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Napoli spera in un Rinascimento ... e San Gennaro fa il miracolo

In tempi di green pass e resilienza, il patrono di Napoli regala lo scioglimento del sangue e la città si sente salva. Il dialogo (verosimile) fra il santo e un napoletano nel giorno dell'onomastico e del miracolo

 
19 settembre 2021 | 13:09

Napoli spera in un Rinascimento ... e San Gennaro fa il miracolo

In tempi di green pass e resilienza, il patrono di Napoli regala lo scioglimento del sangue e la città si sente salva. Il dialogo (verosimile) fra il santo e un napoletano nel giorno dell'onomastico e del miracolo

19 settembre 2021 | 13:09
 

Servo Vostro,  così Gennarino, felicissimo in volto salutò l’amico suo Gennaro, alias San Gennaro, che questa volta, nel giorno del suo onomastico, tra l’altro giorno domenicale, era stato così solerte nel fare il miracolo.

“Gennarino, se non venivi, mi offendevoebbe a dire il Santo, senza scomporsi più di tanto, il suo santo allure agevolmente mantenendo.

“Gennaro, e che ne parliamo a fare, e come, secondo Voi, io mancavo?! E poi me lo sentivo che questa volta il Vostro miracolo lo avreste fatto e poi lo avete fatto presto presto. Gennaro, io non so come ringraziarVi”.

Napoli spera in un Rinascimento ... e San Gennaro fa il miracolo

Gennaro lo guardava sempre con dolcezza il suo omonimo devoto, chè alla devozione del suo papà era dovuta questa omonimia.

“Gennaro, lo sapete è vero, Voi sapete tutto, che i posti per entrare nel Duomo erano solo 450 e che volevano stare presenti pure i candidati a sindaco?”

“No, sinceramente, figurati se io che sono Santo dico bugie, questo non lo sapevo. E tu come hai fatto a entrare?”

“Gennaro, che domanda è questa, io ho il GP!”

“Ah, il Green Pass, mo’ lo chiamate GP per abbreviare? Vi pesano le parole a Voi poveri mortali?”

“No, Gennaro, io il Green Pass ovviamente ce l’ho, ma GP è un’intesa data tra me e il custode: Gennaro Patrono. Voi siete il patrono della mia città e dicendo GP il custode capisce chi sono io e mi fa entrare sempre”.

“Gennarino, tu sei un tipo sveglio; come mai ancora non mi hai chiesto perché questa volta ho voluto fare il miracolo e farlo pure presto?”

 

“Gennaro, sapete perché non ve l’ho chiesto?   Però, io adesso ve lo dico, ma non vi dovete pensare che me ne sono andato di testa e che mo’ faccio il profeta. Gennaro, servo vostro, ma che Voi facevate il miracolo e lo facevate pure presto, io me lo sentivo. E sapete quando ne ebbi certezza?”

“No, mo’ questa storia santamente mi incuriosisce. No, quando hai avuto la certezza, Gennarino?”

“Gennaro, ieri sera. Me ne andai a passeggio sulla Caracciolo (Via Caracciolo è il lungomare di Napoli) e a un certo punto spuntò la luna piena da dietro al Vesuvio”.

“Tu sei amico pure del Vesuvio, ricordo bene?”

“Sì, Gennaro, ricordate bene; anzi, Vi dirò di più. È un periodo, circa tre settimane, insomma da inizio settembre che con il Vesuvio ho stretto ulteriormente l’amicizia. Lui addirittura mi ha profetizzato certe cose. Però sono cose brutte e allora, sinceramente, aspettavo questo Vostro miracolo, di cui ero certo, proprio per dire al Vesuvio. . . Vesuvio, tu sei la mia montagna e non si discute, tu mi dai energia e non si discute; però, ognuno facesse quello che sa fare e quindi non mi predire il futuro perché io di queste cose parlo solo con Gennaro”

“E torniamo al perché ti eri fatto il convincimento che io stamattina facevo il miracolo . . . lo voglio sapere!”

“Gennaro, io Vi assecondo perché siete il mio Santo; però io lo so bene che Voi lo sapete il motivo. Ad ogni modo, io Ve lo dico. Dunque, ieri sera mentre passeggiavo sulla Caracciolo, vidi la luna quasi piena spuntare da dietro al Vesuvio e allora capii che eravate già Voi che alla vigilia della Vostra festa, del Vostro onomastico ci volevate dire . . . cari napoletani, domani Vi faccio il miracolo !”

“Càspita, non ti facevo così intelligente, Gennarino!” e San Gennaro sorrise.

 

“Gennaro, permettete una domanda?” chiese umilmente Gennarino rivolgendosi al suo santo.

“Ma anche due, ma anche tre, Gennarino. Oggi mi trovi disponibile perché so di avervi resi felici”.

 

“Sì, è proprio così, Gennaro adorabile e adorato”.

“Eh, dài, la domanda qual è?”

“Gennaro, ma secondo Voi si può parlare di Rinascimento Napoletano?”

“A saperlo che mi facevi questa domanda, ti dicevo che oggi non concedo interviste!!! Gennarino, la nostra cara Napoli rimane una città complicatissima. E poi soprattutto oggi, non è che il Rinascimento può essere solo di una città e non anche delle altre. Anche ciò è frutto della globalizzazione. Dovete fare Rinascimento tutti insieme, tutto il Paese; anzi, consentimi, tutta l’Europa. E ricordati bene una cosa, Gennarino, dove c’è il global, c’è anche il local: si danno forza vicendevole; non commettere l’errore di ritenere che dove è presente l’uno allora significa che è assente l’altro”.

“Che cosa bella che avete detto, Gennaro!”.

E Gennarino trova l’ardire di fare un’affermazione perentoria: “Gennaro, secondo me, la nostra città non assomiglia a nessun'altra città al mondo: è un luogo assolutamente unico”.

“Gennarino, la penso proprio come la pensi tu; però, dammi retta, non dirla troppo in giro, questa cosa “.

“Gennaro, però che non c’è lavoro, purtroppo è vero”.

“Gennarino, fai un passo indietro. Non c’è lavoro ed è tragicamente vero. Però, analizza bene un dato che è ben preoccupante: state al 34% di dispersione scolastica. Ma ti rendi conto, Gennarino !?! Tanti ragazzini non frequentano la scuola dell'obbligo e nessuno se ne preoccupa? Questa massa di ragazzini diventa manovalanza immediatamente reclutabile dalla delinquenza. Lo capisci?”

“E come se non lo capisco, caro Gennaro”.

“Gennarino, ci fai caso a come i napoletani esprimono l’amore per il prossimo?”

“Gennaro, Voi dite e io Vi ascolto, però non mi fate gli indovinelli perché io poi sbaglio a parlare e mi mortifico”.

“Dunque, Gennarino i napoletani esprimono amore per il prossimo, per la famiglia, per i parenti, per gli amici, per gli amici degli amici, per i conoscenti che poi diventano amici attraverso due gesti ancestrali: fare da mangiare e raccontare storie”.

“Gennaro, ma certe volte anche con il canto. Ricordatevi le Sirene !”.

“E ti pareva che non ci mettevi il mare, eh Gennarino”

“Gennaro, ma a me il mare mi piace proprio assai. E non solo a me. Mi dispiace solo che l’estate sta finendo”.

“E mo’ sei in errore, caro Gennarino. Sei in errore grave. E ascolta a me, a me che sono Santo e che non sbaglio. Questa estate non finisce, Gennarino!  E secondo te, io perché allora ho fatto il miracolo?   L’ho fatto proprio per farvi capire a tutti Voi, napoletani e non, che se state insieme e capite bene le cose, senza orpelli, senza timori, . .  questa estate non finisce!”.

“Gennaro, io Vi credo e Vi voglio credere!”

“E fai bene, Gennarino. Con questo miracolo, se lo vorrete, se starete insieme, finalmente la bellezza di Napoli, la bellezza del nostro Paese, non a caso il Bel Paese, fatalmente e finalmente vincerà.

“Ma la sapremo curare questa bellezza? Sapremo renderla ancor più attrattiva?”

“Ma sì, e non dovresti essere proprio tu a palesare scetticismo, suvvia! Non vedi i giovani che lavorano sul territorio, nel turismo, nell'enogastronomia? Sappiate cogliere le nuove opportunità che nascono dallo smartworking e dall’e-commerce.   Il PNRR, ecco, il PNRR: sappiate usarlo!”.

“Gennaro, mi avete fatto commuovere; mo’ non so se sto piangendo o ridendo”.

“Gennarino, mi fai sovvenire uno dei figli più grandi di Napoli, Eduardo De Filippo. Eduardo diceva che in una giornata si deve piangere almeno una volta e ridere almeno una volta. Se non hai pianto o riso almeno una volta, che hai vissuto a fare la tua giornata? È stata una giornata senza emozioni. E non va bene”.

“Gennaro, grazie per il miracolo”.

“Gennarino, guardati bene intorno e vedi bene che il vero miracolo non l’ho fatto io. Lo state facendo Voi. E non sbagliate, perché sennò . . . “.

 

Cose incredibili. Anche San Gennaro, adesso, non solo il mite Gennarino, stava piangendo e ridendo!!!


San Gennaro ha quindi ripetuto il miracolo, intorno alle ore 10 il cardinale di Napoli, Mimmo Battaglia, dall’altare del Duomo cittadino ha proclamato lo scioglimento del sangue. Anche quest’anno, per le norme anti covid, l’ingresso in chiesa è stato contingentato a 450 posti, mentre all’esterno sono stati previsti circa 300 posti a sedere, ma per la cerimonia non è stato previsto l’obbligo di Green Pass. Via Duomo è stata chiusa al traffico e il tratto davanti la cattedrale interdetto anche al passeggio, per evitare assembramenti, che però si sono creati all’altezza delle barriere poste dalle Forze dell’Ordine. Molti fedeli, rimasti lontani dal Duomo, hanno lamentato una cattiva organizzazione in quanto le attese per avvicinarsi alla cattedrale sono state anche di oltre un’ora.

 

 

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