Tecnicamente Falso: cibo e fake news, i tecnologi alimentari fanno chiarezza

Tecnicamente Falso: un incontro dedicato alle fake news nel campo alimentare per contrastare l'era della post verità e del "pensiero magico e promuovere una maggiore consapevolezza tra i consumatori

24 ottobre 2024 | 12:20
di Gabriele Ancona

Un titolo centrato, "Tecnicamente Falso”, è stato il filo conduttore del workshop dedicato all’informazione corretta nel campo alimentare. Si è voluto puntare i riflettori sulle fake news per promuovere maggior consapevolezza tra i consumatori facendo leva sulla massa d’urto della comunicazione (giornalistica). Schiena dritta, quindi, nei confronti delle singole "bufale”, ma anche del sistema che le diffonde.

Organizzato da Otan-Ordine nazionale dei tecnologi alimentari e patrocinato da Asa-Associazione italiana stampa agroalimentare, ha voluto mettere nero su bianco l’esperienza, la scienza e la conoscenza di chi si confronta con le problematiche di sicurezza, qualità, sostenibilità e salubrità degli alimenti, cercando di fare un po’ di ordine e di cultura in questo mare magnum dove in troppi ci mettono il becco. Spesso a vanvera.

"Tecnicamente Falso", la disinformazione è dilagante

La disinformazione sul cibo è endemica. Lo Studio Coop-Nomisma "Idee di futuro", consumer survey 2024, rivela che 4 italiani su 10, (il 42%, quasi 17 milioni di persone) hanno seguito o stanno seguendo una dieta, spesso basandosi su informazioni errate. Solo il 22% si affida a medici e nutrizionisti. Meno di chi segue i consigli di amici e familiari (24%) e tanti quanti preferiscono i suggerimenti del personal trainer (22%) alla competenza del medico. Secondo il Censis, oggi 3 italiani su 4 trovano difficoltà nel distinguere tra notizie vere e false, specialmente sui social media.

«L’interazione con altri professionisti – ha sottolineato la presidente di Otan Laura Maugello – è una leva fondamentale per tutelare la salute dei consumatori. Il tecnologo alimentare sta al cibo come il medico alla casa di cura. Il mondo della comunicazione sa di poter trovare in noi una fonte sicura e affidabile». Un punto fermo. Del resto siamo imbevuti di falsi miti e il workshop ha voluto metterne in evidenza 5, in particolare.

"Tecnicamente Falso", 5 fake news classiche

Non è vero, per esempio, che le materie prime italiane sono sempre migliori di quelle estere, perché la qualità non dipende dall'origine geografica. La sicurezza sulle nostre tavole è garantita dai rigorosi controlli igienico-sanitari effettuati da enti preposti e comparto agroalimentare. In secondo luogo, è falso che il cibo confezionato sia meno genuino di quello fatto in casa: gli alimenti confezionati devono rispettare rigide norme di sicurezza e qualità che riguardano anche la formazione degli operatori, mentre in casa non esistono obblighi simili e la sicurezza dipende solo dalla competenza di chi cucina. Ancora. I gelati e i surgelati contengono pochi conservanti: falso. È il freddo l'unico metodo di conservazione ammesso. Altra convinzione errata è che gli alimenti ottenuti senza additivi siano più sani: non solo la lista degli additivi è oggetto di controlli e verifiche continue dell'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), ma alcuni, come l’acido citrico, il succo di limone tanto per intenderci, si usano anche nella cucina casalinga per le sue proprietà antiossidanti. In ultimo, una fake che crea allarme sociale: nelle mense scolastiche si utilizzano generalmente ingredienti di bassa qualità. Falsa anche questa. I requisiti di qualità degli alimenti e il modo in cui vengono lavorati e serviti sono concordati con il Comune di riferimento e controllati periodicamente.

Ecco allora che balza in primo piano la figura del tecnologo alimentare. «È un esperto della qualità, della sicurezza e della sostenibilità del sistema agroalimentare – ha spiegato la tecnologa alimentare Francesca De Vecchi – Opera in un contesto complesso di normative che però favorisce il proliferare di informazioni non corrette. In questo senso può divulgare le proprie conoscenze tecnico-scientifiche per un consumo più consapevole. Questo anche con incontri dedicati ai cittadini e progetti rivolti agli studenti. Per quanto riguarda i media, l’informazione diventa notizia e può contribuire in maniera significativa a ridimensionare o a azzerare gli allarmismi».

"Tecnicamente Falso", alimenti miracolosi e dannosi?

Secondo Giorgio Donegani, tecnologo alimentare portavoce del Consiglio Nazionale di Otan e membro del Comitato scientifico di Italia a Tavola, «oggi la comunicazione del cibo tende a semplificare la complessità della nutrizione, dipingendo alcuni alimenti come miracolosi e altri come dannosi. Questo approccio, oltre a confondere, favorisce diete squilibrate e scelte alimentari potenzialmente dannose. Tra produzione e consumo c’è il vuoto. O, meglio, si innesta il “pensiero magico”, immediato e rassicurante. Si fa forza con termini ombrello. Ci sono i buoni, che abbracciano “senza, integrale, 100% italiano, artigianale”, e i cattivi: “additivi, alimenti processati, cibi conservati e industriali”. In questo scenario, la figura del tecnologo alimentare si afferma come un interlocutore essenziale per offrire informazioni accurate, smontando falsi miti e promuovendo una maggiore consapevolezza tra i consumatori».

«Siamo di fronte a una situazione paradossale – ha puntualizzato la divulgatrice scientifica Beatrice Mautino - Da un lato abbiamo il sistema di valutazione e sicurezza più severo al mondo, dall’altro siamo costantemente investiti di informazioni allarmistiche che circolano sui giornali e grazie al passaparola sui social. Il risultato è una confusione che non fa bene a nessuno, soprattutto a chi cerca informazioni affidabili e non riesce a orientarsi».

"Tecnicamente Falso", troppi italiani analfabeti funzionali

Per Paolo Mattei, vicepresidente dell’Istituto nazionale per la comunicazione, «le fake news raggiungono un pubblico socialmente fragile, spesso impreparato a decifrarle e decodificarle. Secondo l’ultima indagine Piaac–Ocse, oltre un terzo degli italiani ha difficoltà a comprendere al 100% il significato di un testo o a fare anche semplici calcoli matematici. Si parla di analfabetismo funzionale: troppa informazione non mediata su un terreno fertile. Le fake news sono sempre esistite e da sempre servono a fare i propri interessi contro quelli di qualcun altro. Inoltre acquietano l’ansia sociale fornendo verità semplici e quindi rassicurando. Ma esiste ancora un margine per bloccare sul nascere una fake news di nicchia prima che si trasformi in opinione diffusa da milioni di persone. Il contributo di una fonte autorevole come il tecnologo alimentare è determinante per ridare credibilità alla verità della scienza. Sul fronte media, il Data Journalism e una corretta story telling diventano la notizia».

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Alberto Lupini


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