A “La Bürsch”, affascinante country house nella valle Cervo a Campiglia Cervo, in provincia di Biella, si è tenuta una cena-degustazione curata dalla chef Erika Gotta. In occasione di “Vèrmut”, rassegna giunta alla sua seconda edizione, Cashmere Gin è stato il protagonista dell’evento: ogni piatto è stato abbinato a cocktail a base di Cashmere Gin, per apprezzarne la morbidezza e la versatilità. Abbiamo gustato il cavolfiore abbrustolito con semi di zucca, bitter e senape e il risotto al burro affumicato, paté di fegato di coniglio, birra rossa, fondo di topinambur abbinato sapientemente a “L’alternativa” (Vino macerato dell’Oltrepò Pavese, Cordiale di timo limoncino, Cashmere gin e Mescal). Un’alternativa agrumata, pensata per togliere dalla bocca il gusto del risotto cremoso.
Cashmere Gin è stato tra i protagonisti dell'evento Vermut, manifestazione enogastronomica
“Vèrmut” è la manifestazione enogastronomica (13-16 aprile) che ha ripercorso le strade legate (Biella, Caluso e Torino) al famoso vino aromatizzato. Tra i superalcoolici più bevuti troviamo sicuramente il gin, frutto di una doppia fermentazione di cereali, ma ogni produttore sceglie con cura le erbe botaniche per dargli quel “quid” in più.
Federico Rebuffa e la storia di Cashmere Gin
Federico Rebuffa è un imprenditore biellese, attivo da anni nel mondo della ristorazione e, approfittando del periodo di calma forzata causata dalla pandemia, il 25 novembre 2021 ha lanciato “Cashmere Gin”, dove ha “osato “inserire tra gli ingredienti le fibre nobili del cashmere. Dopo aver cercato invano erbe aromatiche autoctone, anche all’interno dell’orto botanico del Santuario di Oropa, ha optato per due eccellenze del territorio che attingono dalla stessa sorgente d’acqua: Lauretana e Menabrea. Ha aggiunto in infusione per 15-18 giorni nell’alcool di qualità a 97° le fibre di Piacenza Cashmere, noto brand biellese, poi ha scoperto che, attraverso un processo salubre, l’alcool aggredisce le fibre sciogliendole, rilasciando cheratina. Alla fine, non gli è restato che assemblare gli ingredienti in un mix unico: acqua, alcool infuso con fibra di cashmere, birra rossa Menabrea, bacche di ginepro e distillato di fiori di cardo per bilanciarli alla parte amaricante della birra. Ha preso il cardo perché è il simbolo di Piacenza Cashmere; infatti, con l’antica tecnica della garzatura viene utilizzato per produrre pregiate fibre.
La Bursch, country house di Campiglia Cervo, ha ospitato la degustazione di Erika Gotta
È nato un gin di nicchia, avvolgente, dal profumo morbido: piacevole a fine pasto sorseggiato puro, oppure con una tonica o nei cocktail, come l’abbiamo assaggiato noi. È caratterizzato da un packaging raffinato: una bottiglia arrotondata, un’etichetta particolare, morbida al tatto, tessuta a jacquard e ricamata con un filo di bronzo.
Una bottiglia di Cashmere gin
Cashmere Gin, una confezione di gin ideale per le coppie
Ultima novità: in occasione di San Valentino è nata una confezione piccola, ideale per una coppia che lo desideri assaggiare. «Mi sono ispirato guardando un capo di Piacenza Cashmere, che ha etichette morbide per non irritare la pelle di chi lo indossa», racconta Federico Rebuffa. «Fra poco arriverà “Cashmere Tonic” da abbinare al mio prodotto. L’idea è di entrare con il mio gin negli hotel di lusso o nei relais, soprattutto la bottiglietta è pensata per una stanza matrimoniale. Cashmere Gin fa parte di un progetto più ampio: l’idea è di creare una serie di distillati con fibre naturali. Il mio sogno nel cassetto è quello di diventare un produttore di alcoolici». Viste le premesse, ci aspettiamo grandi sorprese.