In una nota dell'associazione dei consumatori di Consumerismo No Profit, si sostiene che «i costi di gestione di carte e bancomat e le commissioni sui pagamenti elettronici arricchiscono le casse degli istituti di credito a discapito di utenti ed esercenti». Si tratta di un dibattito sempre aperto da quando si è posto il tetto dell'uso del contante. Ora torna alla ribalta con le disposizioni del governo Meloni che ha scelto di innalzare il tetto a 5mila euro, favorendo una maggiore circolazione del denaro contante.
Noi di Italia a Tavola, per questo motivo, abbiamo iniziato un viaggio tra i professionisti della ristorazione, che fa tappa oggi in Sardegna, terra a forte vocazione turistica. Il risultato? Di certo non sorprendente: un fronte compatto, non particolarmente condizionato dal tetto al contante, ma duramente schierato contro i costi e le commissioni troppo alte per i pagamenti elettronici.
Fipe Gallura contro le transazioni elettroniche
Abbiamo sentito, quindi, alcune opinioni dei diretti interessati che operano nel nord Sardegna, e siamo partiti proprio dal neopresidente di Fipe Gallura e dirigente di Confcommercio Olbia Marco Mura, proprietario il Ristorante Terra Nostra sul nuovo lungomare di Olbia. «Trovare una via di mezzo è senz'altro necessario – sostiene Mura – poiché, se da una parte avere con sé denaro contante comporta un inevitabile rischio, dall'altro l'uso estremo delle transazioni elettroniche è altrettanto sbagliato in termini di libertà. È il totale stravolgimento delle abitudini imposte in tempi brevi e le costrizioni estreme, che non possono essere accettate a cuor leggero dai consumatori, come anche dalle imprese».
Anche il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli e il vicepresidente Fipe Aldo Cursano, ci spiega Mura, si sono già occupati del caso e sono più volte intervenuti in merito per sostenere la necessità di un'equa misura.
Unificare i costi di transazione
Umberto Reimbelli, proprietario dello storico ristorante S'Andira ubicato in località Santa Reparata, a Santa Teresa Gallura, località turistica affacciata sulle Bocche di Bonifacio e sull'isola della Corsica affronta il problema chiamando in causa l'Europa. «Il problema ha origine dalla direttiva Europea del 2015 – precisa Reimbelli - che chiede alle banche di applicare, per i commercianti, costi per le transazioni in un range tra lo 0,2 e lo 0,5 %. Un invito totalmente disatteso se è vero che attualmente, in Italia, i costi totali che comprendono il noleggio del Pos e la percentuale di transazioni, oltre alle spese derivanti dalle operazioni bancarie giornaliere, il calcolo medio stimato si assesta tra il 2 e il 4% del fatturato transato».
Ok all'aumento del tetto al contante. Ma come funziona negli altri Paesi europei?
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Purtroppo, le banche, effettivamente, calcolano la percentuale in base al fatturato transato e applicano una percentuale che varia a seconda delle categorie merceologiche, in base ad un loro presunto ricarico del bene. «So per certo che le associazioni di categoria – conclude Reimbelli - vista l'obbligatorietà per legge dall'uso del Pos, stanno operando un pressing sull'Europa allo scopo di unificare il costo delle transazione come richiede la direttiva stessa».
Tempi e qualità del Pos incidono sul servizio
Le problematiche riguardano però anche i tempi e la qualità del servizio Pos. Il pagamento con carta rallenta le più semplici operazioni di cassa, considerando anche le frequenti difficoltà date dai segnali internet che ne impediscono l'utilizzo. Sulla spiaggia di Rena Bianca, a Santa Teresa Gallura, il Ristorante Marlin, di recente totalmente rinnovato nell'immagine e nella sua proposta enogastronomica grazie ad una nuova gestione di professionisti del settore, è in linea con l'opinione dei colleghi ristoratori.
«Il nostro parere è che effettivamente il costo del Pos, non essendoci un tetto di spesa minima sotto al quale l'esercente può rifiutare la transazione, diventa insostenibile e antieconomico – ci spiega Giada Ammannato, titolare e responsabile del personale del Marlin - considerando poi un'attività come la nostra che fornisce anche servizio di bar. Nell'arco dell'anno sono centinaia le transazioni che andiamo ad effettuare per un costo totale parecchio elevato, soprattutto per i frequenti piccoli costi come un caffè o una bottiglietta d'acqua».
Le commissioni incidono sui costi di gestione
Sulla costa sud est della Gallura Gavina Braccu è un'istituzione in tema di turismo e la si può trovare nelle cucine del suo Locanda di Gavina Braccu, in quel di Porto san Paolo, di fronte all'isola di Tavolara. Anni al comando di Fipe Gallura di cui ha lasciato la presidenza in tempi recenti. «Noi siamo nel settore della ristorazione e operiamo nel turismo ormai da diversi decenni – racconta Gavina Braccu – ma negli ultimi tempi le difficoltà sono cresciute a dismisura. Le problematiche sono tante e diverse, qualcuna delle quali, come questa del Pos, nello specifico, facilmente risolvibili se ci fosse la volontà vera. Nel corso della mia presidenza di Fipe Gallura ho ripetutamente denunciato questi ulteriori oneri dovuti alla moneta elettronica che vanno ad incidere significativamente sui costi già molto alti di gestione di un locale che, negli ultimi mesi, sono schizzati alle stelle con le tariffe dell'energia quadruplicate».
Gavina Braccu è ben convinta dell'utilità del Pos - «Noi nel nostro locale ne abbiamo tre», ci precisa - ma le commissioni devono essere rivedute e unificate a livello nazionale perchè oggi sono troppo alte, date dalla percentuale per ogni singola transazione alla quale si deve aggiungere il costo del canone Pos.
In un recente incontro organizzato da Fipe Confcommercio sul tema del Dumping contrattuale si sono confrontate parti sociali, ufficio del lavoro e imprese, portando alla luce l'estrema difficoltà dentro la quale i pubblici esercizi sono costretti a lavorare, per la complessità delle normative e il numero spropositato di tipologie di contratti. La soluzione è nella semplificazione in tema contrattuale e la riduzione dei costi per l'utilizzo del Pos. Il governo è chiamato ad intervenire con estrema urgenza sia nella normativa che nelle condizioni economiche, perchè quelle applicate attualmente risultano estremamente penalizzanti e non sostenibili.
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Alberto Lupini
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