Evo, a 3 euro al litro non è extravergine E magari fa pure male

Serve più chiarezza sul tema dell’olio di oliva. Quello che al supermercato si trova a 3 euro al litro non può essere vero extravergine. Con il nuovo anno invitiamo le istituzioni ad avviare le iniziative per la tutela

31 dicembre 2018 | 11:30
di Alberto Lupini
Non bastava un mercato già condizionato in negativo dalla prevalenza di prodotti contraffatti o comunque senza alcun valore per gusto e salute. Ora ci si mettono anche le statistiche che in modo asettico indicano un calo dei consumi da 14 a 10 litri l’anno procapite. Come dire: per l’olio di oliva extravergine sembrano davvero tempi bui.



Un calo dei consumi potrebbe anche essere positivo se fosse dovuto ad una modifica degli acquisti, privilegiando cioè l’Evo di qualità (che non può costare meno di 10 euro al litro) al posto del liquido industriale che al supermercato può costare dai 3 ai 5 euro al litro e che si può definire olio extravergine solo grazie ad una vergognosa normativa che per troppi anni abbiamo accettato di fatto senza reagire.

Il risultato è che più della metà delle famiglie italiane oggi compra delle bottiglie con liquidi più o meno gialli o verdi (il riferimento all’alleanza di governo è solo casuale...) attirata da prezzi bassi, perdendoci sul piano economico (di un “olio” senza qualità se ne consuma più del doppio di uno “artigianale” perché non ha gusto!) e su quello della salute (tutte le componenti realmente utili al nostro organismo sono di fatto eliminate nella raffinazione industriale del prodotto).

Ora non vogliamo lanciare una tardiva guerra all’industria (per lo più di proprietà spagnola) che ha finora speculato su uno dei simboli dello stile di vita italiano, ma nel passaggio al nuovo anno rivolgiamo un invito al Ministro Centinaio e a tutte le istituzioni perché partano al più presto le iniziative annunciate (e sollecitate con decisione da Coldiretti) per fare chiarezza sul mercato e promuovere l’Evo Dop (l’unico autenticamente italiano) e sostenere i coraggiosi produttori che finora hanno permesso di far capire cos’è realmente un olio extravergine, al di là di quello che viene indicato su etichette che continuano a coprire troppi imbrogli. E magari - aggiungiamo - non sarebbe male vedere qualche controllo in più considerando che la produzione di olive è crollata del 40%, ma inspiegabilmente sugli scaffali si trovano ancora bottiglie a 3 euro al litro, che è più o meno il costo di vetro, etichetta e trasporto... Quello che chiamano “olio” è in omaggio?

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