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Senza concessioni per le spiagge un albergo sul mare chiude

La riforma delle concessioni è in fase di approvazione in Parlamento. La linea del Governo è di arrivare a dicembre 2023 per poi bandire nuove gare. Una scelta duramente criticata dagli operatori del settore. Il cambio di paradigma e l'improvvisa accelerazione dell'Esecutivo rischiano, secondo Confindustria, di danneggiare in maniera grave il settore alberghiero già duramente provato dal Covid

08 marzo 2022 | 19:35
Senza concessioni per le spiagge un albergo sul mare chiude
Senza concessioni per le spiagge un albergo sul mare chiude

Senza concessioni per le spiagge un albergo sul mare chiude

La riforma delle concessioni è in fase di approvazione in Parlamento. La linea del Governo è di arrivare a dicembre 2023 per poi bandire nuove gare. Una scelta duramente criticata dagli operatori del settore. Il cambio di paradigma e l'improvvisa accelerazione dell'Esecutivo rischiano, secondo Confindustria, di danneggiare in maniera grave il settore alberghiero già duramente provato dal Covid

08 marzo 2022 | 19:35
 

Si avvicina a passi spediti la resa dei conti sulle concessioni balneari. La questione tiene banco da tempo immemore ma settimana prossima il Ddl Concorrenza, nel quale la norma è contenuta, dovrebbe andare in approvazione. La linea del Governo è chiara: si andrà in scadenza a dicembre 2023 e dal 2024 avranno luogo nuove gare per l'assegnazione degli spazi demaniali. Una decisione che ha trovato la dura opposizione di tutti i rappresentanti del settore, che scenderanno in piazza giovedì 10 marzo alle 11 a Roma

Nel frattempo, la battaglia prosegue anche nelle stanze di Governo e sono in corso le audizioni presso la Commissione permanente Industria, Commercio, Turismo, in cui è stata ascoltata anche Confidustria Alberghi, che ha lanciato l'allarme: senza concessioni gli alberghi con le spiagge chiuderanno

Senza concessioni per le spiagge un albergo sul mare chiude

Concessioni: Confidustria lancia l'allarme per il turismo 

Il cambio di paradigma e l’improvvisa accelerazione del Governo stanno determinando, secondo Confindustria, una serie di problematiche che potrebbero danneggiare in modo grave e permanente il settore alberghiero già duramente provato dalla crisi Covid e ora dalla guerra.

«Intervenire a tutela della concorrenza sul territorio italiano rischia di tradursi in un boomerang per il nostro turismo - sottolineano da Confindustria - Le altre destinazioni del mercato mediterraneo potranno continuare ad investire certe di poter offrire i propri servizi integrati, albergo e accesso alla spiaggia, mentre per le nostre realtà si aprirà un periodo di profonda incertezza che mette a repentaglio le scelte dei prossimi mesi, lo sviluppo delle realtà d’impresa, dei territori, impattando anche sul dato occupazionale». 

L'importanza delle concessioni per gli alberghi 

Per gli alberghi balneari la concessione è, di fatto, un bene strumentale indispensabile all’attività dell’impresa grazie alla quale la struttura si posiziona in un determinato segmento di mercato e che in assenza di essa affronta una grande difficolta rischiando la stessa sopravvivenza. «In assenza di concessioni un albergo sul mare senza spiaggia va incontro alla chiusura», aggiunge Confindustria.

 

 

Indennizzi e investimenti 

«Questo aspetto impatta anche sul calcolo dell’indennizzo, che di per sé non risolve il problema, in particolare per le aziende alberghiere sono importanti gli investimenti che non insistono direttamente sull’area della concessione ma che di fatto sono funzionali ad essa - prosegue Confindustria - Il Governo, infatti, riconosce al concessionario uscente solo il mancato ammortamento degli investimenti realizzati e la perdita dell’avviamento senza tener conto del valore aggiunto creato dall’impresa uscente». 

Senza concessioni per le spiagge un albergo sul mare chiude

Il problema delle licenze multiple 

Tra le criticità evidenziate c'è anche quella del numero massimo di licenze che un concessionario potrebbe gestire direttamente o indirettamente. «Una misura che penalizza quegli operatori alberghieri che legittimamente devono e possono aspirare a poter avere a disposizione un’area demaniale per ciascuna delle proprie strutture», conclude Confindustria.

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