World Vegan Day, l'Italia tra calo dei vegetariani e dibattito sulla carne sintetica

Con un 6.6% di italiani che opta per diete vegetariane o vegane, il 2023 segna una lieve flessione rispetto al passato. Mentre l'Europa chiede maggiore tutela degli animali allevati, in Italia il tema della carne sintetica tiene banco a causa della netta opposizione della maggioranza di Governo. La giornata è quindi un momento che invita a riflettere sullo stato dell'arte del veganesimo nel nostro Paese

31 ottobre 2023 | 15:35
di Gabriele Pasca

L'1 novembre è un giorno che non passa inosservato per una fetta della popolazione che predilige il verde nel piatto. La Giornata mondiale del veganesimo, festeggiata in questa data, è un momento di riflessione sull'opzione di un percorso alimentare che si distanzia dai prodotti di origine animale. La data non è casuale: il primo giorno di novembre, infatti, ricorda la fondazione della Vegan Society a Londra nel 1944, l'embrione di un movimento che oggi conta sostenitori in ogni angolo del globo. La giornata è un pretesto per scatenare la creatività culinaria vegana tra le mura domestiche, o per esplorare nuovi sapori in compagnia di amici e colleghi. Ma è anche un momento che invita a riflettere sullo stato dell'arte del veganesimo in Italia, un Paese dove la tradizione gastronomica è profondamente radicata e spesso si scontra con le nuove tendenze alimentari.

Veganesimo in lieve calo: tendenza o riflesso culturale?

Il 2023 si attesta come un anno di riflessioni, con il 35° Rapporto Italia dell'Eurispes che getta una luce non del tutto brillante sul panorama vegano e vegetariano italiano. Con una percentuale complessiva del 6.6% tra vegetariani e vegani, il Bel Paese sembra mostrare una certa riluttanza nel lasciarsi sedurre completamente da questa opzione alimentare. Questo dato pone un interrogativo non banale: il “veg” è destinato a rimanere una scelta di nicchia o ci sono margini per una sua maggiore diffusione? Vegetarismo e veganesimo in Italia non sono fenomeni nuovi, ma le loro traiettorie di crescita hanno mostrato andamenti diversi nel corso degli anni. Il rapporto Eurispes 2023 evidenzia un quadro interessante, se non ambivalente, sulla presenza e la percezione di queste scelte alimentari nel bel Paese.

L'analisi dell'Eurispes: nel 2023 calo vegetariano e crescita vegana

Il dato complessivo del 6,6% di vegetariani e vegani nel 2023 mostra una leggera flessione rispetto al passato recente, quando nel 2021 la percentuale si attestava all'8,2%. Questo calo può essere interpretato in vari modi, e pone alcune domande pertinenti sull'attrattività e la sostenibilità di queste diete nel contesto italiano.

Analizzando i dati più da vicino, emerge che la percentuale di vegetariani è scesa dal 5,4% nel 2022 al 4,2% nel 2023, mentre la percentuale di vegani è aumentata dall'1,3% al 2,4% nello stesso periodo. Questa dinamica può suggerire una sorta di migrazione dalle scelte vegetariane a quelle vegane, forse spinta da una maggiore consapevolezza delle implicazioni etiche e ambientali associate al consumo di prodotti animali.

Età, geografia e istruzione sono fattori chiave nelle scelte alimentari

L'età gioca un ruolo significativo in queste scelte alimentari. I giovani tra i 18 e i 24 anni mostrano una maggiore inclinazione verso la dieta vegetariana (8,3%), mentre la fascia di età 25-34 anni mostra una preferenza più marcata per la dieta vegana (3%). Anche la geografia rivela delle differenze: il Nord-Ovest mostra la percentuale più alta di vegetariani e vegani (8,1% combinati), mentre nelle isole questa percentuale scende al 4%. Un altro aspetto degno di nota è l'impatto del livello di istruzione sulle scelte alimentari. Il rapporto mostra una correlazione tra un livello di istruzione più elevato e la propensione a seguire una dieta vegetariana, con una leggera deviazione per la dieta vegana, dove le percentuali sono più omogenee tra i diversi livelli di istruzione.

La barriera della tradizione: l'Italia resiste alla transizione verde

La transizione verso diete Plant-based è spesso presentata come una risposta ai crescenti problemi ambientali e di salute associati al consumo di carne. Tuttavia, la relativa stagnazione delle percentuali di vegetariani e vegani può suggerire che ci sono barriere significative che impediscono una più ampia adozione di queste diete in Italia. Tra gli ostacoli maggiori ci sono sicuramente la forte tradizione culinaria italiana, spesso centrata su prodotti di origine animale, e la disponibilità di opzioni vegetariane e vegane nei ristoranti e nei negozi di alimentari, che, sebbene in crescita, potrebbe non essere ancora sufficiente a supportare una transizione più ampia.

Gli italiani vogliono condizioni migliori per gli animali allevati

L'interesse verso il benessere animale non è un fenomeno circoscritto, ma trova riscontro in una porzione considerevole di cittadini a livello europeo e italiano. Secondo l'Eurobarometro della Commissione Ue, l'88% degli italiani desidera una maggiore tutela per gli animali allevati a scopo alimentare, in linea con l'84% dei cittadini europei che condivide questa aspirazione. In un quadro più ampio, gli allevamenti intensivi globali ospitano circa 23 miliardi di animali, un dato che esclude i circa 111 miliardi di pesci allevati annualmente dall'industria ittica. La macellazione quotidiana di animali nel mondo tocca cifre considerevoli: 900mila mucche, 1,7 milioni di pecore, 3,8 milioni di maiali, 202 milioni di polli e centinaia di milioni di pesci.

L'anno 2021 ha visto il numero di animali macellati per la loro carne attestarsi a 83,58 miliardi, un incremento notevole rispetto ai 8,61 miliardi del 1961. Rispetto al benessere degli animali allevati a scopo alimentare, l'Eurobarometro rivela una forte concordanza tra i cittadini europei ed italiani. Il 94% degli europei e il 93% degli Italiani ritengono che gli animali abbiano bisogno di un ambiente adatto alle loro esigenze fondamentali. L'89% degli Europei ed il 91% degli intervistati in Italia si esprimono inoltre contro le mutilazioni, mentre una percentuale simile si dichiara favorevole al divieto dell'allevamento di animali in gabbie singole.

World Vegan Day: l'appello di Animal Equality Italia

«Il World Vegan Day - commenta Ombretta Alessandrini, Coordinatrice delle Campagne di Animal Equality Italia - è un'occasione per riflettere sull'importanza di compiere scelte critiche e consapevoli a tavola, ma non solo. Negli allevamenti intensivi, gli animali sono infatti vittime di abusi e maltrattamenti: molti di loro trascorrono gran parte della loro esistenza in gabbie talmente piccole da non lasciare loro lo spazio per muoversi; altri sono trasportati per ore o addirittura settimane via terra e via mare in condizioni igienico-sanitarie pessime verso i macelli, accumulando stress e sofferenza. Smettere di consumarli significa opporsi al sistema di sfruttamento estremo e crudele che li opprime».

Carne sintetica: favorevole solo il 4,4% degli italiani

La ricerca di alternative sostenibili e etiche alla carne tradizionale ha portato allo sviluppo e alla commercializzazione di carne sintetica, ottenuta attraverso la coltivazione in laboratorio di cellule staminali animali. Una innovazione tecnologica che promette di rivoluzionare il settore alimentare; tuttavia, l'accettazione di tale prodotto da parte dei consumatori rappresenta una sfida non trascurabile. Secondo i dati dell'Eurispes, infatti, la maggior parte degli italiani mostra una certa riluttanza verso la carne sintetica. Il 73,6% degli intervistati esprime contrarietà: più precisamente, il 36,8% dichiara di essere certo che non consumerebbe carne sintetica, e una percentuale identica afferma che probabilmente non lo farebbe. Dall'altro lato, solo il 26,4% mostra una apertura verso questa innovazione, con il 22% che dichiara che probabilmente la consumerebbe e il 4,4% che è sicuro di farlo.

Battaglia legislativa: l'Italia si schiera contro la carne sintetica

Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, pianta una bandierina sulla questione, e la fa sventolare alta: l'Italia non subirà alcuna procedura di infrazione dall'Unione Europea per il disegno di legge che punta a frenare la commercializzazione e produzione della carne sintetica sul suolo italiano. «Siamo fermamente convinti che non vi sia ragione alcuna che possa giustificare l'apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea"», afferma risoluto Lollobrigida, rispondendo a un'interrogazione durante il Question Time alla Camera.

Il cammino di questo disegno di legge sembra prendere una strada tortuosa ma determinata. Presentato dal governo a fine marzo, ha ricevuto il via libera dal Senato lo scorso luglio. Ora, la palla passa alla Camera dei deputati. Lollobrigida si dice speranzoso che «il prossimo mese venga calendarizzata l'approvazione definitiva al divieto». Ma a rendere l'atmosfera più tesa, è stata una mossa dell'esecutivo che ha ritirato la notifica inviata alla Commissione Ue. Una notifica che serviva a informare Bruxelles del percorso italiano per introdurre il divieto di commerciare e produrre la carne coltivata. «È stata ritirata la notifica all'Ue, per rispetto nei confronti del lavoro del nostro Parlamento», spiega Lollobrigida. Una mossa che potrebbe sembrare audace, ma che Lollobrigida giustifica come prassi non insolita, riferendo che nel periodo 2016-2020, gli Stati membri hanno ritirato 217 progetti di regole tecniche, e solo in 30 casi a seguito dell'adozione di un parere circostanziato da parte della Commissione.

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