Raspelli nuovo capo della Michelin? Il pesce d'aprile di Edoardo
Con palese divertimento il papà della critica enogastronomica italiana ha preso in giro l'autorevolezza (ormai perduta) della guida "rossa" che assegna le stelle più ambite
Fosse vero! Stavolta quel ragazzaccio terribile di Edoardo Raspelli ha creato un dubbio, anche se solo per 5 minuti, fra gli addetti ai lavori... Per molti poteva essere una manna insperata, anche se per tanti sarebbe stata una doccia fredda e un vero panico per alcuni, a partire dagli "ispettori" della guida. Già, perchè il solo immaginare che il nostro senior dei critici enogastronomici potesse essere messo a capo della rossa che assegna stelle e pensa di decidere il destino della ristorazione italiana, sembrava più che una rivoluzione: come se Xi chiedesse che la Cina potesse diventare un nuovo stato federale degli Usa...
Con un comunicato con embargo fino ad oggi, 1° aprile (e qui casca l'asino), Raspelli in persona aveva comunicato di essere stato nominato nuovo responsabile della guida francese per l'Italia. Ma come, si chiedevano i colleghi, a parte la riservatezza della "rossa" che non commentava, come si potrebbe spiegare una scelta così inimmaginabile visto che Raspelli è proprio uno dei più duri contestatori della Michelin? Ma lui, trattenendo a stento il sorriso, da gran volpone era pronto a giurare che era vero a chi gli chiedeva spiegazioni. Mostrandosi anzi quasi imbarazzato a chi, per stare al gioco , gli faceva gli auguri... Si, perchè era chiaramente un gioco per ridere di gusto e in qualche modo sfottere la Michelin. E che occasione migliore di quella di farlo con un pesce d'aprile?
Peccato però che fosse solo uno scherzo, perchè forse avremmo potuto anche tornare a parlare bene della Michelin.
Una cosa però è certa. Per quanto improbabile e degno di un coupe de teatre, Edoardo aveva costruito un messaggio che lasciava trasparire come la “rossa” si fosse arresa ai suoi attacchi e avesse varato una vera e propria rivoluzione interna dopo il calo di credibilità costruito con molta tenacia, dall’accordo con TripAdvisor (una vera rinuncia ad essere attendibili) al sito web su cui i ristoranti promossi sono quelli che pagano. Per non parlare dell'assurdo alt all’assegnazione di stelle alle pizzerie di qualità.
Il papà di tutti critici enogastronomici italiani ha scelto questo gesto teatrale, mettendosi a rischio di critiche anche feroci per il suo azzardato pesce d'aprile, per denunciare come la Michelin sia nuda, come il re della favola di Hans Christian Andersen, e la sua autoreferenzialità non riesca a coprire le magagne che anno dopo anno accumula nella più generale perdita di valore delle guide. L’attuale gruppo dirigente dell’edizione italiana della Michelin è notoriamente chiuso in una torre d’avorio da cui sembra ignorare le critiche per scelte non sempre oculate e per una ripetitività di giudizi imbarazzante. E per smantellare questo castello di sabbia il nostro Edoardo ha scelto la carta dell'ironia e del non prendersi troppo sul serio. E questo dopo che il “cronista della gastronomia”, come ama definirsi, proprio nella cover dell’ultimo numero della sua rivista digitale (Raspellimagazine) si era fatto fotografare con una smorfia di disapprovazione e di sdegno davanti ad una montagna di vecchie guide Michelin...
E il bello è che, conoscendo Raspelli, magari la Michelin ci avrebbe anche guadagnato. Di sicuro le gomme sono sgonfie, ma anche il motore è da revisionare e Edoardo, enfant terrible del giornalismo italiano, avrebbe magari potuto riuscire nell'impresa, miracolosa, di ridare credibilità all’unica guida che viene consultata dai turisti stranieri. Di sicuro con Raspelli alla guida ci potrebbe essere più trasparenza ed un calo della pressione esagerata che viene oggi esercitata su tanti giovani cuochi che aspirano alla stella, da un lato, e un’apertura alle pizzerie di qualità. E poi, diciamocelo, il fisic du role per guidare la Michelin ce l'ha tutto.
Ma questa è solo una fantasia e ringraziamo l'amico Edoardo per averci fatto sorridere un po' in tempi così terribili.
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Alberto Lupini