In un’epoca in cui tutto sembra scorrere a ritmi vertiginosi e le mode cambiano rapidamente, c’è chi ha scelto di puntare su tradizione, qualità e legame profondo con il territorio. L’Associazione Ristoranti Regionali - Cucina Doc celebra mezzo secolo di dedizione alla promozione della cultura enogastronomica italiana, ricordando che i veri sapori, quelli autentici, sono destinati a durare.Questo anniversario speciale ha visto anche l’ingresso di un nuovo membro d’eccezione: il ristorante Ai Piani di Mezzolombardo (Tn), guidato dal noto imprenditore e ristorantore trentino Danilo Moresco, anche vice presidente dell'associazione.
Ristoranti Regionali - Cucina Doc: le origini dell’associazione
L'Associazione Ristoranti Regionali - Cucina Doc nacque nel 1974 da un'idea di Roberto Maggiano, marito di Marinella Argentieri, l’attuale presidente, e si affermò come progetto pionieristico nella promozione del mondo della ristorazione. La sede iniziale fu a Bergamo dove ricevette l’appoggio di Ascom e il sostegno del principale quotidiano locale. «L’idea era semplice, ma ancora poco diffusa: l'enogastronomia è un elemento importantissimo per la promozione turistica e rappresenta l’espressione culturale dei luoghi,» ricorda Argentieri.
Questa intuizione si è dimostrata straordinariamente lungimirante, anticipando di decenni il fenomeno del turismo enogastronomico, oggi diventato un elemento addirittura strategico per valorizzare le specificità regionali italiane. «Noi sosteniamo che l’enogastronomia sia un fil rouge attualissimo,» afferma la presidente, sottolineando come questo concetto sia ancora oggi al centro della missione dell’associazione.
Ristoranti Regionali - Cucina Doc: 50 anni di attività
Dal 1974, l’associazione si è estesa in otto regioni italiane, raccogliendo adesioni da numerosi ristoranti che condividono la filosofia dell'autenticità e della valorizzazione delle tradizioni locali. «Ci siamo costituiti come associazione no profit e, anche se siamo a ranghi ridotti rispetto agli inizi, siamo ancora vitali,» spiega Marinella Argentieri. Questo impegno cinquantennale è stato sempre supportato dalla coerenza nei principi e dalla costante adesione a una politica di promozione della cucina autentica.
Anche Danilo Moresco è in prima linea a sostenere il valore della cucina locale e dei prodotti a chilometro zero, secondo lui: «Fare un ristorante oggi con dei piatti completamente locali e tradizionali può funzionare». Ed è con questa convinzione che ha aperto “Ai Piani” l'8 gennaio scorso, un locale che punta esclusivamente su ingredienti e ricette trentine, una scommessa sull’apprezzamento del pubblico per una cucina autentica e genuina.
Il vicepresidente Danilo Moresco e la scommessa dei prodotti trentini
Quella di Moresco è stata una scelta audace, forse controcorrente, per un ristoratore di lungo corso come lui. Dopo quarant’anni di esperienza, ha deciso di eliminare dal menu ingredienti di lusso o di largo consumo come aragosta, gamberi, prosecco e persino champagne e vini nazionali e internazionali, puntando tutto su carne, pesce e verdure di origine esclusivamente trentina. «Penso che il mio ristorante sia uno uno dei pochi, per non dire l'unico, ristorante nel Trentino che opera in questa maniera. È stato un rischio,» spiega, «ma la scelta sta pagando molto, e questo conferma la decisione che avevo fatto anni prima con il Club delle Osterie Tipiche Trentine. Sono veramente soddisfatto».
Il successo di un ristorante per Moresco: equilibrio tra prezzo e qualità
Un altro aspetto centrale della filosofia di Moresco è trovare una quadra tra qualità e prezzo, un equilibrio imprescindibile per mantenere competitività e attrattiva senza compromettere l’esperienza del cliente. «Il prezzo è importante, ma ci deve essere anche la qualità dei prodotti nel rispetto della tradizione». Il ristorante è stato concepito con l’obiettivo di offrire una cucina accessibile, mantenendo un margine operativo che consenta comunque di valorizzare le materie prime trentine.
Ma un imprenditore è pur sempre un imprenditore e Moresco riconosce l'importanza del valore percepito dai clienti, specialmente nella ristorazione, dove i prezzi possono variare notevolmente: «L’attenzione va posta anche al prezzo,» afferma, «perché è fondamentale assicurarsi di avere il cliente oggi, fra una settimana, fra un mese».
Innovare senza dimenticare le tradizioni regionali
Per Moresco, preservare la tradizione è importante, ma la presentazione del piatto deve essere moderna e accattivante. «Conservare le vecchie tradizioni trentine è fondamentale, ma anche l’occhio vuole la sua parte,» afferma. A “Ai Piani” ogni piatto è un omaggio alla cultura culinaria trentina, con presentazioni che mantengono l’essenza delle ricette tradizionali ma che allo stesso tempo intrigano il cliente.
«Insomma, oltre che al palato, oltre che al prezzo, ci vuole anche che il piatto sia presentato in maniera un po’ innovativa, conservando sempre la base del prodotto regionale», spiega, rivelando come la sua visione sia riuscita a conquistare una clientela sempre più esigente e attenta. «È fondamentale che i clienti continuino a tornare, non solo per curiosità iniziale, ma per il piacere di ritrovare un’esperienza che li soddisfi,» aggiunge. E questa continuità è diventata un pilastro del successo di un ristorante.
Ristoranti Regionali - Cucina Doc: l’importanza di coinvolgere i giovani
Uno degli obiettivi dell’associazione è sempre stato quello di far riscoprire il valore del “mangiare bene”, un tema che oggi si rivela particolarmente attuale. «Grazie al cielo, ora questo è apprezzato anche dalle giovani generazioni, che dopo anni di smarrimento hanno riscoperto i valori della buona tavola e del buon bere» aggiunge Argentieri.
Anche per Moresco è importante che i giovani siano i clienti di oggi, del domani e anche del dopodomani, motivo per cui ha scelto di dedicare particolare attenzione a questo target. «Qualche anno fa i giovani erano meno attenti alla cucina regionale, oggi sono molto attenti anche a quella trentina,» osserva Moresco. «Tutti cercano i prodotti a chilometro zero».
Il futuro dell'associazione Ristoranti Regionali - Cucina Doc
L’associazione è arrivata ai 50 anni con la volontà di continuare a promuovere la cucina regionale, coinvolgendo le nuove generazioni. La recente adesione del ristorante Ai Piani di Mezzolombardo, in provincia di Trento, è un segno tangibile di questo rinnovamento: «Abbiamo la soddisfazione di vedere nuove adesioni, un segnale incoraggiante per il futuro della nostra associazione» racconta la presidente. La recente cerimonia ha rappresentato un momento di orgoglio, ma anche l'occasione per riflettere sul futuro dell'associazione e sulla necessità di un ricambio generazionale.
La speranza è che il passaggio del testimone possa avvenire in tempi brevi e che nuovi appassionati possano portare avanti questo progetto. «Presto faremo una riunione per definire il nostro futuro. Speriamo di poter passare il testimone a qualcuno che si appassioni a questa politica, che fa parte della nostra cultura e che può essere un business intelligente,» afferma, consapevole dell’importanza di dare continuità a un percorso che ha già segnato una generazione di ristoratori.
Ristoranti Regionali - Cucina Doc: 50 anni di passione
L’Associazione Ristoranti Regionali - Cucina Doc rappresenta dunque un ponte tra passato e futuro, tra tradizione e modernità, tra cultura e business. Dopo cinquant'anni, la passione che ha animato i suoi fondatori è ancora viva, come testimonia Marinella Argentieri. «La nostra politica è sempre stata coerente, e questo ci permette di guardare al futuro con la speranza che altri ristoratori possano portare avanti il nostro messaggio,» conclude, ribadendo ancora una volta l’importanza di conservare e promuovere l’autenticità della cucina regionale.
In un’epoca in cui il turismo e la gastronomia si intrecciano sempre di più, l’Associazione Ristoranti Regionali - Cucina Doc celebra il suo mezzo secolo di attività continuando a diffondere il valore della cucina autentica e a incoraggiare i ristoratori italiani a riscoprire la cultura della loro terra, con la speranza che questa lunga tradizione possa essere tramandata alle generazioni future.
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Alberto Lupini
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