L'Italia deve investire su formazione, innovazione e sostenibilità, ponendo al centro della politica il capitale umano e la cultura del cibo. Lino Stoppani, presidente della Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio, non ha dubbi e quello che rivolge alle istituzioni è più di un appello. Dopo tanti impegni e parole, i ristoranti e i bar del Paese vogliono risposte concrete e urgenti. E la Fipe coglie l'occasione della sua assemblea annuale per ricordare alla politica che in gioco non ci sono solo centinaia di miglia di imprese e almeno un milione di dipendenti. In ballo c'è la tenuta del turismo, che è tornato a crescere e che va regolato, e lo sviluppo del Paese. E tutto questo in un contesto di crisi economica, tensioni geopolitiche e cambiamenti climatici che rendono tutto più difficile.
Quel che serve è una strategia che finora è stata abbozzata, ma che fatica a prendere forma concreta. Valorizzare il sistema scolastico e la formazione, da un lato, e l'innovazione delle imprese fermando l'apertura indiscriminata di locali senza regole, dall'altro, sono decisioni non più rinviabili. Ad ascoltare Stoppani c'erano non a caso il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara e quello del Turismo Daniela Santanchè (collegata in video) che hanno preso impegni che dovranno essere verificati ai più presto. Presenti il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Proprio su proposta di Sangalli, Stoppani è stato confermato presidente Fipe per acclamazione. Centinaio ha dichiarato di sentirsi a casa da Fipe in virtù del lavoro svolto dalla Federazione a tutela del cibo di qualità.
Fipe, la politica garantisca regole uguali per tutti
Un punto chiave della relazione è stato il richiamo alla responsabilità politica. Stoppani ha evidenziato come, negli anni, siano state introdotte normative che hanno abbassato i requisiti per accedere al settore della ristorazione, generando effetti negativi quali concorrenza sleale, infiltrazioni malavitose e perdita di qualità. «È necessario ripristinare il principio di “stesso mercato, stesse regole” e valorizzare la professionalità con un sistema di formazione obbligatoria e continua» ha dichiarato il presidente. Basta con un accesso indiscriminato in nome di una falsa “privatizzazione”. Non meno rilevante è stato il riferimento alla riforma scolastica del ministro Valditara, che introduce nuove linee guida per l'educazione civica e coinvolge direttamente esperti del settore alimentare e della ristorazione. Stoppani ha auspicato che tale approccio venga ampliato, coinvolgendo le imprese nel creare sinergie tra scuola e mondo del lavoro.
Per rendere competitivo il mondo delle imprese, anche della ristorazione, serve collegare la scuola al mondo del lavoro e insegnare la fatica fin dalle elementari. Punta su questo Valditara che ha sostenuto il valore della sua riforma del 4+2 per avere programmi moderni e puntare sulla formazione professionale per colmare la mancanza di qualifiche nel mercato del lavoro. Il ministro Santanchè ha quindi evidenziato come la formazione sia fondamentale per alzare il livello dei servizi del turismo, della qualità del cibo e delle strutture ricettive.
Fipe, fattore umano al centro
La formazione e il talento sono stati in ogni caso al centro, come detto, del discorso di Stoppani, che ha richiamato l'attenzione su una necessità ormai imprescindibile: investire sul capitale umano. «Il nostro settore non può più essere visto come un rifugio per l'imprenditoria di necessità, ma deve diventare un luogo di crescita e opportunità». Ha ricordato iniziative come il master Fipe-Treccani e i progetti con Unioncamere per certificare le competenze, sottolineando però che servono politiche di sostegno per migliorare le condizioni lavorative, incluse retribuzioni e welfare. L'invito rivolto alle imprese è stato quello di considerare la formazione non come un costo ma come un investimento strategico. «L'attrattività del settore passa anche dalla capacità di valorizzare il talento, come dimostrano i modelli di successo di grandi marchi e chef italiani» ha aggiunto, citando il caso di Antonino Cannavacciuolo, premiato per il suo ruolo di mentor.
Fipe, la cultura del cibo fa la differenza
Al centro della discussione è stata posta la necessità di educare a una nuova cultura del cibo. In un mondo sempre più globalizzato, il cibo italiano rimane un ambasciatore di valori e qualità. Stoppani ha richiamato l'importanza di educare i giovani al rispetto del cibo, alla lotta contro lo spreco e alla promozione di un'alimentazione sana e sostenibile. «La cucina italiana non è solo nutrizione, ma socialità e cultura, e per questo merita di essere riconosciuta come patrimonio dell'umanità dall'Unesco» ha dichiarato con orgoglio.
L'educazione alimentare, secondo Fipe, deve diventare una materia scolastica, integrata da iniziative di sensibilizzazione come la campagna “Love Food, No Waste” e il progetto “Rimpiattino”, volto a ridurre gli sprechi alimentari nei ristoranti. Il messaggio è chiaro: il cibo buono è anche etico e sostenibile.
Anche perché, secondo l'indagine Fipe-Confcommercio, condotta da Ipsos, oltre un terzo dei giovani italiani (18-34 anni) utilizza i social media (36%), come Instagram e TikTok, per informarsi sulle pratiche alimentari, seguiti da famiglia (44%) e scuola (30%). L'86% dei giovani ritiene fondamentale che la scuola promuova percorsi educativi sul cibo sin dall'infanzia. Il 67% dei genitori under 35 considera prioritario insegnare l'importanza di un'alimentazione sana e varia, con il 56% che sottolinea il valore del buon esempio. Mangiare fuori casa è apprezzato, ma il 51% cita limiti di budget. I giovani associano il cibo al benessere (40%) e alla creatività (35%), con l'80% che cucina almeno occasionalmente e il 79% che cerca ricette online. Tuttavia, l'obesità infantile resta un problema: il 39% dei bambini italiani tra i 7 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso, richiedendo un maggiore impegno educativo e l'importanza della ristorazione scolastica.
Fipe, un ruolo da protagonista
La relazione del presidente Stoppani non ha risparmiato critiche e analisi puntuali della situazione globale e locale. Il quadro è dominato da conflitti internazionali, una ripresa economica rallentata, e le sfide ambientali che richiedono un'accelerazione nella transizione ecologica. Il tutto aggravato dall'elevato debito pubblico italiano, che limita la capacità di intervento dello Stato. Nel mezzo di queste crisi, l'assemblea Fipe 2024 si è confermata un evento di grande rilevanza politica, capace di portare alla luce questioni centrali per il futuro del Paese.
In un momento di grandi cambiamenti, il messaggio è stato chiaro: senza investimenti sul capitale umano e senza politiche ambiziose per la sostenibilità, non ci sarà crescita economica né progresso sociale. Fipe si conferma di voler rafforzare il suo ruolo di attore protagonista di questa trasformazione, al fianco delle istituzioni e della società civile. E il lavoro fatto finora per rappresentare al meglio tutte le diverse realtà dei pubblici esercizi, anche aprendosi a sigle autonome, è la conferma di un percorso di cui la Giornata nazionale della ristorazione è solo un esempio.
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Alberto Lupini
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