Un presente complesso, un passato recente durissimo (come per tutti o quasi) e un futuro ancora da scrivere. Non è un gran momento per il settore della distribuzione automatica. Nonostante la pandemia stia pian piano regredendo, lo smart working è ancora utilizzato in tutta Italia (sono circa 4 milioni le persone che lavorano da remoto). Questo sta rallentando notevolmente la ripresa del settore che già nel 2020 aveva dovuto fare i conti con una perdita del 31% del fatturato e che ora, nonostante timidi e flebili segnali di ripartenza, è ancora a -15,17% rispetto al 2019.
Distribuzione automatica, un settore con numeri da record
Per comprendere la misura del settore, servono i numeri. L'Italia ha la più ampia rete distributiva alimentare d'Europa con oltre 802mila vending machine installate. Seguono a distanza Francia (626mila), Germania (611mila) e Inghilterra (408mila). Sono più di 3mila le imprese che operano nel settore e danno lavoro a circa 30mila persone. A queste cifre va poi aggiunta tutta la filiera, che va dai produttori alimentari alle aziende di accessori e tecnologie per le vending machine.
Lo smartworking piace sempre di più
Di contro è necessario capire anche la diffusione dello smart working. Nel primo trimestre del 2021 i lavoratori da remoto superavano quota 5.370.000, cifra calata a 4.710.000 nel secondo trimestre e a poco più di 4 milioni nel terzo trimestre dell'anno.
Una condizione che agli italiani sembra comunque piacere molto, almeno stando a un sondaggio condotto dal Politecnico di Milano. Il 14% dei lavoratori vorrebbe tornare a svolgere le sue mansioni prevalentemente in presenza, il 53% vorrebbe passare ad un modello di lavoro ibrido ed il 33% vorrebbe continuare l'attività da remoto.
Gli effetti dello smart working sulla distribuzione automatica
Il risultato di quanto prima enunciato è che la pausa caffè se non scomparsa si è comunque molto ridimensionata. E ancora una volta a confermarlo sono i numeri. Il settore della distribuzione automatica ha assistito tra gennaio e agosto dello scorso anno a una lieve ripresa (+9,21% rispetto allo stesso periodo del 2020) trainata da caffè (+12,13%) e acqua (+10,88%). Tuttavia i livelli prepandemici sono ancora lontani (-15,17% rispetto al 2019) e la ripresa è stata frenata dalle nuove restrizioni imposte a cavallo tra 2021 e 2022.
Le parole di Confida
A confermare la crisi e a lanciare l'allarme è Confida, l'Associazione italiana della distribuzione automatica. «Qualcosa di positivo si è visto nel 2021, poi è tornato lo smartworking e abbiamo registrato un immediato calo nei consumi - ha evidenziato il presidente di Confida Massimo Trapletti - L'anno nuovo si è così aperto ancora in perdita. D'altronde il grosso dei nostri numeri arrivano da ospedali, scuole e settore pubblico. Se si bloccano, calano i consumi».
Il presidente Confida Massimo Trapletti
«Fate tornare la gente al lavoro»
Le situazioni peggiori, conferma Trapletti, si sono registrate nelle grandi città, dove è più evidente l'effetto dello smart working. «La nostra prima richiesta è infatti questa: fate tornare la gente al lavoro - ha proseguito il presidente - Non è soltanto un problema nostro, ne soffre tutta l'economia delle città. Gli uffici muovono un indotto enorme».
C'è poi una seconda richiesta. «Il vincolo sui 2 milioni di fatturato per ottenere gli aiuti è troppo stringente - ha aggiunto - Gran parte delle nostre aziende, almeno l'80%, rimangono escluse. È necessario alzarlo a 10 milioni».
Le sfide per il futuro
Oltre alle criticità dell'immediato, ci sono anche le nuove sfide da affrontare per il futuro. La pandemia ha infatti cambiato il modo di lavorare e lo smart working potrebbe diventare un'abitudine. «Siamo convinti che le condizioni del 2019 non torneranno più - ha confermato Trapletti - Pensiamo infatti di aver già perso una parte di quel consumo». Come fare allora per restare a galla? «Il settore dovrà ingegnarsi per trovare nuove strade - ha concluso il presidente - allargando il portafogli dell'offerta: prodotti freschi, cotti e altro. Recuperare altrove il fatturato che ormai è perso».