Nel marzo scorso, quando indicavamo nelle vaccinazioni l'unico modo per garantire un minimo di normalità e l'apertura di bar e ristoranti, titolavamo uno dei tanti articoli sul tema con "Aprire ristoranti e teatri ai vaccinati. Servono nuove regole per locali covid-free". In ritardo di nove mesi ci siamo finalmente arrivati! Inutile ricordare che in pochi ci presero allora sul serio, ma almeno si cominciò a ragionare in termini seri della questione centrale di garantire la sicurezza di alcuni ambienti, a partire proprio dai pubblici esercizi dove, per ovvie ragioni, l'uso della mascherina non è possibile per tutti i presenti.
In primavera molti puntavano su isole o piccoli comuni covid-free, ma poi, per fortuna, i green pass divennero il compromesso che, insieme alla campagna vaccinale, ci ha permesso di arrivare a fine novembre con la situazione, almeno ad oggi, meno allarmante in Europa, dove pure la quarta ondata della pandemia è ben oltre lo stato di allarme grave. E la variante Omnicron è solo un esempio di come gli scenari potrebbero cambiare da un giorno all'altro se si abbassa la guardia come hanno fatti in Austria, Germania o nell'est Europa.
La sicurezza per Natale passa dall'apertura controllata dei ristoranti
Grazie alla vaccinazione di massa l'Italia è riuscita ad evitare finora il peggio, ma già la prima regione in giallo (il Friuli) o le tante zone rosse in Alto Adige sono segnali di pericolo, mentre i contagi cominciano a crescere anche da noi, perchè non abbiamo confini chiusi e perchè i non vaccinati sono ancora tanti, troppi. Ecco perchè è indispensabile mettere in sicurezza il Paese e non pregiudicare il Natale e la ripresa economica in atto. Lo slogan "Salvare il Natale" non è oggi populismo o demagogia, ma un obiettivo irrinunciabile che l'Italia può raggiungere se garantiremo, forse unici in Europa, di passare le feste con ristoranti, bar e, discoteche e teatri aperti. Se centreremo questo risultato, daremo fra l'altro un contributo a tutti il mondo confermando che esistono modelli che permettono di non farsi travolgere dal virus, senza per questo mettere in discussione le regole della democrazia. Ma per farlo occorre rafforzare ancora un po' le difese e fare un passo avanti sul tema dell'obbligatorietà dei vaccini.
Servono controlli seri per non vanificare gli sforzi fatti finora
Servono responsabilità e controlli
La terza dose del vaccino e il Super green pass (magari rafforzato con più obblighi vaccinali e una riduzione della validità temporale dei tamponi...) sono le armi che abbiamo a disposizione. Ciò che conta è però anche il senso di responsabilità di tutti. E su questo punto bisogna essere chiari: o si rispettano le regole o rischiamo di vanificare tutti gli sforzi fatti finora.
In ballo non c'è solo un tema importante come l'offerta di maggiori garanzie ad un turismo internazionale che stava cominciando a tornare in Italia, quanto la credibilità, e la tenuta, del nostro sistema di accoglienza. Bar, ristoranti ed hotel, che a prezzo di enormi sacrifici sono riusciti a sopravvivere alle chiusure dei mesi scorsi, devono essere la prima linea del fronte di una battaglia che è determinante per la sconfitta del covid. Il virus deve stare fuori dal locali pubblici! E sia pure con qualche falla, il vaccino è l'unica garanzia per ridurne la presenza.
Chi bara va isolato e sanzionato
Deve essere chiaro a tutti che un futuro potrà esserci solo se ci saranno condizioni minime di sicurezza. E se qualcuno "bara al gioco" va individuato e sanzionato. Nel nuovo decreto sul Super green pass sono previsti controlli rafforzati, e forse è il caso che qualche gestore disinvolto di bar, ristorante o cinema non si distragga dal fare le verifiche sugli accessi. L'ingresso è riservato ora solo a chi ha il Super green pass e "chiudere un occhio" non è più accettabile. Sempre che si vogliano rispettare le regole. A parte il rischio per la salute di dipendenti e clienti, chi non dovesse controllare il passaporto vaccinale metterebbe a repentaglio anche la sua attività, nonchè la possibilità di lavoro della stragrande maggioranza dei colleghi corretti. Per questo è auspicabile che Stato e Regioni siamo determinati, se serve, per colpire chi non fa controlli corretti.
Il turismo ha bisogno di garanzie
Ma se ora, nei fatti, ci avviciniamo sempre più alla concretizzazione di veri e propri luoghi “covid-free” (vere e proprie "bolle di sicurezza") dobbiamo tenere conto di due variabili non indifferenti.
Garantire più libertà a chi è già vaccinato con locali covid-free
La prima è la reazione dei no vax, che si sentono discriminati rispetto a scelte, legittime, che sono chiaramente egoistiche perchè mettono al primo posto "timori personali" (infondati dopo centinaia di milioni di vaccinazioni in tutto il mondo) rispetto ai "vantaggi collettivi". Più vaccinati ci sono e meno spazi hanno i virus (non solo il covid-19) di crescere e sviluppare varianti. I no vax parlano di libertà violate, ma in realtà è la loro posizioni che mette a rischio la libertà di chi, anche per altruismo, si è vaccinato ed ha il diritto di avere spazi di libertà e movimento. Fra i quali andare al ristorante o al cinema.
Occorre l'obbligo del vaccino per camerieri e personale di cultura e tempo libero
La seconda variabile è quella del paradosso per cui nei ristoranti, ad esempio, oggi può entrare solo gente vaccinata. Ma non è detto che tutto il personale di un pubblico esercizio sia vaccinato. Anche qui, nonostante ci sia maggiore sensibilità, c'è una media che si avvicina a quella del resto dei luoghi di lavoro in tutta Italia. E quindi anche in un ristorante ci può essere un non vax. E magari a lui tocca il compito di controllare il Super green pass. Una contraddizione che il Governo avrebbe dovuto sanare da tempo ponendo anche per questo comparto l'obbligo vaccinale.
In parole povere va detto che per il successo delle nostre difese attraverso il Super green pass non ci possono essere falle o varchi per il virus. Come dire che c'è ovviamente la questione centrale, ma irrisolta, della messa in sicurezza di tutto il personale dei pubblici esercizi e dei luoghi della cultura e del tempo libero, di dove cioè si può accedere solo se vaccinati. Su questo tema serve chiarezza. Al di là dell’obbligatorietà, che dovrebbe valere come per i lavoratori di sanità, scuola o pubblica sicurezza, c'è una questione di opportunità: vogliamo salvare l’economia italiana e il mondo dell'accoglienza?
E alla fine, se vogliano salvare davvero il Natale di tutti e il futuro del nostro turismo occorre che il mondo dell’accoglienza e del tempo libero abbia una corsia prioritaria per i vaccini. Per garantire il piacere e lo svago degli italiani le ferie di tutti gli italiani (e poter ospitare gli stranieri) è meglio vaccinare subito camerieri e guide dei musei. E in prospettiva resta sempre il fatto che, oltre al vaccino, anche i tamponi per qualcuno potrebbero essere un aiuto in più per assicurare locali sicuri.