Come e quale sia la modalità prescelta per visitare Capri (Na), una condizione è irrinunciabile: almeno un pernottamento. Magari inelegante a dirsi, ma purtroppo la dura realtà: Capri la si apprezza maggiormente dal tramonto all'alba piuttosto che nelle vocianti ore diurne. Occhio all'ultima nave che lascia il porto di Marina Grande e occhio, l'indomani alle prime navi che giungono. Ne consegue che visitare Capri comporta individuare l'albergo giusto.
Bouche di tonno scottato, su crema di cipollotto e crumble di tarallo napoletano
Posizione fatata, dall'alto a guardare i faraglioni, a toccarli con mano, la baia di Marina Piccola con le sue luci e, gagliardo dirimpettaio, il Monte Solaro. Siamo all'hotel cinque stelle lusso
Punta Tragara, dalla piazzetta distante un quarto d'ora di felpato cammino. Qui si acquartierò il comando statunitense nella fase finale della secondo guerra mondiale. Qui si è vissuta la frenesia degli anni spensierati della cosiddetta Dolce vita. Clientela cosmopolita, grande cura per l'ospite. Il comfort del lusso, ma non lo straripante sfarzo. Insomma, la vera eleganza. Grande maestria nella non semplice conduzione dell'articolata struttura è palesata affabilmente dal direttore Pietro Paolo Federico.
Ravioli di parmigiana di melanzane con sabbia di cacao
Si cena a bordo piscina, incantevole il panorama. Siamo al Monzù, il ristorante annesso all'hotel. In cucina il bravo Luigi Lionetti: caprese. Il servizio di sala, sommelerie inclusa, è semplicemente impeccabile: non una sbavatura, sempre la cordialità di un non affettato sorriso. Grande professionalità nel saper raccontare le pietanze, i vini, gli abbinamenti. Pani fatti in casa. Il benvenuto dalla cucina consiste in una delicata Bouche di tonno scottato, su crema di cipollotto e crumble di tarallo napoletano. Su suadente consiglio dello chef la cena principia con un delicato Bon bon di gamberi contornato da cremoso di mandorle, zuppetta di olive verdi e acqua di pomodoro con briciole di limone candito.
Lingotto alle mandorle e pere, con cremoso al mascarpone, sorbetto di mango e curry
Si prosegue con i Mezzi paccheri di Gragnano by Gerando Di Nola, al ragù. Sì, ma è ragù di polpo. Fuor di sineddoche, bellissimo il piatto. Buona la pietanza, con prorompente effluvio di sapido sapore. Sul timing di cottura dei mezzi paccheri ci sarebbe da opinare, ma anche ben si comprende che lo chef è al cospetto di clientela che magari ha opinioni sul concetto di “al dente” divergenti alquanto dalle nostre! Il competente sommelier Diego ci stimola a vivere contrappunti in calice. Si spazia dal Verdicchio di Jesi Classico ad un poderoso Trebbiano. Di colore rosa divengono i calici allorquando degustiamo, coerentemente alla successione delle portate, due grandi rosati del nostro Mezzogiorno.
Altro graditissimo primo: Ravioli di parmigiana di melanzane con sabbia di cacao. Esecuzione impeccabile, grande armonia. In funzione del pescato, con approvviggionamenti diretti dai pescatori locali, giunge in tavola un ottimo Dentice contornato dalla scarola maritata e da un supporto di aglio di Nubìa. Ed è su questo dentice che troviamo nel calice il poderoso Trebbiano d'Abruzzo Doc 2012 Riserva Masciarelli by
Marina Cvetic.
Parmigiana di melanzane con tocchi laterali di pesto al basilico
A compimento di tale cena, un dolce molto gradito: Lingotto alle mandorle e pere, con cremoso al mascarpone, sorbetto di mango e curry. Piccola pasticceria a delizia ulteriore. Lo chef Luigi Lionetti ha competenze solide e passione grande. Dalla sua altra dote, la più rara: schietta e radicata modestia. Tutto ciò gli consente agevolmente di soddisfare i palati esigenti della sua cosmopolita clientela e di porsi obiettivi sani e forti di ulteriore crescita. Notte.
Polpo alla griglia con zucchine e broccolini
L'indomattina prima colazione memorabile. Buffet gioioso, servizio impeccabile con un “benvenuto” che è anche sorta di “buongiorno” davvero sorprendente. Ci mancava da anni, commovente la riproposizione, delle eggs benedict. A piedi, via Tragara, via Camerelle, piccola deviazione per momenti di mistica pace alla Certosa di San Giacomo e per momenti di tsunami per gli occhi e per l'olfatto ai Giardini di Augusto. La folla della piazzetta. La scalinatella verso piazza Cerio e poi i vicoli di Capri. Ambita la sosta. Siamo da
Mammà, il celebre ristorante stellato. A condurlo il bravissimo chef
Salvatore La Ragione (
nella foto); ne è tutor discreto, tocchi di apporto consulenziale, il grande Gennarino Esposito. Terrazza che guarda sull'isola e sul Golfo. Lontane Ischia e Procida.
Salvatore La Ragione
Tavoli ben apparrecchiati, lavagna con il pentalogo: 5 regole. Si riconosce la filosofia di Gennarino soprattutto per la quarta regola: “Mammà non ha celle frigorifere”. Il saggio e percorribile “frigorifero zero” quale risposta al chimerico “chilometro zero”! Prima di accomodarsi a tavola, si passa al limitare della laboriosa cucina per salutare lo chef. «Faccio io?». Sì, grande chef, fai tu. Di certo non si sbaglia!
Risotto alla zuppa di cozze
Arrivano i pani fatti in casa. Arriva un bel libro. No, non è un libro: è la carta dei vini! Tutto o quasi tutto il bere eccellente della nostra Enotria e delle altre grandi aree vocate del mondo. Il benvenuto dello chef consiste in una delicata Parmigiana di melanzane con tocchi laterali di pesto al basilico. Ed il primo che giunge in tavola è tra le più originali ed apprezzate creazioni di Salvatore La Ragione: Tagliatelle di seppia (nel senso che è seppia tagliata in sembianza di tagliatella) cotta lentamente a bassa temperatura con germogli primaverili e maionese di rape rosse. Nei calici l'eccellente Cabochon by
Monterossa.
Fagottini in farcia di ragù alla genovese su letto di fonduta di Parmigiano Reggiano
A seguire un saporito Polpo alla griglia con zucchine e broccolini. È una costante di Salvatore La Ragione dare apporto cromatico e gustativo ai suoi piatti mediante una calibrata presenza di verdure di stagione. L'omaggio al prode bistellato Gennarino Esposito consiste nella riproposizione di un piatto cult del maestro: Patata schiacciata con calamaretti. Chapeau! Altra sagace invenzione, molto ben riuscita, di Salvatore La Ragione: Risotto alla zuppa di cozze! Grande esecuzione: piatto con sapori volutamente decisi e forti.
Rombo contornato da vongole veraci
E poi, una pausa dal mare, una sbirciata amorevole anche a quanto la terra sa dare: Fagottini in farcia di ragù alla genovese su letto di fonduta di Parmigiano Reggiano. Qui lo chef palesa la sua grande tecnica ed i suoi fruttuosi decenni di esperienza. Dal pescato: Rombo contornato da vongole veraci. Altro piatto dai sapori forti e prelibati. Ed altra pausa dal mare con omaggio al Casertano: Maiale nero casertano con mela annurca ed ananas. Qui nel calice un appropriato Aglianico by Pietracupa. Un buon dessert sancisce il compimento di sì delizioso e lauto pranzo.
Maiale nero casertano con mela annurca ed ananasÈ costume caprese: non esiste il giorno di chiusura settimanale, ma esiste il lungo periodo di chiusura invernale. In sintesi, sia per l'hotel Punta Tragara che per i ristoranti Monzù e Mammà possiamo dire: sempre aperti da aprile ad ottobre. Chiusi da novembre a marzo.
Ristorante Mammàvia Madre Serafina 6 - 80073 Capri (Na)
Tel
081 8377472www.ristorantemamma.cominfo@ristorantemamma.itRistorante Monzù - Hotel Punta Tragaravia Tragara 57 - 80073 Capri (Na)
Tel
081 8370844www.hoteltragara.cominfo@hoteltragara.it