Select firma lo Spritz Veneziano e lo celebra con una mostra fotografica
“Lo spirito autentico di Venezia” è la campagna di comunicazione del Gruppo Montenegro che omaggia i valori del suo aperitivo. I suggestivi scatti e un sondaggio ad hoc mostrano la città oltre gli stereotipi turistici
Ma cosa sappiamo davvero dello Spritz? Dove è nato e qual è la base storica dell’aperitivo che ormai viaggia oltre la tendenza e si è conquistato un posto nel “lessico famigliare” nazionale? Chi ha voluto mettere le carte in ordine è stato il Gruppo Montenegro, realtà italiana di primo piano nei settori bevande alcoliche a alimentare. E lo ha fatto con “Lo spirito autentico di Venezia”, la campagna di comunicazione del suo marchio Select, l’aperitivo nato a Venezia nel 1920 e ingrediente insostituibile dell’originale Spritz Veneziano. Venezia e Select rappresentano quindi i blocchi di partenza di questa storia che vede protagonisti la dimensione più autentica della città lagunare e dello Spritz, a cui deve i natali.
Convivialità premium
Al Tàscaro di Milano, locale che ricrea l’esperienza tipica di un bacaro veneziano, Gianluca Monaco, marketing e new business director Gruppo Montenegro, ha illustrato la nuova campagna di comunicazione. «Select è una marca di peso nel nostro portafoglio. Ne abbiamo rilanciato il pack delle origini nel 2018 e oggi abbiamo raggiunto una produzione di 500 mila litri. Sarà al centro di una campagna digital che vuole esprimere una convivialità premium, con al centro il concetto di autenticità. Quella di Select e di Venezia, nei suoi angoli più veri. Il tutto si traduce in un’esperienza che vede insieme lo Spritz Veneziano e il cicchetto».
Veneziano Doc
A mostrare la Venezia che va oltre gli stereotipi, l’indagine realizzata da AstraRicerche che mette nero su bianco il punto di vista dei turisti (italiani e veneti) e dei veneziani sui luoghi più amati, anche meno noti e segreti, e sulle esperienze irrinunciabili per vivere da ‘Veneziano Doc’. La ricerca ha analizzato anche il loro rapporto con lo Spritz. «Non sempre ciò che è famoso è autentico», ha sottolineato Cosimo Finzi presentando i risultati dello studio.
Le preferenze
Per gli italiani il luogo simbolo di Venezia è il Mercato di Rialto, indicato dal 26,1% degli intervistati. Seguono l’Isola della Giudecca (20,9%), l’Arsenale (20,4%) e il Ghetto Ebraico (16,8%). Diversa la percezione dei veneziani che, prima del Mercato di Rialto (29,8%), indicano l’Arsenale come luogo più autentico (33,3%) e, in terza battuta, il Ghetto Ebraico (20,5%).
Per 1 italiano su 2 San Marco (47,8%) è il Sestiere che racconta il volto più intimo e segreto della città, seguito con distacco da Cannaregio (20,2%) e da Santa Croce (19,2%). Dal punto di vista dei locali, invece, il luogo per eccellenza è proprio Cannaregio (38,1%), che viene collocato ben al di sopra di San Marco (28,6%) e Castello (26,5%).
La Pescheria di Rialto
Essere “Veneziani Doc” per i locali significa anche comprare il pesce alla Pescheria di Rialto (25,5%), consumare l’aperitivo in Campo Santa Margherita (23,1%) o fare una passeggiata al tramonto lungo la Fondamenta delle Zattere (23,1%), per secoli la riva di approdo delle zattere per il trasporto del legname dalla montagna.
Lo sguardo del fotografo
L’atmosfera di una Venezia intima e vera viene raccontata per immagini dalla mostra “L’autentica Venezia”, curata da Marco Valmarana. «Sono 12 fotografie in bianco e nero – ha spiegato il fotografo – esposte dal 13 al 31 luglio in 6 locali in diversi Sestieri: Pescaria, Bacarando, Bar Torino, Vizietto, Recondito e Strani. Ho voluto raccontare la città nella sua autenticità e nei luoghi poco conosciuti ai più. Una Venezia per il viaggiatore».
La quotidianità di uno Spritz
Esperienza significa anche quotidianità e bere uno Spritz in un locale veneziano è giudicato all’unanimità un gesto da “Veneziano Doc”: lo è per il 38,9% degli italiani, per il 36,3% dei residenti in provincia di Venezia, per il 38,2% dei residenti in Triveneto e per il 38,3% di quelli in Veneto. Solo però il 12,3% del campione conosce la data corretta di origine di questo aperitivo. Va meglio, invece, quando si indaga sulla conoscenza del luogo di origine dello Spritz: quasi 1 intervistato su 3 (32,4%) colloca la sua origine a Venezia, contro il 28,7% che invece la associa a Milano. A essere i più preparati sulla sua origine (si definisce appunto “veneziano”) sono soprattutto i giovani (43% dei 18-24enni; 41% dei 25-34enni) e in generale le persone che hanno visitato la città negli ultimi 6 mesi (48%). La differenza dello Spritz Veneziano autentico, rispetto alle altre interpretazioni “famose”, risiede nell’uso di Select (sapore agrumato e colore rosso rubino) e nella preparazione, che richiede l’uso dell’oliva e non della fetta d’arancia.
Trenta erbe aromatiche
Select nasce nel Sestiere di Castello, cuore storico della città, dall’esperienza liquoristica delle Distillerie Pilla. È il frutto di un complesso processo produttivo, della durata di nove mesi, le cui fasi principali sono rappresentate dalla macerazione e dalla bollitura di 30 erbe aromatiche. Tra queste spiccano le radici di rabarbaro, che conferiscono l'intensa nota amara, e le bacche di ginepro, le uniche distillate in purezza, che donano grande struttura e persistenza. Select si distingue all'olfatto per sentori di oli essenziali e agrumi, sostenuti da note balsamiche e fresche, e al palato per un gusto intenso e complesso. La ricetta di Select Spritz prevede 7,5 cl di Prosecco (per i puristi vino fermo), 5 cl di Select, 2,5 cl di soda o selz, 1 oliva verde.
Fegato alla veneziana e sarde in saor
Sul fronte gastronomico il piatto tipico della cucina locale, il fegato alla veneziana, viene riconosciuto con percentuali simili sia dagli italiani (47,3%) sia dai residenti in Triveneto (48,5%), Veneto (44,2%) e provincia di Venezia (45,8%). Dal punto di vista provinciale, però, la ricetta più rappresentativa in assoluto della tradizione culinaria veneziana è le sarde in saor (48,1% per i residenti in provincia di Venezia; 45,9% per i residenti in Veneto), piatto povero a base di sarde fritte, condite con cipolle, aceto, pinoli e uvetta che donano appunto il tipico saor (in dialetto "sapore"). Anche i cicchetti (stuzzichini) insieme alle moeche fritte (granchietti) spopolano in provincia, meno a livello nazionale.
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Alberto Lupini