Sport, natura e avventura: è il momento d'oro della vacanza in bicicletta
Il cicloturismo ha smesso di essere un fenomeno di nicchia ed è diventato, a tutti gli effetti, tra i protagonisti del mondo del turismo a livello mondiale e italiano. Lo dicono anche i numeri: vale 4 miliardi in Italia
Qualcosa dentro di noi, durante la pandemia, è cambiato. Essere costretti in casa, chiusi nelle nostre quattro mura, ci ha fatto capire quanto bello sia potersi godere un viaggio all'aria aperta, immersi nella natura. Così, quando l'incubo Covid, finalmente, ce lo siamo lasciato alle spalle, abbiamo ripreso a viaggiare, ma con una sensibilità differente. La tendenza, confermata anche dai numeri, è quella di cercare viaggi in cui è la natura a giocare un ruolo da protagonista, in cui si cercano spazi aperti e in cui, spesso, ci si muove a piedi o in bici.
Proprio il cicloturismo sta vivendo un vero e proprio momento d'oro. Sia chiaro, la pandemia altro non ha fatto che accelerare una tendenza che in realtà aveva già in parte preso piede, ma che ora sempre aver fatto il definitivo salto di qualità. Il cicloturismo non è più un fenomeno di nicchia, relegato a pochi appassionati. Siamo di fronte a quello che nei prossimi anni diventerà, senza dubbio, uno dei pilastri del turismo a livello mondiale. E l'Italia, in questo senso, non sembra essere da meno.
Il momento d'oro del cicloturismo in Italia
A certificare la fase fortunata del cicloturismo italiano ci sono i numeri, freschi freschi, forniti da “Viaggiare con la bici 2023- terzo Rapporto nazionale sul cicloturismo” curato da Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) in collaborazione con Legambiente. Una fotografia chiara di ciò che sta accadendo: i cicloturisti "puri" sono passati dai 4 milioni nel 2019, ultimo anno prima della pandemia, ai 9 milioni del 2022, con un impatto economico che si aggira attorno al miliardo di euro. Tutto qui? No di certo. A chi sceglie l'Italia per una vacanza su due ruote si aggiunge chi lo fa con altre motivazioni, ma passa comunque una parte del suo viaggio in bicicletta. Un dato che porta il numero complessivo per il 2022 a circa 33 milioni di presenze generate dalla bicicletta, che valgono per il turismo del Belpaese circa 4 miliardi di euro.
Italia, il Paese della bicicletta
A dar manforte all'Italia in questa crescita, che vede nel mirino Germania e Francia, vere potenze del cicloturismo europeo, c'è la tradizione. L'Italia è, infatti, il Paese della bicicletta. Questo sia perché in molto città è un mezzo simbolo, pensiamo per esempio a Ferrara, sia perché in Italia esistono destinazioni conosciute a livello mondiale per il loro legame con le due ruote. Zoncolan, Mortirolo, Stelvio, Gavia, in generale le Dolomiti (imperdibile il viaggio in sella tra Auronzo e Misurina), solo per citarne alcune, simbolo del Giro d'Italia, una delle gare ciclistiche a tappe più conosciute al mondo. Proprio la corsa rosa è il simbolo di ciò che potrebbe rappresentare il cicloturismo per l'Italia. Una città di tappa può contare su un giro d'affari che si aggira tra i 400 e i 600mila euro. E accanto al Giro ci sono corse "minori", ma che portano comunque un importante movimento a livello turistico. Un esempio è il Giro di Lombardia che, secondo Banca Ifis, genera durante l'anno 49,2 milioni di euro di ricavi per il territorio. Il grosso, l'84% è il valore indotto dalla competizione in sé, ma il restante 16% (7,8 milioni di euro) è portato dal cicloturismo. Gli appassionati delle due ruote vengono apposta in Lombardia per percorrere non solo le strade della gara ma anche quelle naturalistiche, tanto che una delle prime richieste ai Tour operator specializzati è quella di avere una guida turistica sul posto per conoscere a fondo il territorio.
Il cicloturismo da Nord a Sud, quanti itinerari da scoprire in Italia
Insomma, le condizioni per un vero e proprio boom ci sono tutte. E da Nord a Sud sono già moltissime le mete adatte per chi cerca una vacanza su due ruote. Oltre alle già citate tappe di montagna, ci sono infatti ciclabili più tradizionali, come per esempio quella che collega Trezzo sull'Adda, interessante borgo lombardo, con Milano, costeggiando prima il fiume Adda e poi il Naviglio della Martesana. Oppure le ciclabili della Val Pusteria, perfette sia perché facili e adatte anche ai meno atletici sia perché splendidamente integrate con il trasporto pubblico altoatesino. Scendendo più a Sud si può pedalare lungo la ciclabile della Valmarecchia, da Rimini agli Appennini, o lungo il tracciato di una vecchia ferrovia, la Spoleto-Norcia, in Umbria. In Puglia, invece, c'è la ciclovia dell'Acquedotto, tra Cisternino e Ceglie Messapica, dieci chilometri inseriti nella più ampia rete cicloturistica pugliese, che permette, per esempio, al turista di muoversi tra l'Adriatico e lo Ionio, con Savelletri come punto di partenza e Santa Maria di Leuca come "capolinea". E ci sono anche percorsi e regioni forse meno note per il cicloturismo e per questo ancora più belle da scoprire, come la Basilicata, che si può percorrere da costa a costa su due ruote. Qualche assaggio di quello che l'Italia della bicicletta ha da offrire, a cui affiancare ottimi ristoranti e hotel confortevoli, che tengono sempre più conto anche delle necessità di chi si muove in bicicletta o di chi una bicicletta sua non ce l'ha, ma vuole affittarla, spesso a pedalata assistita e adatta veramente a tutti.
Noi, qualche consiglio, ve lo abbiamo dato. A voi non resta che scegliere la prossima destinazione e montare in sella.
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Alberto Lupini