Hotel Danieli, slitta (forse) il passaggio al Four Season. Il Risiko degli alberghi a Venezia

Il proprietario dello storico albergo di riva degli schiavoni al momento non vende e la gestione resta da contratto al Marriott, ma non si sa fino a quando. Sono 150 gli hotel chiusi in città, decine in vendita, mentre molti hanno già cambiato proprietario

12 gennaio 2022 | 13:21
di Alberto Lupini

Retromarcia per il passaggio dell’Hotel Danieli di Venezia dalla scuderia del gruppo Marriot (che lo ha in gestione) a quella del Four Season Hotels and Resorts che oggi fa capo a Bill Gates e che sembrava avesse acquistato l'immobile)? Tutto sarebbe stato stoppato, per ora. O forse, per formalizzare il passaggio di consegne della gestione da una catena all'altra, si aspetta la fine del contratto in corso. O forse ancora c’è  solo una poco chiara comunicazione per non scombinare equilibri di mercato fra le grandi catene alberghiere che si stanno combattendo a suon di investimenti in tutto il mondo per presentarsi più forti alla ripresa del turismo internazionale.

Il Danieli sarà certamente ristrutturato con 30 milioni di euro...

Sta di fatto che il Gruppo Statuto (che aveva rilevato lo storico hotel veneziano nel 2005 dalla Starwood) ha emesso un comunicato per cercare di spegnere le voci secondo cui Four Season avrebbe già piantato la sua bandiera sull'hotel. Lo fa, annunciando che il Gruppo Statuto avrebbe emesso un prestito obbligazionario grazie al quale (con il coinvolgimento di due investitori - King Street e Starwood Capital Group) si potrà fare una ristrutturazione per circa 30 milioni di euro. Guarda caso lo stesso importo di cui si parlava come premessa dell'intervento di Four Season che vuole ammodernare i 3 palazzi che costituiscono l’albergo (Palazzo Danieli Excelsior, del XX secolo, Palazzo Casa Nuova, del XIX, ex sede della tesoreria, e Palazzo Dandolo, antica dimora dell'omonima famiglia patrizia) e ricavare 200 camere portando il valore degli immobili a 500milioni di euro. E che le società finanziarie siano quelle di cui si parlava proposito dell'intervento del Four Season non può essere un caso.…

Il comunicato, stringatissimo, si chiude con una frase un po' sibillina. Si dice infatti che a oggi rimane pienamente operativo il contratto di management con il gruppo Marriott, «almeno sino alla scadenza dello stesso». E ci mancherebbe altro, interrompere un contratto di quel tipo farebbe scattare penali incalcolabili. … Ma questo è proprio il punto? Quando scadrà il contratto di gestione da parte di Marriott? Su questo punto il Gruppo Statuto tace e rinvia la domanda a Marriott. Il che sembra davvero un po’ strano. Marriott International per parte sua ha rilasciato una nota sulla situazione attuale che non aggiunge nulla: «L’iconico Hotel Danieli rimane aperto e continua a far parte del nostro portfolio Luxury Collection fino al termine del contratto. Durante questo periodo i nostri ospiti continueranno ad usufruire dei benefici del nostro programma Marriott Bonvoy. Marriott International rimane presente a Venezia con sei alberghi inclusi The Gritti Palace, a Luxury Collection Hotel, The St. Regis Venice e JW Marriott Venice Resort and Spa». Come dire al momento la situazione è questa, ma poi?

Un comunicato che più che smentire sembra solo rinviare un passaggio di gestione…

Ma questa è davvero una smentita? Ci sono troppe cose poco chiare. Ad esempio, ci chiediamo, chi sottoscriverà materialmente il prestito di 30 milioni di euro? La finanziaria King Street, coinvolta nell’operazione, sembrerebbe quella indicata a suo tempo come capofila dell’operazione Four Season. E a proposito di Starwood Capital Group, Salvatore Pisani, manager Starwood e presidente della sezione turismo di Confindustria Venezia, a proposto dell’operazione Danieli, al "Corriere della sera" aveva dichiarato: «Una tendenza in atto in tutte le grandi città e che per Venezia è un’ottima notizia. Four Season da anni cercava di entrare a Venezia e unire questo marchio prestigioso ad un brand dal valore enorme come quello dell’hotel Danieli crea un polo di attrazione ed eccellenza». Possibile che non sapesse che si trattava di una bufala?  

Insomma, il comunicato di smentita del Gruppo Statuto, ha creato più dubbi che certezze rispetto ad un mercato dove tutte le grandi catene giocano a colpi di investimenti milionari. Al punto che a voler essere pignoli sembrerebbe solo un modo per dire che l’operazione si chiuderà più avanti… STa di fatto che da tempo Four Season puntava a sbarcare a Venezia per ampliare la sua rete in Italia che al momento conta su Milano, Firenze e dai mesi scorsi su Taormina, dove nel 2016 era stato comprato il prestigioso San Domenico per 52,2 milioni, superando di 200 mila euro l’offerta dell’emiro del Qatar Al-Thani, e riaperto dopo il completo rinnovamento. La città lagunare arricchirebbe l’offerta a cui si potrebbero aggiungere a breve anche uno sbarco in Puglia, in Saklento, e a Roma.

 

Marriott resta l’offerta più ampia nel settore lusso a Venezia

Come abbiamo già ricordato, il player principale del turismo veneziano, anche se dovesse davvero rinunciare alla perla del Danieli, resta peraltro sempre il gruppo Marriot, con una presenza al massino livello. Alla catena americana fanno infatti capo l’hotel forse più esclusivo, il Gritti Palace (Luxury colection), a cui si affianca, sempre su Canal grande, il Westin Hotel Europa-Regina. Sempre nel segmento lusso ci sono poi St. Regis Venice e, sull’isola delle rose, il JW Marriott Venice. Completano la collezione l’AC Venezia, il Courtyard all’aeroporto e il Four Points by Sheraton a Mestre.

150 alberghi chiusi in laguna e 87 in vendita

E la battaglia a Venezia non la si combatte solo fra Marriot e Four Season. Sono tanti gli alberghi in vendita, o che hanno cambiato proprietà in questi due anni di crisi da covid. Secondo quanto riporta sempre il “Corriere”, solo su Casa.it sono in offerta di vendita 87 alberghi a Venezia. Si va da piccoli hotel da 22 milioni di euro al più caro, a San Marco, da 210 camere per 140 milioni di euro (ma non si sa quale sia…). E non dimentichiamo che a oggi, dei 450 soci dell’Associazione Veneziana Albergatori Ava, 150 sono ancora chiusi, ed altri torneranno chiusi a breve se perdurerà la pandemia con questi contagi. E in questa situazione è da tempo scattato l’allarme (che Italia a Tavola aveva sollevato per prima già due anni) sugli interessi della criminalità per fare acquisti a prezzi da strozzini…

Dal Luna Baglioni al Palazzo dei Dogi tanti cambi di proprietà

Molte realtà sono già passate di mano. Secondo quanto scriveva in estatate Pambianco Hotellerie, nei primi sei mesi del 2021, sui 23 alberghi ceduti in Italia per un valore di 530 milioni di euro, la maggioranza era a Venezia con transazioni per 260 milioni, il 49 per cento del totale.
Il fondo inglese Reuben Brothers aveva acquistato il Luna Baglioni (storico 5 stelle), 93 camere e suites a due passi da piazza San Marco. Il fondo lussemburghese Ece, European Lodging Recovery Fund per 100 milioni di euro aveva comprato il Bonvecchiati.  Covivio ha acquisito il patrimonio Boscolo e Nh Collection e aperto Palazzo dei Dogi. Il gruppo immobiliare Barletta ha l’acquisito Palazzo Donà Giovannelli su Rio di Noale e con il via libera della Sovrintendenza lo trasformerà in un hotel che sarà gestito dai cinesi di Rosewood. Cà Sagredo, attualmente in gestione di curatela per crisi, dovrebbe assumere il marchio Hilton. Nell’ex fornace De Majo a Murano procedere la ristrutturazione per un nuovo albergo Nh. Fra le novità, infine, l’inaugurazione a ottobre di Ca’ di Dio a cura di Alpitour.

Ma ovviamente non è finita qui. Il gruppo Accor (che possiede il Sofitel e il Novotel a Mestre) sta cercando ad esempio da tempo nuovi spazi. nuove occasioni. Per il Belmond Cipriani alla Giudecca del gruppo Vuitton Lvmh c’è un progetto di restauro stile dolce, mentre l’hotel Palladio, acquisito dal gruppo Lov di Stephan Courbit del colosso televisivo Banijay (Masterchef, la Caserma) è in corso di ristrutturazione.

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