I Campi Flegrei, Napoli-ovest, sono luoghi mitici: gli inferi, la Sibilla Cumana, Capo Miseno, Pozzuoli quale porto commerciale di Roma. Per decenni la ristorazione flegrea è stata poco più che banchetti nuziali.
Ma grazie all’intraprendenza ed alla tenacia di alcuni giovani ristoratori anche qui lo scenario evolve e vi è un’offerta pronta ad intercettare le nuove esigenze di una clientela gourmet che si fa sempre più avveduta, consapevole ed esigente.
Quale piacevole sorpresa quindi nello scoprire, su picco collinare che separa i laghetti del Fusaro e di Averno, l’
Osteria Abraxas. Ne è patron il visionario Nando Salemme, flegreo purosangue. Visionario perché oltre a lanciarsi la sfida della ristorazione di qualità, commette ulteriore atto lodevole: in zona di mare e di mitilicoltura, in zona dove si va “a mangiare pesce e zuppa di cozze”, in area siffatta, imposta una cucina che attinge ai rigogliosi orti flegrei, laddove il terreno vulcanico apporta sapori spiccati, ed attinge, sapendo individuare gli anelli giusti di filiera, ai migliori pascoli ed alle migliori carni.
Carni, attenzione, non soltanto di provenienza certa e pertanto certificata, ma che hanno anche la giusta frollatura ed acquisiscono pertanto quella pregevolezza organolettica e quella voluttà palatale oramai smarrita e, melanconico paradosso, talvolta addirittura percepita come sintomo di qualità inadeguata. Insomma, carni prelibate che vengono ben preparate e ben servite.
Ampie sale su due piani e tavoli all’aperto con vista mozzafiato su lago e su mare, per le lunghe estati flegree. Servizio premuroso e gentile. Dal menu del giorno, gnocchetti di patate in ragù di maiale, una vera prelibatezza per quanto emergono evidenti le maestrie del fare secondo ricette che chiedono la pazienza dei tempi lunghi; a seguire pancia di maiale di Cinta Senese con valeriana e cipollotti in agrodolce. Buoni i carciofi grigliati sott’olio.
Nel calice, alla giusta temperatura, un vino emblematico dell’area flegrea, il Piedirosso. Nando Salemme è tra i ristoratori, ancora pochi, che consentono, il cosiddetto “byob”, ovvero dare facoltà al cliente, posto il rispetto di alcuni prerequisiti, di portarsi da casa la bottiglia di vino. A compimento del pranzo un sontuoso tortino di mele fatto in casa. Di commovente onestà il conto. Calice di vino incluso, esso ha lambito i quaranta euro.
E così, a giovani appassionati e competenti ristoratori flegrei affidandosi, quest’area unica al mondo per dovizia di impronte di civiltà succedutesi nei millenni, può legittimamente ambire a divenire attrattiva per flussi emergenti di turismo cosmopolita.
Per informazioni:
www.abraxasosteria.it