L’8 marzo la Commissione Europea ha presentato agli esperti di tutti gli Stati membri una proposta di revisione delle norme sulla data di scadenza degli alimenti, con l’inserimento in etichetta della dicitura "Spesso buono oltre…" che si aggiunge alla consueta frase "da consumarsi preferibilmente entro…".
La proposta è maturata dal fatto che molti degli alimenti scaduti finiscono spesso nella spazzatura perché la maggioranza delle persone crede che, superata la data di scadenza che si legge sull’etichetta, potrebbero far male al nostro corpo e quindi alla nostra salute. Eppure, non sono pochi i cibi che possono essere consumati anche diversi giorni, settimane o addirittura mesi dopo la scadenza fissata sul prodotto.
Un occhio prima di gettare nella spazzatura
Come ci dicono gli esperti, prima di buttare del cibo ancora buono nella spazzatura è opportuno fare sempre una distinzione tra i cibi che si possono mangiare dopo la scadenza e quelli che, invece, devono irrimediabilmente essere buttati perché pericolosi per il nostro benessere. È poi ovvio che anche la modalità di conservazione può influire sulla commestibilità o meno di un alimento dopo la scadenza, ma i cibi a lunga conservazione e quelli secchi e senz'acqua si conservano meglio e quindi possono essere consumati tranquillamente anche dopo la data di scadenza (vedi il riso e la pasta, ndr).
Altri consigli degli esperti
Per esempio, le uova, invece, possono essere consumate anche entro tre giorni dalla data di scadenza e gli yogurt fino a quattordici giorni. Per i legumi secchi e quelli in scatola, poi, i tempi si allungano - anche se bisogna sempre controllare con l’utilizzo della vista e dell’olfatto, Stessa cosa vale per la farina bianca, al contrario di quella integrale che può irrancidire a causa dell’elevato contenuto di fibre. Perderanno un po’ di croccantezza e di gusto, ma i biscotti e i crackers possono comunque essere mangiati molto tempo dopo la scadenza.
Invece, per quanti riguarda salumi e insaccati, se sono scaduti possono essere nocivi se mangiati dopo la scadenza indicata sulla confezione o sull’etichetta, soprattutto se hanno un cattivo odore, poiché possono esporre al rischio di farci contrarre la listeria - che può causare dissenteria, febbre, nausea, vomito e dolori addominali. La carne fresca merita la giusta attenzione e, se consumata oltre la data di scadenza, rischia di causare effetti spiacevoli come la salmonella o l’escherichia coli - causando cistiti e infezioni delle vie urinarie più o meno gravi.
I latticini freschi si comportano diversamente dallo yogurt. Essi, dopo la scadenza, infatti, possono causare intossicazione alimentare, mentre i succhi di frutta scaduti possono contenere batteri e causare disturbi intestinali. Infine, i frutti di bosco - come fragole, lamponi e mirtilli - se consumati oltre la data di indicata, potrebbero sviluppare un parassita chiamato cyclospora - i cui sintomi comprendono diarrea acquosa in associazione a sintomi gastrointestinali e sistemici - e le verdure a foglia verde possono essere vettori di batteri.
Il commento della Coldiretti
Nelle case italiane, scrive la Coldiretti, si gettano mediamente oltre 27 chili di cibo all’anno per abitante con perdite economiche nei bilanci delle famiglie per quasi 6,5 miliardi di euro. Lo scorporo del provvedimento sugli sprechi potrebbe significare peraltro che la Commissione non intende modificare il pacchetto delle informazioni ai consumatori, come l’ipotesi nutriscore o la possibilità di avvertimenti salutistici sugli alimenti come il vino. Un risultato importante per l’Italia che ha guidato il fronte dei Paesi contrari ad ipotesi che rischiano di bocciare prodotti base della dieta mediterranea senza tenere conto delle quantità realmente consumate.
Beuc contro le etichette sbagliate
Restando nel tema sostenibilità ed etichette, poi, «banane, mirtilli, latte, hamburger "vegetali" e acqua in bottiglie di plastica monouso, sono tutti alimenti che non possono essere definiti a "emissioni neutre" (carbon neutral), e affermazioni di questo tipo in etichetta andrebbero vietate». È questa la posizione di Beuc, l'associazione dei consumatori Ue, che alle etichette che indicano pratiche sostenibili nella produzione di alimenti ha dedicato un rapporto. Nella grandissima maggioranza dei casi, si legge nel report, l'affermazione "emissioni neutre" è fuorviante dato che si riferisce a programmi di compensazione della CO2 che non danno nessuna garanzia circa il reale impatto sulle emissioni. Per questo, il 22 marzo la Commissione europea dovrebbe presentare una proposta contro il "marketing verde" e per ancorare le dichiarazioni di sostenibilità in etichetta a pratiche sostanziali su ambiente e clima.
Ripercussioni su Nutriscore
Questa misura, inoltre, potrebbe avere ripercussioni anche sul dibattito Nutriscore: prevista inizialmente in un pacchetto unico insieme proprio all'etichetta nutrizionale, all'obbligo di origine e a nuove indicazioni sugli alcolici, con un percorso a sé la dicitura apre infatti nuovi scenari. Lo scorporo della data di scadenza «vuol dire che al momento non c'è nessuna intenzione di modificare il pacchetto delle informazioni ai consumatori, come l'etichettatura nutrizionale fronte-pacco e gli avvertimenti salutistici sugli alimenti. In questa legislatura molto difficilmente ne discuteremo», ha spiegato l'eurodeputato del Partito Democratico Paolo De Castro, intervenendo alla convention annuale dell'Associazione europea dell'industria lattiero-casearia.
«Il tema dell'etichetta nutrizionale fronte-pacco è molto complesso dal punto di vista politico e tecnico», ha replicato la capo unità della direzione generale per la salute della Commissione europea, Sabine Pelsser, indicando di essere al lavoro "per presentare una proposta che risulti convincente per le Pmi, gli Stati membri, l'Europarlamento e i cittadini». Da Coldiretti è poi subito arrivata una valutazione positiva del possibile «stop al Nutriscore con la discussione sulle nuove indicazioni in etichetta relative alle date di scadenza dei cibi per le quali è invece importante mantenere in modo chiaro la dicitura 'consumare preferibilmente entro' per dare al consumatore un limite temporale di garanzia sul mantenimento delle caratteristiche di qualità di ciò che porta in tavola».
Gallina: «Gli Stati membri hanno sottoscritto obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari»
La nuova avvertenza è comunque solo un primo passo nei piani di Bruxelles contro lo spreco di cibo. Secondo il calendario indicativo della squadra di Ursula von der Leyen, la prossima estate l'Ue inizierà a discutere di una modifica mirata della direttiva rifiuti. Palazzo Berlaymont ha già coinvolto governi, cittadini e imprese, e condotto consultazioni per mesi.
«Con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Onu - ha ricordato la direttrice generale Salute della Commissione europea, Sandra Gallina, intervenendo a un convegno di Assica a Bruxelles - gli Stati membri hanno sottoscritto obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari del 50% entro il 2030, che è un impegno enorme».
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Alberto Lupini
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