Si fa presto a dire delivery. Le 10 regole per una cena perfetta

La consegna a domicilio e l'asporto sono stati i due metodi che hanno permesso ai ristoranti di arginare i danni della crisi. Ma il boom di ordini ha richiesto anche un miglioramento della qualità . Ecco qualche consiglio per gustarsi il pasto a casa, sia per qualità dei piatti che per allestimento della tavola

31 gennaio 2021 | 08:30
di Alberto Lupini
Si fa presto a dire delivery. E dopo mesi che questo termine ci viene martellato come l’unica alternativa (con l’asporto) all’impossibilità di poterci sedere con calma in un ristorante, si potrebbe anche pensare che ormai sappiamo tutto, e districarci fra menu online, ricettari più o meno fantasiosi e pagamenti (meglio se online o almeno col pos portatile), sia assolutamente facile. Ma siamo sicuri che sia così?

La realtà è un po’ più complicata di quello che sembra e, senza voler dare lezioni a nessuno, proponiamo un decalogo di cosa si dovrebbe fare per non trovarsi poi con sgradite sorprese.


Delivery sì, ma non per tutti

Delivery non significa pizza o hamburger
Coi ristoranti chiusi il piacere della buona cucina non è così impossibile da soddisfare. E parliamo di piacere, perché chi ordina il cibo con delivery perché non sa cucinare, forse ha altre esigenze. Ma non è detto che con qualche avvertenza non possa migliorare anche il suo rapporto col cibo e non mangiare per forza un hamburger in poltrona o sul letto mentre guarda la partita o l’ennesima serie da lockdown su Netflix.


Gourmet anche per delivery

L’obiettivo è di farci portare a casa i piatti che volevamo, sapendo con certezza quanto tempo ci vorrà per “rifinirli” e, soprattutto, sapendo che ingredienti contengono. Risolto questo tutto è più facile e l’eventuale serata in famiglia o con una coppia di amici può davvero essere un successo…

1)    Ristorante o Dark Kitchen?
La prima regola è capire esattamente se il menu è quello di un ristorante (più o meno famoso) o quello di una qualche cucina industriale che sforna piatti pronti. Fra catene di delivery e dark Kitchen è facile cadere nell’errore. Poi per carità ci sono ottime soluzioni in entrambi i casi, ma ovviamente la cucina di un ristorante in genere è un’altra cosa...


Attenzione alla qualità

2)    Meglio la consegna diretta dal ristorante
Senza nulla togliere al lavoro rispettabilissimo dei rider, dove possibile scegliere una consegna fatta direttamente dal ristorante (con suoi commessi o rider magari consorziati con altri locali. Evitare le grandi piattaforme del delivery permette di non “ingrassare” multinazionali che sfruttano lavoratori spesso in nero e dare al contrario un sostegno alle piccole imprese. Informatevi se consegnano loro… Un conto è comprare i detersivi su Amazon, ed un altro pagare costi maggiorati per un pesce al cartoccio. In più, fra conservazione e trasporto, meglio che ci sia una sola realtà che risponda del prodotto quando arriva in casa.


Meglio il ritiro al ristorante

3)    Attenzioni ad allergie o intolleranze
Nel valutare i piatti accertarsi quali sono i diversi componenti e richiedere che questi siano riportati sul menu che sarà allegato o sulle singole confezioni. Basta poco per rovinare una bella cena. E non c’è un cameriere che in sala vi avverte di eventuali rischi…


Attenzione alle allergie

4)    Abbinamenti col vino
Se avete una buona cantina e siete esperti, passate al punto successivo. In caso contrario, fidatevi del ristorante e fatevi consigliare una o due bottiglie da abbinare ai piatti scelti. Potete anche chiedere della birra. E lo stesso vale per o altre bevande se vi rivolgete a locali etici. L’importante è accompagnare al meglio il menu.


Anche il vino merita una delivery di qualità

5)    Programmare la serata
Sembra banale, ma al di là di casi di emergenza, la buona riuscita di una cena dipende anche dalla possibilità di organizzarla. Anche se in delivery (quindi con piatti praticamente solo da finire nella cucina di casa), ci sono piccole lavorazioni da fare. Riscaldare il forno, mettere in frigorifero, fare bollire dell’acqua. E tutto con tempi e pratiche assolutamente precise. Tanto più sono chiare le regole che accompagnano i piatti ordinati, tanto più facilmente ci potrà essere soddisfatti. E il ristoranti con più successo sono quelli che in queste procedure sono i più precisi e chiari. Chi usa termini troppo tecnici rischia di non trovarsi una seconda ordinazione


Anche a casa serve preparazione

6)    Ordinare le giuste quantità
Può sembrare scontato, ma spesso si tende ad ordinare più o meno di quanto sarebbe necessario. Partendo dal presupposto che in casa il tempo di una cena è sempre più breve che non al ristorante (anche perché tutto è praticamente pronto), è meglio tenerne conto per non avere sprechi. E nel caso avanzi qualcosa è buona norma scegliere menu con portate che possano essere conservate. La pizza, ad esempio, per alcuni è buona riscaldata il giorno dopo. E delr esto è così anche per quella che si compra dal panificio o in gastronomia. Ma rinviare ad un altro pasto una tartare di tonno o del sushi, come del fritto… è proprio da evitare.


Giuste dosi per evitare lo spreco

7)    Niente fritti
A proposito di fritti, patatine, verdure in pastella o pesce che sia, meglio bandirli dal delivery. Parliamo di piatti che sono buoni caldi e croccanti e, francamente è impossibile che giungano tali in tavola a casa dopo il trasporto e l’inevitabile riscaldamento domestico. Rovinarsi la serata con un alimento freddo e molliccio, quasi gommoso, è un’esperienza da evitare.


Meglio dire no ai fritti

8)    Pesce crudo, sushi e tartare di carne: meglio farseli in casa se non si conosce il ristorante
In questi casi più che mai vige la legge della fiducia. Se si conosce il ristorante si può anche ordinare, del crudo, ma tolte le ostriche, è meglio optare per altro. La giusta temperatura e l’immediatezza del consumo dopo la preparazione, oltre alla qualità del prodotto, sono i segreti del successo di questi piatti. Occorre quindi badare bene che le confezioni siano chiuse ermeticamente e sigillate per evitare contaminazioni pericolose.


Cibo crudo solo su fiducia

9)    Pasta solo se è da cuocere
Una cena senza un primo è un po’ strano per gli italiani. Ma attenzione diffidate di chi vi propone della pasta già cotta. Di qualunque genere. Meglio ricevere ottimi sughi e fare bollire la pasta che vi viene inviata. Diverso il discorso per le paste ripiene. Qui la rifinitura in formo o sui fornelli non è certo un problema.


Attenzione alla pasta

10)    Dolci con poca crema
Per il dessert la golosità per torte ricche di crema deve cedere un po’ il passo, salvo si conosca anche in questo caso il piatto e come può giungere a casa. Il rischio è che si smonti e che non si badi bene alla conservazione in frigorifero. Fra i peggiori e deludenti risultati il dolce che piace a molti giovani: in genere la cheesecake non regge mai bene il trasporto. Meglio optare per dessert un po’ più consistenti.


Dessert? Meglio light

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024