«Ho trascorso tutto il viaggio da Modena ad Agnone al telefono». Stefania Di Pasquo, chef di Locanda Mammì, racconta con voce ancora emozionata ai microfoni di Italia a Tavola la gioia e la sorpresa di aver portato il Molise, dopo ben 25 anni, a brillare nuovamente nella guida Michelin. Grazie al lavoro instancabile di Stefania, del marito Tomas Torsiello e di tutto lo staff, la stella celebra non solo i 12 anni di dedizione al ristorante, ma anche l'autenticità di una terra che, pur poco nota, custodisce veri tesori gastronomici.
Con orgoglio e profonda emozione, Stefania aggiunge: «Aver riportato la stella Michelin in Molise è la cosa più importante. Mancava da oltre 25 anni, quindi per me ha un valore immenso. Sento che questo riconoscimento sta risuonando ovunque. Da quando ho aperto, 12 anni fa, ho sempre cercato di costruire qualcosa di unico, di orientato verso il fine dining. Finalmente, dopo tutto questo tempo, sento che qualcosa sta cambiando davvero. Abbiamo fatto crescere anche la cultura gastronomica dei molisani, e questa per me è una soddisfazione enorme».
L'intervista a Stefania di Pasquo, chef di "Locanda Mammì", unico ristorante stellato in Molise
Ci sarà stata una tempesta di chiamate dopo la cerimonia...
Sì, mi hanno chiamato tutti… ma veramente tutti. Ho fatto il viaggio da Modena ad Agnone al telefono: amici, clienti, istituzioni... Chi ha sempre creduto in noi, chi si è sempre seduto al nostro tavolo. Persone che ci seguono dal primo anno, dall'apertura, che hanno visto tutti i cambiamenti e la crescita del ristorante. Quelle sono state davvero le telefonate più emozionanti.
C'è sempre stato il pensiero per la stella Michelin?
Sicuramente nei primi anni non era il mio primo pensiero, ma ho sempre detto: "Sarebbe un riconoscimento che farebbe piacere". La mia soddisfazione più grande, però, è l'emozione che posso portare ai miei clienti. Negli ultimi tre o quattro anni, abbiamo fatto un restyling della struttura e, dopo il Covid, anche un cambio di cucina, rendendola più diretta, più legata al territorio. Ho eliminato tutto ciò che non era espressione della nostra zona. Per questo sento che questa stella rappresenta anche il valore del nostro territorio. Per esempio, gli unici pesci che utilizziamo sono la trota, il baccalà e i pesci di montagna, tutto ciò che poteva arrivare qui anche 100 anni fa. Offriamo una vera degustazione ispirata alla cucina del passato.
Quindi gli ultimi "upgrade" sono stati decisivi?
Sì, quattro anni fa, con l'arrivo di mio marito Tomas Torsiello, abbiamo deciso di dare un'impronta diversa: abbiamo lavorato maggiormente in direzione della stella. Anche perché io non venivo da questo settore: la mia vita è cambiata a 28 anni, dopo la laurea, quando ho deciso di intraprendere questo lavoro. Ho frequentato l'Accademia di Niko Romito, e poi mi sono ritrovata ad aprire un ristorante. All'inizio, davvero, non sapevo quale direzione prendere. Ci sono voluti anni per capire dove volevo arrivare...
E per il futuro?
Diciamo che ora continuiamo a lavorare sul territorio. È un contesto anche complesso, perché fare ristorazione a questo livello in un luogo così nell'entroterra, come Agnone, non è facile. Il nostro augurio è di continuare a migliorare sempre di più. Abbiamo anche un progetto per l'accoglienza: vogliamo trasformare le camere già presenti e creare suite con un piccolo centro benessere. Certo, senza finanziatori esterni è sempre più difficile fare le cose, perché prima bisogna guadagnare e poi investire. Questo porta anche a riflettere di più su ogni decisione. Ma l'obiettivo è questo.
Locanda Mammì
Contrada Castelnuovo 86 - 86081 Agnone (Is)
Tel 0865 77379
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Alberto Lupini
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