Viaggio a Praga, una città vittima del turismo di massa

Camminando per le vie del centro storico della capitale ceca si ha l'impressione di essere dentro un enorme parco giochi e non in una città in cui vivere. Una sensazione straniante che rende l'esperienza negativa

03 agosto 2023 | 09:30
di Gianluca Pirovano

Praga è una delle città più belle d'Europa. Uno scrigno di storia e bellezza che può lasciare senza fiato. Eppure, camminando per le vie del suo centro storico, resta addosso una sensazione strana, quasi straniante. Si ha la netta impressione di passeggiare in un parco giochi e non in una città in cui è possibile vivere. Ma com'è possibile? Come si è arrivati a questo punto? La risposta, purtroppo, è soltanto una, anche se con diverse sfaccettature: il turismo di massa. La capitale della Repubblica Ceca è una vittima, l'ennesima, dell'overtourism e di tutte le conseguenze che porta con sé.

Praga e il turismo di massa: come in un parco giochi

Badate bene, è normale che in una città tanto bella quanto importante ci sia turismo. E sarebbe sbagliato pensare o sperare che non fosse così. La questione, però, è assai più seria e complessa. Il turismo a Praga è, ormai, troppo. Per capirlo basta poco, molto poco. È sufficiente un giro, anche solo di un'ora, nel tratto di città compreso tra piazza San Venceslao e Mala Strana. Stiamo parlando del cuore della città, teatro e custode della storia ceca, ma anche della storia d'Europa. Peccato, però, che ora non sia altro che una lunga e disordinata vetrina. Le vie sono un alternarsi senza soluzione di continuità di fast food internazionali, negozi di chincaglierie e souvenir vari, venditori di trdlo e di gelato, finti artigiani, minimarket e così via. L'occhio più attendo lo nota subito: non ci sono servizi. Non c'è nulla di ciò che abitualmente troviamo in una qualsiasi città. Non ci sono spazi che non siano pensati ad esclusivo uso e consumo dei turisti. E se si presta ancora maggior attenzione si nota, anche in questo caso abbastanza velocemente, come non vi siano, di fatto, residenti. Basta dare un'occhiata ai citofoni, alzare gli occhi verso i piani più alti. In questo modo si noterà, ancora una volta, come il turismo abbia assorbito tutto. In ogni palazzo, un albergo, un affittacamere, un Airbnb. E nessun cittadino...

Il meccanismo, d'altronde, è di quelli noti. Il sovraffollamento turistico porta al graduale abbandono dei centri storici da parte dei residenti. In parte perché i prezzi aumentano a dismisura, in parte perché, per molti, è più conveniente affittare a un turista rispetto a viverci. Con il graduale abbandono da parte dei residenti, spariscono lentamente anche i servizi che una città normalmente offre a chi ci vive. A quel punto, il dado è tratto: la città si trasforma in un enorme hotel a cielo aperto. È ciò che è successo a Praga, dove sicuramente ha contribuito anche l'immagine che negli anni è stata data della città. La capitale ceca è stata, infatti, venduta come una destinazione a basso costo, dove è possibile bere e divertirsi senza spendere molto. Il risultato, ora, è sotto gli occhi di tutti.

Senza rispetto per la Cattedrale

Questa sensazione, che accompagna il turista per Praga, è davvero difficile da lasciarsi alle spalle. Rende complesso persino godersi la magnificenza del Ponte Carlo. Dalle 9 alle 20 il ponte che attraversa la Moldava, simbolo universale della città, è un caravanserraglio di musicisti, venditori di vario genere, pittori e ritrattisti improvvisati e, chiaramente, frotte di turisti. La situazione è, forse, ancor peggiore se si sale al Castello. Stiamo parlando di un altro simbolo della città e dell'intera Repubblica Ceca, ma goderselo è praticamente impossibile. La situazione ricorda, per certi versi, quanto accade con la Cappella Sistina ai Musei Vaticani. Nonostante i cartelli e gli sforzi dei, pochi, membri del personale, la gente sembra essere completamente disinteressata al valore del luogo in cui si trova. La Cattedrale di San Vito, diventa così un luogo qualsiasi. Per attraversarle è necessario muoversi tra turisti intenti a scattarsi un selfie, gente in costume o in canotta, rumorosi gruppi da ogni parte del mondo. Il fatto che ci si trovi in un luogo di culto non sembra interessare praticamente a nessuno.

Tutto questo è, in realtà, cosa ben nota a chi amministra la città. Negli anni, infatti, sono stati numerosi i progetti avviati per cercare di costruire un turismo maggiormente sostenibile e consapevole. I risultati, però, non si sono ancora visti. L'effetto, come spesso accade in questi casi, è quello di cui vi abbiamo già parlato: una sorta di distacco dalla realtà, che rende quasi impossibile godersi a pieno il viaggio, conoscere a fondo l'anima della città e vivere un'esperienza positiva al 100%. È questo l'effetto "finale" della morsa del turismo di massa: trasformare un'esperienza idealmente positiva, in un'esperienza negativa. Così il turismo, che dovrebbe essere una risorsa, diventa in realtà un limite.

Provate a spostarvi più in là

Cosa fare, allora? I nostri consigli sono due. Il primo è godersi la città nelle prime ore del mattino. All'alba il Ponte Carlo sprigiona tutta il suo fascino e il profilo del Castello che si staglia alle sue spalle disegna a pieno la bellezza e l'anima di Praga. Il secondo consiglio è, invece, di scegliere una sistemazione fuori dal centro storico. Praga è una città con moltissimi pregi. Non solo ha molto verde perfettamente curato, ma ha un trasporto pubblico capillare e funzionale. La distanza dalle maggiori attrazioni non sarà sicuramente un problema, ma la scelta di sperimentare quarteri meno turistici vi regalerà la fotografia di una città diversa, ancora a misura d'uomo.

Questo è ciò che potete fare per godervi, in qualche modo, Praga nonostante l'invasione del turismo di massa. Per il resto, non resta che attendere e provare a capire quali siano le politiche migliori per trovare una soluzione. Il problema, è chiaro, non è soltanto di Praga, ma di moltissime altre città europee. Lo è per Parigi, per Roma, per Firenze, per Venezia. Il dibattito è aperto e con sempre maggiore frequenza si parla di numero chiuso e di biglietti d'ingresso. Una soluzione che può, però, valere per contesti particolari, come può essere appunto Venezia, ma che è difficilmente applicabile a realtà urbane "tradizionali", come invece è Praga. In questi casi serve qualcosa di diverso, che riesca a tutelare chi i centri storici li vive. Mantenere i servizi, calmierare i prezzi, evitare che i palazzi si svuotino dei loro abitanti storici. Qualcuno lo chiama diritto alla città. Ha un valore sociale, prima di tutto, ma anche un valore turistico. È bene non dimenticarselo.

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Alberto Lupini


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