Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
martedì 05 novembre 2024  | aggiornato alle 22:40 | 108815 articoli pubblicati

Siad
Siad

Questa non è la Milano da bere. È una città di cui vergognarsi

Altro che regole e ristoranti chiusi in tutta Italia. L'Inter vince lo scudetto e in 30mila si ammassano in centro senza mascherina. E se qualcuno riapre un locale che farà la polizia?

di Alberto Lupini
direttore
 
02 maggio 2021 | 23:46

Questa non è la Milano da bere. È una città di cui vergognarsi

Altro che regole e ristoranti chiusi in tutta Italia. L'Inter vince lo scudetto e in 30mila si ammassano in centro senza mascherina. E se qualcuno riapre un locale che farà la polizia?

di Alberto Lupini
direttore
02 maggio 2021 | 23:46
 

Ma questo è davvero un Paese che sembra impazzito. O meglio. Siamo un Paese che vive  di regole bizantine (poter andare o meno al bagno nei ristoranti aperti con spazi all’aperto) ma che è incapace di farle rispettare. Che l’Inter (la squadra in genere ritenuta “sfigata”) abbia finalmente vinto, meritatamente, uno scudetto è un evento storico e non può che fare rallegrare tutti, non solo i tifosi.

Ma che il Sindaco, il Prefetto e tutte le altre autorità di Milano (compresi i virologi irriducibili come il professor Galli) abbiano lasciato che piazza Duomo si riempiesse come un uovo di tifosi per lo più senza mascherina è un pugno allo stomaco per chi, come il sottoscritto, da mesi invita i ristoratori (ingiustamente penalizzati) a rispettare le regole e ad avere pazienza.  Per non parlare di cosa può pensare chi non può lavorare per decreto. O  per chi si fa scrupolo di invitare in casa due amici! E se poi il divieto di lavorare è accompagnato solo da elemosine e i dipendenti ricevono pochi soldi di cassa integrazione (in ritardo) c’è più di qualcosa che non va.

Ci è stato detto che era un sacrificio che si doveva fare per il bene della comunità.  E che consumare un caffè al bancone del bar sarebbe un attentato alla salute pubblica.

Questa non è la Milano da bere. È una città di cui vergognarsi



Ma le migliaia di tifosi in piazza hanno fatto il bene della comunità?

Già, ma che comunità è quella che per un gioco, dove i “padroni” cercavano di fregare tutti i tifosi per fare un supercampionato con cui guadagnare qualche miliardo esentasse in più, permette di buttare all’aria tutti i sacrifici fatti in mesi di lockdown o aree rosse?

E se si accenderà un nuovo focolaio (certo) che nessuno si permetta di parlare di movida. I casi denunciati alla Rai per assembramenti alla Darsena o sui Navigli non sono nulla rispetto a questo insulto alle regole e alla prudenza di fronte al rischio Covid, che si vuole fare passare per goliardia... I guai combinati da Briatore & C l’anno scorso in Costa Smeralda potrebbero essere briciole rispetto alle conseguenze dei 30mila ammassati nelle vie del centro di Milano.

E dov'erano le forze dell'ordine? Forse erano a controllare che non ci fossero clienti di bar o ristoranti nelle sale interne?

Ma le sale dei bar e dei ristoranti dovevano restare chiuse e sigillate…E di matrimoni o battesimi non se ne possono fare, con o senza mascherina. Nè all'aperto, nè al chiuso...Vergogna!


Abbiamo assistito, impotenti e come annichiliti, ad uno spettacolo vergognoso di cui il sindaco Sala dovrebbe chiedere scusa, in ginocchio, a tutti gli italiani. E il prefetto dovrebbe essere dimissionato senza nemmeno pensarci.

Ma che fanno i politici? Discutono sul coprifuoco o si accapigliano sulla lite Fedez-Rai-Salvini sulla “censura”... Francamente un Paese così non ci piace più.

Oppure non è governato ed è ora che qualcuno reagisca.

Se da domani i ristoratori apriranno i loro spazi interni, alla faccia di Speranza, vorrei vedere quanta polizia verrebbe schierata per queste “violazioni”.


La ferità di una Milano “interista” in questo modo ce la saremmo potuti davvero evitare. E questo al di là del giusto tributo e onore ai campioni che hanno vinto.

I sacrifici vanno fatti da tutti. Non solo dalle famiglie dei baristi, dei camerieri e dei cuochi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Antinori
Pedago
GrosMarket

Antinori
Pedago

GrosMarket
Julius Meiln
Molino Dallagiovanna