dai circuiti architettonici più conosciuti di Torino, ma all’interno di un tessuto sociale importante della città. In un angolo della via che porta il nome del quartiere troviamo l’Albergo Ristorante San Giors, la cui data di apertura certa è fissata al 1815 ma la storica locanda pare esistesse già prima della costruzione dell’attuale sede.

Paolo Ribotto (al centro) e i suoi aiutanti in cucina - Torino, all’antico San Giors pronto il menu di primavera
Paolo Ribotto (al centro) e i suoi aiutanti in cucina

Dal 2017 l’architetto Simona Vlaic ha rilevato l’intera struttura rinnovandola e facendola diventare una dei protagonisti della ristorazione e dell’hotellerie della città. Da non dimenticare infatti che, dopo il Del Cambio e il Dogana Vecchia, il San Giors è il secondo ristorante il secondo albergo più antico della città, inserito dal 2013 nell’elenco dei Locali storici d’Italia.

La sala del ristorante - Torino, all’antico San Giors pronto il menu di primavera
La sala del ristorante

In cucina il giovane chef Paolo Ribotto che in questi giorni sta cambiando alcuni piatti del menu per adattarli alla nuova stagione primaverile. Entrano in carta i Rabaton di ricotta ed erbette di campo, ragù di salsiccia di Bra con scaglie di Bra duro ed origano fresco (un primo piatto classico della cucina alessandrina), gli agnolotti ripieni di salampatata conditi con un delizioso sugo di carciofi dal profumo fragrante del succo di yuzu, piccolo agrume giapponese.

Non mancano gli irrinunciabili ovvero la degustazione di antipasti piemontesi, vitello tonnato, giardiniera, insalata russa, acciughe al verde; il bollito misto servito in terrecotte individuali con il brodo di carne, le verdure lesse, le sette salse ed un assaggio di plin fatti in casa da cuocere nel brodo. Tra le antiche curiosità torinesi si racconta che proprio in questo locale sia stato perfezionato il servizio del bollito al carrello e che venne creata l’espressione “bere il bicchiere della staffa” ovvero l’ultimo bicchiere quando si era pronti per montare a cavallo. Un elegante carrello di formaggi piemontesi e i dolci, dal classico tiramisu al gelato al blu del Moncenisio, crumble al cacao e composta di pere (irrinunciabile) completano l’offerta gastronomica. Tutti i prodotti utilizzati in cucina sono acquistati dai commercianti del vicino mercato di Porta Palazzo.

Interessante l’offerta della colazione a buffet, aperta non soltanto ai clienti dell’albergo, ma alla città che alla domenica dalle 8,30 alle 10,30 si arricchisce con proposte sfiziose che vanno al di là delle dolcezze, tutte preparate dallo chef e dalla sua brigata. Una brigata giovane ed internazionale con Arif, arriva dal Bangladesh, e con precisione ogni giorno si dedica alla preparazione della pasta fresca (sono suoi i meravigliosi agnolotti del plin, piccoli e tutti uguali), ed ancora Lorenzo e Daniel, stagisti filippini, e Marco il sous-chef di Paolo coadiuvati da un servizio in sala di persone giovani e competenti.

Il San Giors è anche locanda, o meglio labergo a tre stelle completamente rinnovato. Tredici le camere, che proprio come impone l’atmosfera di una volta, sono senza televisione e senza telefono, sono tutte diverse tra loro, e decorate da artisti contemporanei locali ed internazionali che provengono dal  mondo della grafica, della fotografia e dei graffiti come Paco Guillén, Riccardo Lanfranco, Fjodor Benzo, Fabiano Speziari, Michele Liuzzi, Edoardo Romagnoli, Anna Vinzi, Alessandro Berarsi, Bruno Petronzi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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