Il Covid ora fa meno paura e in Europa, ora più che mai, c'è voglia di tornare alla normalità. Questo dicono le decisione prese da numerosi Governi dell'Unione Europea, che seguono una linea, ormai molto diffusa, di allentamento delle restrizioni. In molti Paesi infatti il virus non è più considerato un'emergenza, ma una presenza endemica con cui convivere.
Cambiano le norme antiCovid di alcuni stati europei
Covid in Francia: stadi e palazzetti pieni, niente mascherine all'aperto
In Francia da oggi non è più obbligatorio indossare la mascherina all'aperto, cosa che peraltro era già concessa da tempo in alcune città, tra cui anche la capitale Parigi. I dispositivi di protezione individuale restano comunque raccomandati in caso di assembramenti e obbligatori in negozi, bar, ristoranti, centri commerciali, cinema, teatri e stadi. In questi ultimi, che prima potevano avere al massimo 5.000 spettatori (2.000 per i palazzetti), vengono tolti i limiti agli ingressi.
Lo smartworking, imposto negli uffici per almeno tre giorni a settimana, viene ora soltanto raccomandato. Dal 16 gennaio infine torneranno a essere autorizzati i concerti e riapriranno le discoteche, chiuse da dicembre.
In Austria cade l'obbligo di Green Pass
Dal 5 febbraio in Austria è previsto un allentamento delle misure anti-Covid. Il coprifuoco per i locali slitta dalle ore 22 alle 24 e viene alzato il tetto di persone ammesse agli eventi. II 19 febbraio cadrà l'obbligo di Super Green Pass (che in Austria si chiama 2G) per il commercio, nei bar e nei ristoranti.
Il Paese nelle scorse settimane aveva varato un'importante stretta contro i no vax, imponendo l'obbligo vaccinale e multando chi si rifiuta di sottoporsi all'inoculazione.
Per la Danimarca non è più pandemia
La Danimarca è stata il primo Stato europeo ad abolire di fatto ogni restrizione. Il motivo? Il governo danese ha declassato il Covid, che ora non è più considerato una malattia "socialmente critica". Sono così decaduti gli obblighi di mascherina e Green pass in qualsiasi contesto e allo stesso tempo sono tornati gli eventi e hanno riaperto le discoteche.
A contribuire in maniera importante al raggiungimento di questo risultato è stata anche la campagna vaccinale. In Danimarca più del 60% dei cittadini ha già ricevuto la terza dose, mentre nel resto d'Europa la media si aggira intorno al 45%.
In Norvegia restano solo le mascherine al chiuso
Anche la Norvegia, come la vicina Danimarca, ha intrapreso la strada del ritorno alla normalità. Il primo ministro Gahr Stoere ha annunciato nei giorni scorsi l'allentamento immediato di tutte o quasi le restrizioni imposte per frenare il virus, assicurando che anche nel caso di un aumento di contagi le strutture sanitarie non rischiano di finire sotto pressione.
Bar e ristoranti possono quindi tornare a servire alcolici dopo le 23 e decade il divieto di assembramento di più di dieci persone nelle case. Non è più obbligatorio lo smartworking e per eventi sportivi e in luoghi pubblici decade ogni limitazione sulla presenza di pubblico. Resta l'obbligo di mascherine al chiuso (trasporto pubblico e negozi) e in generale in luoghi molto affollati.
Anche in questo caso, a giocare un ruolo importante sono i vaccini. Il 90% dei maggiorenni ha almeno due dosi.
La Gran Bretagna aveva anticipato tutti
La Gran Bretagna è stata la prima, come peraltro già accaduto nelle passate ondate, a scegliere la strada del "liberi tutti". Lo ha fatto anche con Omicron. Nel Paese già da fine gennaio non sono più obbligatorie le mascherine e contestualmente era anche decaduto l'obbligo di lavorare a distanza. Il Green pass non è necessario per accedere a bar, locali, eventi e raduni di vario genere.
Il caso Israele: Green pass per feste e matrimoni
Israele è sempre stato un punto di riferimento poiché la sua campagna vaccinale ha viaggiato in anticipo rispetto agli altri Paesi. Anche lì Omicron sta arretrando e con essa anche le limitazioni. A partire dalla prossima settimana non servirà più il Green pass per entrare in diversi locali, compresi alberghi, bar e ristoranti. La carta verde resterà necessaria soltanto per poter partecipare a eventi affollati, come matrimoni e feste.
In Spagna il virus è una normale influenza
La situazione spagnola è frammentaria e condizionata dalle decisioni prese dalle singole comunità autonome. La linea da seguire però l'aveva già tracciata il primo ministro Pedro Sanchez che nelle scorse settimane aveva spiegato come il Covid fosse ormai da considerare come un'influenza comune. Intanto in Catalogna dalla prossima settimana torneranno ad aprire i locali notturni. Nei Paesi Baschi non servirà più il Green pass per accedere a gran parte dei locali, compresi bar e ristoranti.