Lago di Garda, quale futuro? Per rilanciare il turismo infrastrutture e nuovi mercati

Con 25 milioni di turisti nel 2023, il lago di Garda affronta sfide su infrastrutture e sostenibilità, tra cui l'Alta Velocità, il depuratore e la ciclabile. Cresce il turismo arabo, americano e asiatico , mentre si punta a migliorare ricettività, mobilità e promozione come brand unico in vista di Expo 2025 a Osaka per non far esaurire il potenziale turistico del territorio

11 dicembre 2024 | 05:00
di Renato Andreolassi

Il lago di Garda con i suoi 25 milioni di turisti - anno 2023 regolarmente censiti, rispetto ai circa 4 milioni di Como - distribuiti su tutte e tre le sponde (Veneto, Lombardia e Trentino) è una miniera d'oro in fase di esaurimento o ci sono ancora filoni da sfruttare? Anzitutto, alcune considerazioni sulle sfide che deve affrontare: dall'Alta Velocità all'accessibilità, passando per l'accoglienza e per la necessità di fare fronte comune per fronteggiare al meglio tutto questo.

Lago di Garda, la sfida dell'Alta Velocità

Il più grande specchio d'acqua d 'Italia sta facendo i conti con l'Alta Velocità ferroviaria Brescia-Verona. I lavori dell'opera sono in fase avanzata, al 70%, e dovrebbero essere ultimati per le Olimpiadi invernali del 2026, o, al massimo per la metà del 2027. La ferrovia (investimento complessivo di 2,8 miliardi di euro) corre in gran parte di fianco all'autostrada Milano-Venezia e alla linea storica costruita alla fine del 1800.

Significativo il sacrificio dei terreni per la zona Doc della Lugana (2.660 ettari coltivati a vite). Settanta gli ettari espropriati con una perdita di superficie di circa il 2%. Per le cantine, si traduce in 3 milioni in meno di bottiglie prodotte (su una quantità complessiva di circa 25 milioni annue). Sempre comunque alto il valore dei terreni e dei vigneti, rimasto a circa 400mila euro all'ettaro. Per inciso, a poca distanza non va dimenticata l'eccellente (e in crescita) Valtènesi con 2 milioni di bottiglie annue. L'Alta Velocità certo accorcerà i tempi di percorrenza sulla tratta Torino-Milano-Venezia, ma se non vi sarà una fermata intermedia "Desenzano-Sirmione", saranno pochi i vantaggi per i flussi dei vacanzieri sul Benaco.

Lago di Garda, la sfida dell'accessibilità

Il nodo infrastrutturale è comunque fondamentale per la crescita del movimento turistico. Le strade per raggiungere l'alto Garda, nei mesi estivi, rappresentano un vero e proprio calvario. Unica alternativa: mettere mano ad una nuova viabilità, fra Salò e Limone oppure utilizzare i battelli di Navigarda. Così come, tolti i panni ideologici, prima o poi dovrà concludersi la telenovela sul nuovo depuratore. Ampliare ulteriormente l'impianto di Peschiera, oppure costruirne uno nuovo con due sbocchi sul fiume Chiese a Montichiari e Gavardo? La questione si trascina da tempo immemore, mentre il lago stante la vetustà del collettore costruito negli anni '80, rischia di collassare.

Così come, tolti i panni di cui sopra, con sano realismo, si dovrà affrontare la questione della pista ciclabile per circumnavigare il lago. Un tratto è stato realizzato da Limone  a Riva. Mentre il Trentino ha deciso di proseguire con l'opera, in Lombardia sono quotidiane le liti sulla fragilità del territorio e l'utilità dell'opera. Fin qui solo sano realismo. Parlare di ecoturismo che rilancia i servizi, se non si tiene conto di queste considerazioni, è a dir poco azzardato.

Lago di Garda, la sfida dell'accoglienza

Se è vero che vi sono 15 ristoranti stellati, (gli ultimi ad entrare in classica, Tancredi e Casa Leali), una ventina di alberghi e resort di  lusso e super lusso e lavori in corso per rilanciare alcune strutture storiche (Grand hotel di Gardone), è altrettanto vero che i valori delle case e dei terreni aumentano anno dopo anno. Ville, appartamenti, soprattutto a ridosso delle spiagge e nei centri storici, da Riva, a Bardolino, Lazise, Peschiera, Sirmione, Desenzano, Salò (il più caro in assoluto), Gargnano e Limone variano fra i 3.500 e i 10mila euro al metro quadrato, secondo un'analisi di Tecnocasa. 

«Dal dopoguerra ad oggi, il Garda - rimarca Pierlucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda - è stato  privilegiato grazie al “signor Franz''». Purtroppo, ora il ceto medio tedesco è in crisi, la geopolitica mondiale non depone a favore della Germania, ecco perché il Benaco deve trovare altri mercati turistici internazionali. Come Osservatorio del turismo del Garda dell'Università Cattolica di Brescia, abbiamo individuato nei mercati arabo, americano e asiatico le nuove destinazioni. Questo perché nel 2025 l'Expo Mondiale si terrà in Giappone, a Osaka e la presidente Gelmini, di concerto con l'ambasciatore Vattani, ha già posto le basi perché il Garda possa partecipare a questo evento di rilievo mondiale. 

L'importante è che il lago si presenti in Italia e nel mondo come un brand unico, non diviso in logiche politiche provinciali o regionali. Torna quindi in auge il vecchio progetto degli anni '70 della Regione del Garda, grande cinque volte il Molise, dieci volte la Valle d'Aosta». Senza dimenticare che i 50 km cubici di acqua del lago rappresentano poco meno del 40% dell'acqua potabile italiana. Insomma, una miniera ancora ricca di potenzialità, in parte da sfruttare. «Dobbiamo darci da fare - rilancia il neo sindaco di Gardone Riviera Adelio Zeni - e recuperare il tempo perso, perché attualmente si sta trasformando la richiesta turistica grazie alla forte presenza di americani e arabi. I nuovi vacanzieri hanno esigenze diverse in merito alle strutture ricettive e alle nostre “chicche” enogastronomiche. Stiamo lavorando per adeguare i servizi pubblici: prioritaria la depurazione del lago». E in chiusura Zeni annuncia l'accordo con la  Regione Lombardia per completare alcuni tratti della pista ciclabile Gardone Riviera -Limone utilizzando anche i battelli elettrici per trasportare i cicloturisti.

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Alberto Lupini


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