Visionary Places: ecco chi sono i 3 ristoranti più visionari d'Italia

Per Gambero Rosso, Artribune e Feudi di San Gregorio al 1° posto c'è il Luminist, il ristorante museale all'interno delle Gallerie d'Italia a Napoli. 2° il SanBrite di Cortina d'Ampezzo e 3° IO Luigi Taglienti di Piacenza

08 giugno 2024 | 17:06
di Vincenzo D’Antonio

Avranno forse tratto ispirazione dalla celebre frase di George Bernard Shaw: “Tu vedi le cose per come sono e ti chiedi Perché? Io immagino cose mai viste e mi chiedo Perché no?" Gambero Rosso, Artribune e Feudi di San Gregorio nel dare vita al progetto Visionary Places, volto ad individuare quelle perle rare della ristorazione italiana, che producono creatività culinaria e artistica a beneficio di una clientela che ben si predispone a vivere esperienze che emozionano. Il podio delle eccellenze della ristorazione italiana che coniugano creatività culinaria e artistica, offrendo esperienze uniche ed emozionanti ai propri clienti sono: 1° posto Luminist di Napoli, 2° posto SanBrite, Cortina d'Ampezzo (Bl) e 3° posto IO Luigi Taglienti di Piacenza.

I criteri per essere Visionary Places

Esemplarmente chiari i cinque criteri cardine: a) visione imprenditoriale; b) capacità di generare benessere; c) offerta gastronomica; d) propensione all’innovazione; e) rapporto con arte, architettura e design.

La classifica dei Visionary Places

Di scouting si è trattato, evidentemente, stante la suddetta rarità delle perle. Vediamo quali sono i primi dieci classificati.

Dal quarto al decimo posto, tutti a pari merito: AlpiNN – Food Space & Restaurant a Plan de Corones (Bz), Ristorante Torre in Fondazione Prada a Milano, Il Sale a San Vincenzo (Li), Arnolfo a Colle Val d’Elsa (Si), Mazzo e Ninu` a Roma, Vettor a Bari. E il podio?!

3° posto: IO Luigi Taglienti (Piacenza)

Al terzo posto IO Luigi Taglienti di Piacenza, nato in sinergia con la galleria d’arte e design Volumnia che ha restituito alla città una preziosa chiesa sconsacrata.

IO Luigi Taglienti è aperto dall’estate 2022.

2° posto: SanBrite (Cortina d'Ampezzo)

Al secondo posto SanBrite di Cortina d’Ampezzo (Bl), ammiraglia di un organismo gastronomico che include anche allevamento e caseificio. Quello sviluppato da Riccardo Gaspari e Ludovica Rubbini è un ecosistema che mette insieme gastronomia, ambiente, sostenibilità.

Il nucleo originario è El Brite de Larieto, malga con cucina, baita, stalla con animali al pascolo libero nata 20 anni fa. Da lì si sono sviluppati il caseificio prima e il ristorante SanBrite poi: stesso approccio sostenibile, stessa visione etica, uno stile di cucina di montagna più raffinato basato in gran parte su materie prime autoprodotte e su prodotti spontanei del territorio. Un mix di produzione rigenerative, grande accoglienza, stile impeccabile, capacità di creare eventi e iniziative collaterali che consentono agli ospiti di vivere in pieno la montagna.

1° posto: Luminist (Napoli)

Il vincitore è Luminist brillante esempio di ristoro museale all'interno delle Gallerie d'Italia di Napoli. Questa sede di Napoli, negli spazi di Palazzo Piacentini restaurati e ripensati da Michele De Lucchi, ospita la caffetteria bistrot Luminist al piano terra. In terrazza il fine dining 177Toledo e il cocktail bar Anthill, Dirige questa articolata intrapresa il prode Giuseppe Iannotti, chef e patron del ristorante Kresios di Telese Terme (Bn).

Giuseppe Iannotti, genuino e schietto visionario tra i visionari, per quanto finora ha fatto e per quanto di certo ancora saprà e vorrà fare, è testimonial sommo del pensiero di George Bernard Shaw citato in apertura e qui (repetita iuvant) riproposto: “Tu vedi le cose per come sono e ti chiedi Perché? Io immagino cose mai viste e mi chiedo Perché no?”

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Alberto Lupini


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