Non ci sono mai stati dubbi. Paolo Colleoni, uno dei rappresentati della famiglia che ha fondato e gestisce il ristorante una stella Michelin San Martino di Treviglio (Bg), è sempre stato tranquillo. Di più, consapevole.
Anche in quella che avrebbe potuto trasformarsi in una bufera che avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque. Veniamo ai fatti. Il 7 dicembre il locale ospita due gruppi, un’ottantina di persone. Festeggiamenti prenatalizi a base di crudité di pesce e ostriche, uno dei cavalli di battaglia del locale. Dopo quattro giorni due dei partecipanti alla serata - uno per gruppo - si recano al Pronto soccorso dell’ospedale di Romano di Lombardia con i classici sintomi del virus gastrointestinale. E un’altra ventina sembra abbia avuto problemi analoghi. Informata dal Pronto soccorso di Romano, l’Ats (Agenzia tutela della salute) inizia così il suo percorso di indagini, controllando il locale e mettendosi in contatto con tutti i presenti al ristorante la sera del 7 dicembre.
«Ben vengano i controlli che, tra l’altro, abbiamo richiesto anche noi, in modo da fare chiarezza. Da decenni trattiamo questi alimenti, li conosciamo bene e una cosa del genere non era mai capitata. Attendiamo l’esito delle analisi, poi faremo tutte le valutazioni», aveva dichiarato Colleoni a
Bergamopost.
Tranquillo e consapevole, appunto come confermano le sue parole al
Corriere della Sera: «Si era già capito che non si trattava di un’intossicazione, perché altrimenti avrebbe colpito tutti i clienti e con tempi più rapidi. All’Ats abbiamo fornito un campione delle ostriche. Ne trattiamo oltre 2 tonnellate all’anno comprandole da una ditta di Riec sur Belon, in Bretagna, nella Francia del Nord. Seguiamo con cura tutto l’iter previsto, si mantiene la catena del freddo e ogni mollusco servito deve essere ancora vivo. Tutto il personale è stato sottoposto ai test sulla salmonella, ma è risultato negativo».
Come aveva previsto Colleoni le analisi hanno individuato nel norovirus, la causa più diffusa per le gastroenteriti, il responsabile della contaminazione, che è però avvenuta in Francia, nel bacino dall’allevamento. Ristorante in regola e tranquillo, come lo è sempre stato il suo titolare. «Sono dispiaciuto per quanto accaduto - ha commentato Colleoni a Italia a Tavola – ma allo stesso tempo mi ha fatto piacere che l’indagine abbia evidenziato la nostra buona fede e il fatto che rispettiamo le regole e facciamo bene il nostro lavoro. Nessun problema con il fornitore. Lavoriamo con la ditta bretone da 15 anni e il rapporto è di assoluta fiducia».