Milleproroghe, 700mila euro al bonus cashback. Nessun rinvio per i balneari
Il governo Meloni ha presentato un primo pacchetto di emendamenti che modifica alcune parti del decreto Milleproroghe: dal cashback a multe e pensionati. Al momento, però, non ci sono variazioni per la questione balneari
Nel primo pacchetto di 23 emendamenti, presentato dal governo Meloni in sede di esame nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio al Senato, sono state applicate alcune modifiche al decreto Milleproroghe. A partire dai rimborsi per il cashback ai pensionati, passando anche per le multe. Una delle prime novità riguarda proprio quest'ultime, spiega Il Sole 24 Ore: infatti la nuova legislatura vuole prolungare al 31 marzo il termine per i comuni che avranno così più tempo per scegliere sull'adesione allo stralcio delle cartelle dei tributi locali affidati alla riscossione da inizio secolo fino al 2015. Niente variazioni, invece, per i balneari.
Decreto Milleproroghe, le novità sul cashback
I nuovi emendamenti sbloccano anche una questione che viene trascinata da tempo ossia i rimborsi per il cashback introdotto dall'ex primo ministro Giuseppe Conte durante la pandemia. Per 43mila utenti, infatti, arriverà il rimborso, erogato da PagoPa, direttamente sul conto corrente: si tratta dei premi per la partecipazione al concorso introdotto per incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici nei locali e per diminuire quello dei contanti per combattere il "nero".
Con la sospensione del cashback, voluta dal governo Draghi, si erano aperti dei contenziosi che ora vengono chiusi dal governo pagando i rimborsi ai vincitori. In particolare, si apprende, vengono stanziati 700mila euro e vengono autorizzate Consap e PagoPa a procedere con gli accrediti nei confronti dei gestori.
Decreto Milleproroghe, la questione balneari
Quello presentato è un primo pacchetto di emendamenti, ma il governo potrebbe - a breve - vararne un altro. Al momento, però, non rientrano nel piano del decreto alcune misure già annunciate di recente dalla maggioranza come la proroga di tre o quattro mesi che prevede la messa a gara delle concessioni balneari. La situazione attuale è molto complessa. Per l‘Unione Europea, di fatto, la gestione dei beni e dei servizi pubblici come le spiagge andrebbe periodicamente riassegnata tramite procedure selettive. L‘Italia non è però in regola con le normative comunitarie ed è stata più volte minacciata di procedura d‘infrazione da parte dell‘Ue.
Per questo i balneari chiedono il trasferimento del dimanio marittimo alle Regioni: «Il Governo ha approvato nel Consiglio dei Ministri il Disegno di legge per trasferire alle Regioni altre competenze: dalla scuola all'energia; dall'ambiente alle grandi infrastrutture - ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio. Segnaliamo in merito che il Governo e il Parlamento, oltre ad emanare altre leggi in materia di federalismo, farebbero bene anche ad applicare le leggi già vigenti».
«C'è, infatti, il Decreto legislativo sul federalismo demaniale del 28 maggio 2010 nr. 85 che, fermo restando l’esclusiva competenza statale in materia di concorrenza, trasferisce alle Regioni anche il demanio marittimo - ha detto Capacchione. Tale trasferimento eliminerebbe l'attuale contrasto fra le Regioni e i Comuni che esercitano le funzioni, nel mentre lo Stato centrale continuerà a regolare e incassare i canoni demaniali o provvedere alla delimitazione del demanio marittimo. Sarebbe un'opportuna semplificazione della governance del settore nella direzione dell'efficienza e speditezza dell'attività amministrativa. Sta di fatto che a distanza di ben 13 anni manca ancora il Dpcm attuativo di questo trasferimento. È necessario che il Governo non trascuri questo aspetto nell'auspicata e non più procrastinabile riforma della materia».
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Alberto Lupini