La Corte di giustizia europea apporta un nuovo e importante tassello alle regole Ue a tutela dei consumatori e dei prodotti alimentari di qualità: i giudici europei, infatti, con una sentenza emessa a Lussemburgo, affermano che «l’etichettatura di un prodotto alimentare non deve indurre il consumatore in errore suggerendo la presenza di un ingrediente che in realtà è assente dal prodotto».
Insomma una sentenza che potrebbe portare un sostegno concreto nella lotta al cosiddetto “
Italian sounding”, il fenomeno dei prodotti che sulla confezione richiamano la tradizione italiana all’estero ma che negli ingredienti sono lontani da quelli originali.
«La Corte di giustizia Ue - afferma la
Copagri (Confederazione produttori agricoli) in una nota - indica in modo inequivocabile la via della trasparenza e della tutela dei consumatori e della qualità delle produzioni agroalimentari che, una volta di più, le istituzioni europee sono chiamate a seguire fino in fondo con l’
etichettatura obbligatoria dell’origine e dei contenuti di tutti i prodotti commercializzati nell’Unione, compresi dunque quelli di provenienza extracomunitaria».
«È un atto dovuto - prosegue la Copagri - per dare il giusto valore a chi lavora e investe nella qualità, l’intera produzione agricola nazionale, e consentire al consumatore una scelta davvero libera, senza il minimo rischio di essere indotti in errore. Non si comprendono gli ostacoli e le resistenze che ancora impediscono questo fondamentale passo, che costituirebbe un importante strumento di contrasto dell’
Italian sounding e un deterrente per le diverse forme di
contraffazione in materia. La Copagri esprime soddisfazione per la decisione della magistratura comunitaria e ribadisce la rivendicazione di un mercato leale».
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Alberto Lupini