Peste suina africana: serve un cambio di rotta sulla fauna selvatica
Il caso in Piemonte di un cinghiale positivo al virus rischia di danneggiare irrimediabilmente le attività agroalimentari, soprattutto del Nord. Dalla Lombardia Gian Marco Centinaio e Fabio Rolfi chiamano interventi urgenti
L'allarme sul diffondersi della peste suina africana è stato lanciato forte e chiaro dal sottosegretario all'agricoltura Gian Marco Centinaio e dall'assessore lombardo all'agricoltura Fabio Rolfi. «Peste suina: il caso registrato in Piemonte – scrivono - di un cinghiale positivo al virus rischia di danneggiare irrimediabilmente le attività agroalimentari, soprattutto del Nord».
Serve subito un cambio di rotta
«Sulla fauna selvatica serve un cambio di rotta. Bisogna intervenire subito - secondo i due amministratori - per fermare la diffusione del virus ed evitare danni. Servono decisioni urgenti: la peste non deve assolutamente propagarsi. Sarebbe un danno incalcolabile per i nostri allevamenti e per la sicurezza alimentari».
In allarme gli allevatori del Nord
«Tremano decine di allevatori concentrati in particolare nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova oltre che in Emilia-Romagna, patria di grandi prosciutti e salumi di qualità. In sostanza, a questo punto, si chiede che venga avviata a livello centrale una rapida iniziativa finalizzata ad incrementare l'attività di contrasto al cinghiale, estendendo il periodo di caccia, mettendo in campo attività di controllo maggiore anche attraverso l'ausilio dei Carabinieri Forestali».
«Togliendo di mezzo - sottolineano Rolfi e Centinaio - la burocrazia inutile che imbriglia chi sul territorio vuol agire per difendere l'agricoltura e la sicurezza dei territori rurali. Senza dimenticare che siamo nel pieno della quarta ondata di pandemia».
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Alberto Lupini