Cresce di giorno in giorno la protesta dei ristoratori nei confronti di TripAdvisor, un sistema che, a causa dell’assenza di controlli sulla veridicità delle
recensioni online e sulla reale identità dei recensori, è sempre più legato a
truffe e ormai non risulta più attendibile. Italia a Tavola da anni riporta le testimonianze dirette dei ristoratori che hanno avuto dei problemi con il portale americano.
Pochi giorni fa anche “
Striscia la notizia” ha realizzato un servizio ad hoc: costruendo il sito internet di un ristorante completamente inventato, ha contattato una delle tante società che offrono
recensioni a pagamento, dimostrando così che qualsiasi recensione pubblicata su TripAdvisor può rivelarsi non veritiera.
I ristoratori sono sempre più arrabbiati e sui social network si moltiplicano i
messaggi di malcontento e iniziano a spuntare le prime proposte concrete per combattere sul serio questo fenomeno. C’è anche chi è già passato dalle parole ai fatti, come
Marco Blasi (
nella foto), chef del ristorante “Al Cuoco di Bordo” di Milano e consigliere dell’Associazione cuochi di Milano.
Blasi ha infatti stracciato il “certificato di eccellenza” di TripAdvisor, postando poi la fotografia su Facebook, accompagnata da queste parole: «Io l’ho fatto... mi sono stufato... diciamo BASTA a questi maledetti pallini verdi!!!».
Così facendo, Blasi ha voluto lanciare un messaggio forte: non vuole essere considerato sullo stesso livello di tutti quei ristoranti che le recensioni possono anche averle “comprate”. Finché il portale americano non realizzerà un efficace sistema per controllare l’effettiva veridicità e attendibilità di ogni singola recensione (positiva o negativa che sia, nel pieno rispetto della libertà di espressione), non si potrà più dare alcun credito ai giudizi, ai “pallini verdi”, alle classifiche e ai “certificati di eccellenza”.
Italia a Tavola da tempo ha lanciato una proposta tanto semplice quanto risolutiva: obbligare chi vuole scrivere una recensione a pubblicare la
fotografia della ricevuta fiscale che attesta l’avvenuta consumazione. Ma su TripAdvisor ancora nulla è cambiato, e nemmeno la
multa da mezzo milione di euro è riuscita a cambiare la situazione...