Il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri si è abbattuto come una scure. Veloce e affilato. Mano pesante soprattutto sui pubblici esercizi, su un comparto, quello della ristorazione, che con fatica sta tentando di rialzare la testa. Italia a Tavola, dopo aver tastato il polso ad alcuni cocktail bar lungo la dorsale del Paese, oggi punta i riflettori suristoranti e pizzerie. Un’indagine flash tra Milano, Padova, Napoli e Bari per capire, a caldo, quanto sia penalizzante la chiusura a mezzanotte per chi fa servizio al tavolo.
Orecchiette à Porter, Milano
Nel capoluogo lombardo abbiamo visitato
Orecchiette à Porter, locale street food inaugurato, con coraggio e determinazione, a metà luglio. Dieci tavolini all’esterno con funghi riscaldanti previsti per la stagione invernale. «Non effettuiamo servizio al tavolo – spiega
Giorgia Esposito, la responsabile di questo nuovo format - La clientela ordina, paga alla cassa automatica e si accomoda all’esterno per il consumo. Siamo però agevolati dal nostro orario, dalle 12,00 alle 21,30 e alle 22,30 il venerdì e il sabato.
In base al Dpcm perdiamo tra la mezz’ora e l’ora, a seconda dei giorni, ma possiamo continuare con il take away e il servizio delivery fino alla chiusura. In ogni caso tutte le sere i tavoli vengono ritirati entro le 21,00 e ricollocati il giorno successivo. Saremmo danneggiati se il divieto del consumo al tavolo fosse anticipato alle 20,00».
Al Sorso Preferito, Bari
Sempre cucina pugliese, ma questa volta a Bari,
Al Sorso Preferito, regno del pesce fresco e degli Spaghetti all’assassina. Qui è stata fondata la loro Accademia. «Dobbiamo ancora farci un’idea in merito a questa nuova virata istituzionale – spiega
Pietro Lonigro, l’anima del ristorante, cuoco e titolare – Durante la settimana di solito per mezzanotte abbiamo chiuso. Ieri era una giornata fredda e c’era poca gente in giro, vai a capire se per il meteo o per il Covid e i suoi decreti. Non abbiamo comunque problemi per il distanziamento fisico e disponiamo di tavoli all’esterno. Il limite, di sera, sono le temperature, ma abbiamo l’opportunità di rifarci all’ora di pranzo. Per il momento si naviga a vista. Il mio pensiero va ai bar e ai pub, i veri penalizzati da questa manovra».
Starita a Materdei, Napoli
Per quanto riguarda le pizzerie ci spostiamo a Napoli, in un locale che è storia nazionale ormai da 120 anni:
Starita a Materdei. «Non ci danneggia l’orario di chiusura, non siamo un locale notturno – racconta
Antonio Starita – ma lo stato d’animo generale e la mancanza di turisti. Ci stavamo riprendendo e siamo di nuovo in recessione. Siamo imprenditori e nel mio caso sto reggendo per tutelare i dipendenti. Purtroppo in questo momento si vive di speranze.
Queste nuove regole danneggiano i locali che aprono tardi. I bar serali hanno poco margine di lavoro».
Rossopomodoro, Padova
«La chiusura a mezzanotte – puntualizza
Renato Catanzaro, titolare di Rossopomodoro Padova – per noi non è un problema. La vera criticità può essere rappresentata dalla clientela fuori dal locale, in coda e distanziata, che aspetta che si liberi il proprio tavolo. Oggi questo non è più possibile. La prenotazione per noi è una consuetudine, ma non si può avere la certezza che un tavolo sia pronto allo spaccare del secondo. Il nostro è un mondo di convivialità ed è fisiologico che i tempi si possano dilatare. Questo è un aspetto su cui di deve riflettere,
una problematica da risolvere di corsa».