Nuovo Vittoriale, carta da giocare per diventare Capitale della cultura

Il completamento dell’anfiteatro rafforza la candidatura di Brescia e Bergamo, città simbolo dell’epidemia, a Capitali della cultura 2023, sperando nella rinascita di questi territori

06 luglio 2020 | 19:12
di Renato Andreolassi
Il nuovo “perfettissimo teatro” del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (Bs), coperto dopo 90 anni di marmo rosso Verona, sarà uno dei fiori all’occhiello su cui puntare nella corsa alla nomina come Capitale italiana della cultura del 2023. L’opera (incompiuta) di Gabriele D’Annunzio e dell’architetto Giancarlo Maroni, è stata inaugurata sabato scorso dal Presidente della Regione Attilio Fontana.


L'anfiteatro del Vittoriale

«Sosterremo - ha rimarcato Fontana - con la massima determinazione la nomina di Brescia e Bergamo a Capitali della cultura 2023. Queste due città lo meritano. È una grande opportunità per entrambe e per tutta la Lombardia. Speriamo di riuscire a conquistare questo importante risultato».



Risultato che è più che mai a portata di mano dopo che la Commissione Bilancio della Camera, con l’approvazione di un emendamento (concordato con il Governo) al Decreto Rilancio, di fatto, per legge designa le due città “martiri” del Covid capitali della cultura. Adesso manca solo il via libera definitivo, a Montecitorio e al Senato, entro il 18 luglio. «Siamo il museo più visitato delle due province e fra i primi in Italia - ha ricordato il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri - daremo con grande entusiasmo il nostro contributo all’evento».

Insomma la partita sta per iniziare, le squadre sono in campo con i migliori giocatori: dai siti Unesco alle bellezze ambientali, storiche e artistiche, ai monumenti naturali, senza dimenticare i prodotti tipici, le tradizioni popolari e le mete turistiche. Sono le gemme di due province martoriate dalla pandemia e che da ora in avanti possono lanciarsi nella realizzazione di un sogno che significherà la rinascita di due territori fra i più attivi e dinamici del nostro Paese, superando storiche rivalità e campanilismi.

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Alberto Lupini


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