Il Pastaio Patarò rileva la Canuti per esportare gli gnocchi surgelati in Usa

La fabbrica bresciana leader nel comparto degli gnocchi freschi a base di patate è entrata sei mesi fa nell'orbita del fondo Usa Riverside. Con l'acquisizione della riminese Canuti, continua la sua espansione in America

01 dicembre 2022 | 10:55
di Renato Andreolassi

Continua ad espandersi alla conquista di nuovi mercati esteri. Il Pastaio Patarò, fabbrica bresciana leader nel comparto degli gnocchi freschi a base di patate, entrata sei mesi fa nell'orbita del fondo Usa Riverside, ha rilevato l'azienda Canuti.


L’obiettivo del mercato americano

Il pastificio riminese, fondato nel 1950, produce e vende pasta fresca surgelata con e senza ripieno, di alta qualità con una gamma di 150 ricette destinate soprattutto al settore Horeca. Con l'ingresso del 75% nel capitale, da parte fondo internazionale di private equity, Riverside Company, il Pastaio ha accelerato di fatto il processo di internazionalizzazione per diffondere la cultura della pasta fresca, con particolare riguardo al mercato americano.


L'azienda bresciana nata nel 1982 da una geniale intuizione delle famiglie Maestri e Zampedri (detengono ancora il 25% del capitale) ha il cuore pulsante negli stabilimenti di Berlingo e Torbole Casaglia. Significativo il bilancio dello scorso anno con un giro d'affari di ben 44 milioni euro, ed un utile di quasi 5milioni di euro.

 


L’acquisizione di Canuti

«Con la Canuti - hanno dichiarato alla stampa locale le famiglie Zampedri e Canuti - vogliamo esportare le tradizioni e le eccellenze della cucina italiana. Oggi la data di scadenza delle nostre paste è nella forbice, 40-120 giorni. La combinazione con la Canuti consentirà di allungarla, grazie anche all'espansione del settore della pasta surgelata con grandi potenzialità nei servizi per la ristorazione e dell'export. L'acquisizione permetterà al gruppo di realizzare importanti sinergie commerciali, mantenendo inalterate le caratteristiche della qualità».
Il fondo Riverside, particolarmente attento alle eccellenze del made in Italy, focalizza la sua attività sulle aziende in crescita con un valore non superiore ai 400 milioni di dollari. Insomma, medie, di sicura affidabilità finanziaria e produttiva.

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Alberto Lupini


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