Evoluzione della cucina italiana: i sapori del '900 che non sapevi di aver dimenticato

La cucina italiana, spesso vista come tradizione immutabile, è in realtà influenzata da eventi storici, come l'autarchia fascista e il boom economico. Molti piatti oggi considerati autentici, come la pasta al pomodoro, sono invenzioni recenti, legate a esigenze sociali e commerciali. Il marketing legato alla riscoperta delle ricette storiche spesso crea un'immagine romantica del passato, alimentando il mito della tradizione come brand

19 ottobre 2024 | 13:30
di Enza Bergantino

La cucina italiana è un mondo complesso e affascinante, ma spesso ci piace credere a una storia fatta di tradizioni immutabili, piatti tramandati di generazione in generazione senza alcuna contaminazione. Eppure, la realtà è molto diversa. Se guardiamo al Novecento, ci accorgiamo che la cucina italiana è stata profondamente influenzata da cambiamenti sociali, economici e politici che hanno plasmato i piatti che oggi consideriamo autentici e, con essi, i nostri gusti e il nostro modo di mangiare.

L’autarchia fascista: nostalgia di un passato che non è mai esistito

Durante il ventennio fascista, l’Italia si trovò costretta a fare i conti con la scarsità di ingredienti e le rigide politiche autarchiche che imponevano l’uso di soli prodotti italiani. Questo mito di un’Italia autosufficiente ha creato una narrativa nostalgica che ancora oggi alcuni ristoratori cavalcano. Ma la verità è ben diversa: la cucina di quel periodo era povera e spesso ripetitiva. Piatti come la polenta o le zuppe di legumi, oggi tanto osannati, erano semplicemente il risultato di necessità, non di scelta. Eppure, questo periodo ha lasciato un segno, alimentando il mito della cucina semplice e contadina che tanto piace ai fautori della "tradizione".

Boom economico: la cucina diventa un’industria

Con l’arrivo degli anni ’60, tutto cambia. L’Italia, uscita dalla miseria del dopoguerra, scopre il piacere di mangiare bene e in abbondanza. È in questo periodo che iniziano a diffondersi piatti come la carbonara e la torta margherita, simboli di un nuovo benessere. Molti piatti del nostro immaginario collettivo sono stati creati o diffusi proprio in questi anni, con un occhio più attento alle esigenze di mercato che alla storia.

Alberto Grandi, nel suo provocatorio podcast DOI - Denominazione di Origine Inventata, mette in luce come molte delle ricette che oggi riteniamo autenticamente italiane siano in realtà frutto di recenti invenzioni o, peggio, di manipolazioni commerciali. Un esempio? La tanto decantata tradizione della pasta al pomodoro, diventata emblema della cucina italiana solo nel ventesimo secolo, dopo che il pomodoro - originario delle Americhe - impiegò secoli per essere accettato nelle cucine europee.

Riscoprire i sapori perduti: quando la “tradizione” diventa brand

Oggi, siamo affascinati dalla riscoperta delle vecchie ricette, ma quanto c’è di autentico in questo revival? È davvero una ricerca delle radici o si tratta dell’ennesima operazione di marketing? In un’epoca in cui il consumatore cerca autenticità, la narrazione del cibo diventa un fattore chiave e la “tradizione” diventa un brand. Molti operatori del settore alimentare sfruttano questa tendenza per creare un’immagine che richiama un passato glorioso. Da qui nasce l’enfasi su prodotti “artigianali”, "fatti come una volta” o “secondo antiche ricette”.

Un esempio classico è il boom del marketing sui grani antichi, come il farro o il senatore Cappelli. Questi cereali, che rappresentano un ritorno a pratiche agricole preindustriali, vengono spesso presentati come “più sani” o “più autentici”, associando automaticamente l'antichità alla qualità. Tuttavia, non sempre la qualità nutrizionale o il gusto sono superiori rispetto ai prodotti più moderni. Il marketing che ruota attorno alla riscoperta del passato si estende anche ai format ristorativi. Negli ultimi anni, si è assistito alla crescita di ristoranti che propongono menu storici o serate a tema basate su ricette dimenticate del Novecento. Questa operazione di branding gastronomico mira a suscitare nel consumatore un senso di appartenenza, un legame emotivo con il passato, facendo leva sull’identità culturale.

Tuttavia, come sostiene Alberto Grandi nel podcast DOI, molto di ciò che oggi chiamiamo "tradizione” è in realtà un’invenzione recente o un adattamento di piatti nati per altre ragioni storiche e sociali. Ad esempio, piatti che oggi ci sembrano simboli della cucina italiana, come la carbonara, non hanno affatto radici antiche. Si tratta di costruzioni gastronomiche recenti, spesso influenzate più dalla globalizzazione e dalle necessità del dopoguerra che da una lunga tradizione storica.

Ricette della tradizione: autenticità o mito?

Il rischio del marketing legato alla tradizione è che l’attenzione verso il passato diventi più un esercizio di nostalgia che di vera ricerca storica. Molti prodotti e ricette vengono selezionati e promossi non tanto per il loro reale valore storico o gastronomico, ma per la loro capacità di vendere un sogno, un’idea romantica di “come si mangiava una volta”.

In definitiva, il marketing legato alla cucina del passato è una strategia estremamente efficace che riesce a coniugare l’interesse per la sostenibilità con il fascino della tradizione. Ma, come sempre, è importante non prendere tutto per oro colato. Spesso, dietro il recupero delle ricette storiche e dei prodotti locali c’è una precisa volontà di creare un brand capace di distinguersi in un mercato sempre più globalizzato e standardizzato. Tuttavia, per quanto seducente possa essere questa narrazione, è bene ricordare che anche la tradizione è un concetto fluido, influenzato dalle necessità del presente più di quanto vogliamo ammettere.

5 letture per un pensiero critico

  • La cucina italiana non esiste (Alberto Grandi)
  • La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene (Pellegrino Artusi)
  • Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro (Massimo Montanari)
  • Con gusto. Storia degli italiani a tavola (John Dickie)
  • L’identità italiana in cucina (Massimo Montanari)

Da seguire

Massaie Moderne, un portale che recupera ricette di un tempo e le sue storie per un racconto ben lontano dalla narrativa romantica che spesso viene venduta sui menu di certi ristoranti “tipici”.

Parola del mese: Neostalgia

Un sentimento che evoca un tempo indefinito e lontano unito al forte desiderio di ritorno al passato più analogico.

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