«Ci preoccupano fortemente due cose - dice, scandendo bene le parole Roberto Calugi, direttore generale della Fipe, federazione italiana pubblici esercizi - il calo del fatturato del 70% di tutto il canale Horeca (perdiamo un miliardo al mese) e le infiltrazioni mafiose nel nostro mondo. Questa è la peggior crisi del dopoguerra, molte imprese sono a rischio, non dobbiamo assolutamente cedere alla malavita organizzata».
Roberto Calugi
Calugi è intervenuto da remoto, alla conferenza stampa indetta a
Brescia, in occasione della presentazione della tradizionale
Festa del
Ringraziamento promossa dalla
Coldiretti, con in testa il presidente nazionale,
Ettore Prandini.
Una festa sottotono, causa
Covid (ci sarà comunque una messa celebrata nel Duomo della città, dal vescovo Pierantonio Tremolada) senza trattori e macchinari agricoli. Sarà comunque l'occasione per il
bilancio dell'annata
agraria perché, dopo il lockdown di primavera, adesso preoccupa la fine anno L'appuntamento è per domenica 8, anche online.
Ferme 128mila imprese nelle zone rosse; persi 27 miliardi di fatturatoIl direttore della Fipe ha sciorinato i
numeri della crisi del comparto
bar,
ristoranti,
pizzerie,
agriturismi,
pub: 128mila imprese sono ferme nelle zone, con il mondo della somministrazione che sinora ha già perso 27 miliardi e che, entro la fine 2020, potrebbero diventare addirittura 34. Oggi non vanno a lavorare, 420 mila persone.
Terreno fertile per le infiltrazioni mafioseUna ecatombe, che se da un lato rischia di
minare l'attrattiva turistica del Paese, dall'altro lo rende assai ''interessante'' per i fenomeni delle
infiltrazioni mafiose, ragion per cui: «Una visione di filiera - hanno rimarcato Calugi e Prandini-deve essere prioritaria, anche perché i due mondi sono fortemente integrati; i ristoratori ,infatti, sono i primi a utilizzare i prodotti agricoli».