TripAdvisor e la coalizione anti-recensioni false: la volpe a guardia del pollaio?
Da sempre abituati anche a classifiche o recensioni "non controllate", ora colossi come Amazon, Booking, Expedia e Tripadvisor si sono incredibilmente alleati per sconfiggere il motivo di exploit del proprio business
È nata ufficialmente un'allenza per combattere le recensioni false. E fin qui tutto ok. Se non fosse però che fra chi si è stretto la mano per porre fine a una pratica che ha rovinato hotel e ristoranti in ogni parte del mondo ci sono anche TripAdvisor, Booking e Expedia oltre ad Amazon, Glassdoor e Trustpilot. Una coalizione che avrebbe sì un senso, ma che viene "declassata" di senso viste le azioni del passato. Perché è da sempre noto come alcune di queste piattaforme digitali nel corso degli anni sono riconosciute anche grazie alle recensioni false che hanno modificato le gerarchie di mercato dell'Horeca nelle città - in particolare nelle metropoli e negli angoli più turistici dell'intero globo.
Una falsa (per rimanere in tema) intesa che ha la pretesa di aggiungersi alla direttiva dell'Unione europea "Omnibus" entrata in vigore lo scorso maggio e che impone alle piattaforme procedure più serrate nell'individuare che le recensioni postate sul web siano verificate. Un'alleanza nata e promossa, signore e signori sentite bene, proprio dalla piattaforma "regina del tarocco" Tripadvisor nell'ottobre 2022 durante la prima conferenza stampa sulle recensioni false organizzata, appunto, dal Gufo a San Francisco.
Le piattaforme digitali unite per sconfiggere ciò che ha creato il loro business
Ma entriamo nel dettaglio. Questa conferenza - si legge in una nota - «ha portato alla creazione di una coalizione formale per collaborare all'educazione del pubblico e alla condivisione continua di informazioni tra i membri, nel tentativo di ridurre la diffusione delle recensioni pilotate». Ma aspettate un attimo, chi sta parlando di educazione qui? TripAdvisor e Booking? I campioni indiscussi delle recensioni fasulle (pensiamo alle contestazioni degli operatori o alle sanzioni ricevute in molti Paesi), che ora fanno da ispiratori di questa coalizione? Sembra un po' come chiedere alla volpe di vegliare sul pollaio...
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E che dire poi dello «sviluppo di standard» e delle definizioni su cosa costituisca una recensione falsa? Forse le piattaforme potrebbero darci una lezione su come scrivere una recensione autentica e imparziale, o meglio ancora, su come non pagare per recensioni false e gonfiare il proprio punteggio. Che siano gli esperti a insegnare agli esperti, no? Ma ecco poi la ciliegina sulla torta: «monitoraggio più approfondito sulle organizzazioni che vendono recensioni false». Chissà dove hanno trovato queste organizzazioni... forse tra i loro partner commerciali preferiti? Sembrerebbe più sensato. In ogni caso, questa mossa sembra solo un tentativo di lavare la faccia sporca di TripAdvisor&Co. e di proiettare un'immagine di moralità. Anche perché Italia a Tavola lo sostiene da anni: l'unico sistema per regolarizzare le recensioni è togliere l'anonimato (si commenta un ristorante, non l'operato di Putin...) e pubblicare una fattura o uno scontrino che certifichino di un'avvenuta consumazione.
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Alberto Lupini